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Politica

REGIONE CALABRIA: CI DOVREBBERO FARE DEI NOMI PIUTTOSTO CHE PROPINARCI ASTRATTEZZE
Se paragoniamo la Regione Calabria ad una squadra di calcio che si deve salvare è facile capire che non abbiamo bisogno di discettare su moduli tattici ma di giocatori. Non abbiamo bisogno di enumerare i problemi con le possibili o impossibili soluzioni ma soltanto di scegliere bene i professionisti più adatti ad affrontarli (si chiama problem solving). Ma, se ci fate caso, nessuno ne parla, nessuno li cerca, perché il merito non è categoria che la politica possa prendere in considerazione. Prima prendere i voti e poi Dio provvede. Ma la domanda vera è: chi è Dio?

Cerchiamo di capire nella maniera più semplice e chiara possibile la “questione Regione Calabria ” che i grandi giornali in questi giorni stanno analizzando attraverso i ritratti dei quattro candidati alla Presidenza ed un elenco… Leggi tutto » REGIONE CALABRIA: CI DOVREBBERO FARE DEI NOMI PIUTTOSTO CHE PROPINARCI ASTRATTEZZE
Se paragoniamo la Regione Calabria ad una squadra di calcio che si deve salvare è facile capire che non abbiamo bisogno di discettare su moduli tattici ma di giocatori. Non abbiamo bisogno di enumerare i problemi con le possibili o impossibili soluzioni ma soltanto di scegliere bene i professionisti più adatti ad affrontarli (si chiama problem solving). Ma, se ci fate caso, nessuno ne parla, nessuno li cerca, perché il merito non è categoria che la politica possa prendere in considerazione. Prima prendere i voti e poi Dio provvede. Ma la domanda vera è: chi è Dio?

AMALIA BRUNI, L’ALLEATO PENTASTELLATO E IL VOTO D’OPINIONE
Come sono arrivati in parlamento gli sconosciuti avv. D'Ippolito e Frugiuele? Con l'ondata del voto d'opinione. Salvini intende replicare quel film pertanto si gira in lungo e largo la Calabria mente Letta si fa vedere lo stretto indispensabile. Letta ha inglobato la Bruni dentro lo schemino nazionale "Pd + 5Stelle" perché non ha mai pensato di poter vincere, l'importante è poter dire alla fine come in Umbria: abbiamo perso insieme.

Consentitemi un rapido sguardo sul nostro quotidiano “Beautiful” politico. Il governo Draghi appare in questi giorni da tutti i sondaggi ottenere un crescente favore degli italiani anche dopo le intemperanze ed i distinguo per le scelte sul green pass. La campagna vaccinale grazie alla svolta impressa da Figliuolo si sta dimostrando agli inizi di settembre certamente un successo e sia l’estate turistica che la ripresa economica fanno intravedere se non una svolta un deciso cambio di rotta.
E tuttavia per Enrico Letta “questo non è il nostro governo” e Franceschini, che è il vero padrone misterioso dei dem oltre che il capo delegazione al governo, non ha mai pronunciato sin qui un solo apprezzamento per l’azione del suo premier Draghi. Proprio mentre il dem Bettini, Giuliano Ferrara sul Foglio e il duo Meloni-Salvini convergono sulla proposta di mandare Draghi al Colle per avvicinare le elezioni anticipate, Letta appare (F. Cundari) “intento piuttosto a cercare ogni giorno motivi per distinguersi e condurre piccole battaglie identitarie di cui finisce sistematicamente per dimenticarsi una settimana dopo, una volta esaurita la giostra delle interviste e dei tweet di rito, dando così l’immagine di un partito capriccioso e desideroso soltanto di far casino”.

LA CONSULTA BOCCIA IL COMMISSARIAMENTO, PER SALVARE LA SANITA’ C’E’ BISOGNO SOLO DI UN MIRACOLO DI SAN FRANCESCO DI PAOLA
Il dramma di una regione angariata da politici opportunisti, oppressa dalla mafia ed asfissiata dalla massoneria; la pantomima dei governi, avvicendatisi nell’ultimo decennio, che attraverso il commissariamento pensavano di poter risolvere la crisi dell’unica fiorente fabbrica del sud, inesauribile fonte di cospicue fortune, elettorali e non, per pochi eletti; di malasanità, di dolore, di ingiustizie sociali, di disagi, di viaggi della speranza per circa due milioni di calabresi, da sempre, in balia di un destino avverso.

