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Francesco Scoppetta

CARO HOMO LAMETINUS, IL BALLOTTAGGIO NON C’È. O AMALIA OPPURE QUELLI CHE FANNO GLI SCHERZI!
Soltanto pensare che una lametina potrebbe diventare per la prima volta Presidente della Regione (la legge non prevede ballottaggio) ci dovrebbe far mettere da parte (una tantum) incrostazioni, dietrologie, risentimenti, una comunità dovrebbe, se avesse un poco di amor proprio e si sentisse, appunto, una comunità che vive da più di mezzo secolo fianco a fianco nella piana sotto al Castello, votare compatta per Amalia Bruni. Ma che volete farci, l'HL non sente di dover votare neppure per il cantante Raffaele di Amici o per Naip di X Factor. Gli Altri sono sempre più Bravi di noi.

Passano i decenni ma l’homo lametinus (HL) non cambia mai, non si evolve, rimane sempre uguale a se stesso. L’egotismo nella politica lametina trova, anno dopo anno, nuove conferme da cui la mia tesi: l’homo… Leggi tutto » CARO HOMO LAMETINUS, IL BALLOTTAGGIO NON C’È. O AMALIA OPPURE QUELLI CHE FANNO GLI SCHERZI!
Soltanto pensare che una lametina potrebbe diventare per la prima volta Presidente della Regione (la legge non prevede ballottaggio) ci dovrebbe far mettere da parte (una tantum) incrostazioni, dietrologie, risentimenti, una comunità dovrebbe, se avesse un poco di amor proprio e si sentisse, appunto, una comunità che vive da più di mezzo secolo fianco a fianco nella piana sotto al Castello, votare compatta per Amalia Bruni. Ma che volete farci, l'HL non sente di dover votare neppure per il cantante Raffaele di Amici o per Naip di X Factor. Gli Altri sono sempre più Bravi di noi.

PERCHE’ IL CASO BERGAMINI RACCONTA LA CALABRIA
Dopo 31 anni in Calabria si riapre un caso di cronaca nera che fu etichettato, contro ogni logica, come “suicidio”. Si tratta della morte del calciatore del Cosenza, Bergamini. Tento di spiegare perché mai questo fatto ci può far interrogare sulla regione in cui viviamo e su quel che vi succede normalmente. Siamo così abituati a considerare oramai la ‘ndrangheta come la padrona delle nostre vite, delle nostre giornate e del nostro territorio che ci sfugge tutto il resto (ciò che non ha a che fare con l’economia). Di vivere in una regione dove non funziona nulla e dove da tempo anche la logica non serve più a niente, come l’antico olio di fegato di merluzzo.

Se fossi Roberto Saviano o un grande giornalista investigativo o Tom McCarthy, il regista del film “Il caso Spotlight” che ripercorre le vere indagini del quotidiano Boston Globe sull’arcivescovo Bernard Francis Law (premio Oscar 2015),… Leggi tutto » PERCHE’ IL CASO BERGAMINI RACCONTA LA CALABRIA
Dopo 31 anni in Calabria si riapre un caso di cronaca nera che fu etichettato, contro ogni logica, come “suicidio”. Si tratta della morte del calciatore del Cosenza, Bergamini. Tento di spiegare perché mai questo fatto ci può far interrogare sulla regione in cui viviamo e su quel che vi succede normalmente. Siamo così abituati a considerare oramai la ‘ndrangheta come la padrona delle nostre vite, delle nostre giornate e del nostro territorio che ci sfugge tutto il resto (ciò che non ha a che fare con l’economia). Di vivere in una regione dove non funziona nulla e dove da tempo anche la logica non serve più a niente, come l’antico olio di fegato di merluzzo.

REGIONE CALABRIA: CI DOVREBBERO FARE DEI NOMI PIUTTOSTO CHE PROPINARCI ASTRATTEZZE
Se paragoniamo la Regione Calabria ad una squadra di calcio che si deve salvare è facile capire che non abbiamo bisogno di discettare su moduli tattici ma di giocatori. Non abbiamo bisogno di enumerare i problemi con le possibili o impossibili soluzioni ma soltanto di scegliere bene i professionisti più adatti ad affrontarli (si chiama problem solving). Ma, se ci fate caso, nessuno ne parla, nessuno li cerca, perché il merito non è categoria che la politica possa prendere in considerazione. Prima prendere i voti e poi Dio provvede. Ma la domanda vera è: chi è Dio?

Cerchiamo di capire nella maniera più semplice e chiara possibile la “questione Regione Calabria ” che i grandi giornali in questi giorni stanno analizzando attraverso i ritratti dei quattro candidati alla Presidenza ed un elenco… Leggi tutto » REGIONE CALABRIA: CI DOVREBBERO FARE DEI NOMI PIUTTOSTO CHE PROPINARCI ASTRATTEZZE
Se paragoniamo la Regione Calabria ad una squadra di calcio che si deve salvare è facile capire che non abbiamo bisogno di discettare su moduli tattici ma di giocatori. Non abbiamo bisogno di enumerare i problemi con le possibili o impossibili soluzioni ma soltanto di scegliere bene i professionisti più adatti ad affrontarli (si chiama problem solving). Ma, se ci fate caso, nessuno ne parla, nessuno li cerca, perché il merito non è categoria che la politica possa prendere in considerazione. Prima prendere i voti e poi Dio provvede. Ma la domanda vera è: chi è Dio?

AMALIA BRUNI, L’ALLEATO PENTASTELLATO E IL VOTO D’OPINIONE
Come sono arrivati in parlamento gli sconosciuti avv. D'Ippolito e Frugiuele? Con l'ondata del voto d'opinione. Salvini intende replicare quel film pertanto si gira in lungo e largo la Calabria mente Letta si fa vedere lo stretto indispensabile. Letta ha inglobato la Bruni dentro lo schemino nazionale "Pd + 5Stelle" perché non ha mai pensato di poter vincere, l'importante è poter dire alla fine come in Umbria: abbiamo perso insieme.

Consentitemi un rapido sguardo sul nostro quotidiano “Beautiful” politico. Il governo Draghi appare in questi giorni da tutti i sondaggi ottenere un crescente favore degli italiani anche dopo le intemperanze ed i distinguo per le scelte sul green pass. La campagna vaccinale grazie alla svolta impressa da Figliuolo si sta dimostrando agli inizi di settembre certamente un successo e sia l’estate turistica che la ripresa economica fanno intravedere se non una svolta un deciso cambio di rotta.
E tuttavia per Enrico Letta “questo non è il nostro governo” e Franceschini, che è il vero padrone misterioso dei dem oltre che il capo delegazione al governo, non ha mai pronunciato sin qui un solo apprezzamento per l’azione del suo premier Draghi. Proprio mentre il dem Bettini, Giuliano Ferrara sul Foglio e il duo Meloni-Salvini convergono sulla proposta di mandare Draghi al Colle per avvicinare le elezioni anticipate, Letta appare (F. Cundari) “intento piuttosto a cercare ogni giorno motivi per distinguersi e condurre piccole battaglie identitarie di cui finisce sistematicamente per dimenticarsi una settimana dopo, una volta esaurita la giostra delle interviste e dei tweet di rito, dando così l’immagine di un partito capriccioso e desideroso soltanto di far casino”.

COSA UNISCE BERSANI D’ALEMA e TRAVAGLIO
Travaglio osannato dai compagni bolognesi straparla di Draghi "figlio di papà" che "non capisce un c...". Dice Gianni Cervetti, uno degli ultimi comunisti, amico di Napolitano e Macaluso, che il giornalismo di Travaglio è "un giornalismo da orbi". La vera domanda è: perché la sinistra lo invita? Cosa non abbiamo capito in questi anni se il partito fondato da Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema si è unito al mondo grillino e paragrillino, anche sui social, vale a dire proprio con quelli che nel 2012 Bersani definiva «fascisti del web», identificando nell’antipolitica il principale nemico della «riscossa civica» che il Partito democratico si proponeva di suscitare?

Comincio dai fatti perché non è che oggi tutti possano seguire tutto. E’ accaduto domenica 25 luglio alla festa di Articolo Uno a Bologna. Travaglio era l’ospite d’onore. Ha dato del “figlio di papà” a… Leggi tutto » COSA UNISCE BERSANI D’ALEMA e TRAVAGLIO
Travaglio osannato dai compagni bolognesi straparla di Draghi “figlio di papà” che “non capisce un c…”. Dice Gianni Cervetti, uno degli ultimi comunisti, amico di Napolitano e Macaluso, che il giornalismo di Travaglio è “un giornalismo da orbi”. La vera domanda è: perché la sinistra lo invita? Cosa non abbiamo capito in questi anni se il partito fondato da Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema si è unito al mondo grillino e paragrillino, anche sui social, vale a dire proprio con quelli che nel 2012 Bersani definiva «fascisti del web», identificando nell’antipolitica il principale nemico della «riscossa civica» che il Partito democratico si proponeva di suscitare?

UNA STORIA SENZA FINE: SCORDOVILLO CRONISTORIA DI UN PROBLEMA IRRISOLVIBILE
L’Italia oggi è l’unico Paese in Europa ad aver creato, organizzato e consolidato un sistema abitativo per una specifica etnia che, nel nostro caso, assume forma architettonica nel “campo rom”, uno “spazio-contenitore” all’aria aperta posto lontano dal centro cittadino, realizzato per soggetti che, a partire dall’abitare, appaiono culturalmente incapaci di intraprendere percorsi di inclusione. Il “sistema campo” parte dal container dove sono concentrati i rom per irradiarsi in tutta la città plasmando menti, orientando politiche, ispirando studi, ricerche accademiche, articoli di quotidiani, post sui social. Ogni azione di sgombero forzato, non finiremo mai di dirlo, rappresenta sempre e comunque una grave violazione dei diritti umani, senza mai rimediare all’inadeguatezza dell’alloggio o alle criticità di carattere igienico-sanitario, reiterandole invece altrove e con maggiore intensità e gravità. (Associazione 21 luglio. Comunita' rom negli insediamenti formali e informali in italia. Rapporto 2019) -Carlo Stasolla, presidente associazione 21 luglio onlus 6 parallelo-

Personalmente condivido ogni parola di quello che ha scritto Stasolla. Una sola cosa vorrei chiedergli, se anch’io e tutti i lametini abbiamo dei diritti umani da far valere, il primo dei quali è quello di… Leggi tutto » UNA STORIA SENZA FINE: SCORDOVILLO CRONISTORIA DI UN PROBLEMA IRRISOLVIBILE
L’Italia oggi è l’unico Paese in Europa ad aver creato, organizzato e consolidato un sistema abitativo per una specifica etnia che, nel nostro caso, assume forma architettonica nel “campo rom”, uno “spazio-contenitore” all’aria aperta posto lontano dal centro cittadino, realizzato per soggetti che, a partire dall’abitare, appaiono culturalmente incapaci di intraprendere percorsi di inclusione. Il “sistema campo” parte dal container dove sono concentrati i rom per irradiarsi in tutta la città plasmando menti, orientando politiche, ispirando studi, ricerche accademiche, articoli di quotidiani, post sui social. Ogni azione di sgombero forzato, non finiremo mai di dirlo, rappresenta sempre e comunque una grave violazione dei diritti umani, senza mai rimediare all’inadeguatezza dell’alloggio o alle criticità di carattere igienico-sanitario, reiterandole invece altrove e con maggiore intensità e gravità. (Associazione 21 luglio. Comunita' rom negli insediamenti formali e informali in italia. Rapporto 2019) -Carlo Stasolla, presidente associazione 21 luglio onlus 6 parallelo-

L’INGIUSTIZIA E LA REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA. CHI SONO I RICCHI, CHI SONO I POVERI. E’ TUTTO CONFUSO, NASCOSTO, SIMULATO
Un paese di evasori, furbi e delinquenti favoriti dalla peggiore politica. Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere e peggior sordo di chi non vuol sentire, diceva un antico proverbio. La vera ingiustizia, che il nostro sistema fiscale evidenzia e illustra, non interessa ai politici di tutti i colori, costretti ad inseguire i voti della maggioranza e pertanto a non interessarsi mai alle minoranze. Quindi se la maggioranza dei cittadini italiani paga poco o nulla di tasse è ormai una realtà immodificabile con cui la politica non intende più misurarsi. Soprattutto quelle forze politiche di sinistra che sbandierano sempre e comunque il vessillo dell’ingiustizia contro cui, a parole, combatterebbero, mettono la testa nella sabbia come gli struzzi per non vedere quello che l’ingiustizia fiscale dimostra.

Nel nostro paese chi vota a sinistra quasi sempre lo fa protestando contro l’ingiustizia sociale. Essa nascerebbe da un divario troppo forte tra ricchi e poveri. In America certo è così, perché in un ristorante… Leggi tutto » L’INGIUSTIZIA E LA REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA. CHI SONO I RICCHI, CHI SONO I POVERI. E’ TUTTO CONFUSO, NASCOSTO, SIMULATO
Un paese di evasori, furbi e delinquenti favoriti dalla peggiore politica. Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere e peggior sordo di chi non vuol sentire, diceva un antico proverbio. La vera ingiustizia, che il nostro sistema fiscale evidenzia e illustra, non interessa ai politici di tutti i colori, costretti ad inseguire i voti della maggioranza e pertanto a non interessarsi mai alle minoranze. Quindi se la maggioranza dei cittadini italiani paga poco o nulla di tasse è ormai una realtà immodificabile con cui la politica non intende più misurarsi. Soprattutto quelle forze politiche di sinistra che sbandierano sempre e comunque il vessillo dell’ingiustizia contro cui, a parole, combatterebbero, mettono la testa nella sabbia come gli struzzi per non vedere quello che l’ingiustizia fiscale dimostra.

SE IL PD DIVENTASSE IL PARTITO DELLE RIFORME DI DRAGHI
Anche con il passaggio da Zingaretti a Letta lo schema strategico del Pd non è cambiato, al netto di qualche gioco di parole o di prestigio.

Per battere la destra occorre la sinistra e quindi quello che il solipsista Bersani chiama da decenni “il campo”, “la tenda” o come volete, altro non è che l’Ulivo, nel migliore dei casi perché significa che sia stato individuato il nuovo Prodi, oppure il BisConte, come prosaicamente si chiama l’esperienza più trasformista della recente storia repubblicana, la maschera di progressista che Conte si è messa togliendosi quella reazionaria che portava prima, schiavo di Salvini e della sua politica di chiusura.
Il presunto realismo di Goffredo Bettini, convinto che o ti mangi stà minestra (l’alleanza con il M5s) oppure vince facile Salvini alle prossime elezioni, è riproposto tale e quale anche adesso che non un complotto internazionale (povero Mattarella cosa gli tocca sopportare) ma il venir meno della maggioranza per l’uscita di Iv, ha portato al governo Mario Draghi, l’unico italiano capace non solo, come si dice, di dialogare con i partner europei, ma anche di guidarli e spronarli come sta dimostrando in varie occasioni.

LA SINISTRA TRA VACCINI INSPERATI E IL SOLITO COMPLOTTISMO
Stanno succedendo cose strabilianti che segneranno l’umanità. Come ha scritto lo scienziato Guido Tonelli “In un tempo irrisorio, se si considera la complessità dell’impresa, si sono messi a punto una decina di vaccini che vengono attualmente prodotti in miliardi di dosi e distribuiti in tutto il mondo”. Senza vergogna, però, la sinistra massimalista ha messo, affiancando i No-vax, Big Pharma sul banco degli imputati. Ecco perché alla grande stampa e ai grandi politici ex comunisti non interessa per nulla la prefazione di Gratteri al libro complottista sul Covid-19.

Quando vedo in tv Bersani – ogni quindici giorni Floris gli concede una conferenza stampa di 90 minuti – o de Magistris riabilitato da Giletti ogni santa domenica, mi rendo conto del cul de sac… Leggi tutto » LA SINISTRA TRA VACCINI INSPERATI E IL SOLITO COMPLOTTISMO
Stanno succedendo cose strabilianti che segneranno l’umanità. Come ha scritto lo scienziato Guido Tonelli “In un tempo irrisorio, se si considera la complessità dell’impresa, si sono messi a punto una decina di vaccini che vengono attualmente prodotti in miliardi di dosi e distribuiti in tutto il mondo”. Senza vergogna, però, la sinistra massimalista ha messo, affiancando i No-vax, Big Pharma sul banco degli imputati. Ecco perché alla grande stampa e ai grandi politici ex comunisti non interessa per nulla la prefazione di Gratteri al libro complottista sul Covid-19.

LA STORIA STRUGGENTE E ISTRUTTIVA DEL SINDACO GIANNI SPERANZA
Un sindaco non ha potere, può solo tenere aperta la porta del Comune. Ed è sempre solo. “La vita di una comunità come quella di Lamezia è molto più ricca della presenza della mafia. L’amministrazione va oltre il tempo che le hanno concesso”, si legge nel retro di copertina del lavoro di Speranza. Una testimonianza che resterà negli anni per la sincerità e il coraggio del suo autore. Con tutte le contraddizioni della sinistra non ideologica alle prese con i problemi irrisolvibili dell’amministrazione quotidiana. L’intervista di Gianfranco Manfredi approfondisce un racconto chiaro e ben organizzato per temi.

Mentre stavo leggendo il libro di Gianni Speranza (Una storia fuori dal Comune, Rubbettino, 2021) mi ha molto interessato un articolo di Boeri e Perotti su Repubblica. I due economisti scrivono “A leggere il Pnnr… Leggi tutto » LA STORIA STRUGGENTE E ISTRUTTIVA DEL SINDACO GIANNI SPERANZA
Un sindaco non ha potere, può solo tenere aperta la porta del Comune. Ed è sempre solo. “La vita di una comunità come quella di Lamezia è molto più ricca della presenza della mafia. L’amministrazione va oltre il tempo che le hanno concesso”, si legge nel retro di copertina del lavoro di Speranza. Una testimonianza che resterà negli anni per la sincerità e il coraggio del suo autore. Con tutte le contraddizioni della sinistra non ideologica alle prese con i problemi irrisolvibili dell’amministrazione quotidiana. L’intervista di Gianfranco Manfredi approfondisce un racconto chiaro e ben organizzato per temi.

SE LA CALABRIA FOSSE UNA IMPRESA TURISTICA, PIÙ O MENO COME LA LIGURIA…
Per amministrare la Regione continuiamo ad affidarci ad un personale politico che non ha le competenze necessarie per puntare su un solo settore, il turismo. Con la sanità abbiamo esaurito i pozzi, per vaccinare non abbiamo nessuno che sappia cosa sia la logistica. Per tutto il resto noi non abbiamo bisogno di reclamizzare e raccontare le nostre bellezze, ma di fare della Regione un’impresa che invece di dare le mance ai soliti noti e di scendere a patti con la ‘ndrangheta, punti decisamente sul turismo, come fa più o meno la Liguria.

Un mio amico mi dice che questa estate ha scoperto la meraviglia del fiume Lao, che lo ha percorso in gommone ed è stato spettacolare. A settembre 2020 una turista dopo aver visitato la grotta del Romito a Papasidero scrive su Tripadvisor: “Consiglio a quanti soggiornano in questa parte della Calabria di abbandonare per un giorno la tranquillità della spiaggia e di fare una gita in questo luogo meraviglioso. Risalente a 12.000-14.000 anni fa qui sono, su di un grande masso liscio, incisioni rupestri di una qualità assolutamente meravigliosa. L’immagine di un “bos primigenius” ritratto con tutti i particolari e gli attributi del caso.
Un’opera meravigliosa che testimonia le abilità pratiche ma al contempo anche una notevole qualità intellettiva dei primi uomini che abitavano questa zona. Ingresso al sito:4 euro. C’è anche un piccolo museo che testimonia degli scavi e brevi note sull’evoluzione umana. NOTA = l’abbigliamento non richiede accorgimenti particolari, bastano un paio di comode scarpe!”. Cose analoghe potrei dire per le Valli Cupe di Sersale, Il Pollino, l’Aspromonte (si veda Montagne di Calabria di Francesco Bevilacqua, Rubbettino), così come un semplice sguardo all’Atlante dei Beni Culturali della Calabria con la sola ubicazione dei siti archeologici ti fa capire quali tesori sono sparsi per tutta la Regione.