Potrei fare a meno di proseguire avendo già compendiato, nel sottotitolo di questa nota, cosa alberga nel mio animo e cosa mi frulla per il capo. E di più… senza inutili piaggerie richiamare alla mente quanto su questo argomento ho scritto sul finire dell’anno scorso e nei primi mesi di quello in corso.
Però la conclusione alla quale è giunta la Corte Costituzionale – nella sentenza depositata una settimana fa, bocciando “il commissariamento di facciata” adottato dal Governo a proposito della sanità calabrese, senza aver dotato il commissario ad acta di una struttura amministrativa all’altezza del delicato compito assegnatogli – è esattamente quanto questo web journal sosteneva, non motivandolo in punto di diritto, bensì per fatto e logica stringente.
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COSA UNISCE BERSANI D’ALEMA e TRAVAGLIO
Travaglio osannato dai compagni bolognesi straparla di Draghi "figlio di papà" che "non capisce un c...". Dice Gianni Cervetti, uno degli ultimi comunisti, amico di Napolitano e Macaluso, che il giornalismo di Travaglio è "un giornalismo da orbi". La vera domanda è: perché la sinistra lo invita? Cosa non abbiamo capito in questi anni se il partito fondato da Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema si è unito al mondo grillino e paragrillino, anche sui social, vale a dire proprio con quelli che nel 2012 Bersani definiva «fascisti del web», identificando nell’antipolitica il principale nemico della «riscossa civica» che il Partito democratico si proponeva di suscitare?

Comincio dai fatti perché non è che oggi tutti possano seguire tutto. E’ accaduto domenica 25 luglio alla festa di Articolo Uno a Bologna. Travaglio era l’ospite d’onore. Ha dato del “figlio di papà” a… Leggi tutto » COSA UNISCE BERSANI D’ALEMA e TRAVAGLIO
Travaglio osannato dai compagni bolognesi straparla di Draghi “figlio di papà” che “non capisce un c…”. Dice Gianni Cervetti, uno degli ultimi comunisti, amico di Napolitano e Macaluso, che il giornalismo di Travaglio è “un giornalismo da orbi”. La vera domanda è: perché la sinistra lo invita? Cosa non abbiamo capito in questi anni se il partito fondato da Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema si è unito al mondo grillino e paragrillino, anche sui social, vale a dire proprio con quelli che nel 2012 Bersani definiva «fascisti del web», identificando nell’antipolitica il principale nemico della «riscossa civica» che il Partito democratico si proponeva di suscitare?

BEPPE PROVENZANO, IL DISEGNO DI LEGGE ZAN ED IL PIANO DECENNALE PER IL SUD 2030
Ancora una messinscena e fumo negli occhi dei meridionali e dei calabresi

Peppe Provenzano, ex ministro per il Sud ed esponente di spicco del Pd targato Enrico Letta, ha dichiarato ai microfoni di Omnibus a proposito del percorso accidentato del disegno di legge Zan che: «I numeri… Leggi tutto » BEPPE PROVENZANO, IL DISEGNO DI LEGGE ZAN ED IL PIANO DECENNALE PER IL SUD 2030
Ancora una messinscena e fumo negli occhi dei meridionali e dei calabresi

LA GUERRA PER LA SOPRAVVIVENZA TRA GRILLO E CONTE
Spasmodica l’attesa nel Pd su come andrà a finire e su chi ne uscirà vincitore.

Mentre si va facendo sempre più violenta la “Sfida all’O.k. Corral” tra Grillo e Conte per impossessarsi del Movimento 5-stelle e raggiungere l’obiettivo che ciascuno dei due si è prefissato, il Pd – ispirato dall’ideologo… Leggi tutto » LA GUERRA PER LA SOPRAVVIVENZA TRA GRILLO E CONTE
Spasmodica l’attesa nel Pd su come andrà a finire e su chi ne uscirà vincitore.

MA LA NOSTRA E’ ANCORA UNA DEMOCRAZIA DI FATTO O E’ SOLTANTO PAROLAIA?
E’ fuor di dubbio, gIi organi costituzionali vanno perdendo sempre più il rapporto con la società. Prova ne è l’accentuato declino che si sta manifestando con il forte aumento dell’astensionismo dalla partecipazione attiva alla vita politica e sociale della res pubblica, con la diminuzione del numero degli iscritti ai partiti, con la sfiducia dei cittadini nei loro confronti. Sintomi questi che la dicono lunga sulla loro trasformazione in oligarchie autoreferenziali che mettono in serio pericolo la credibilità della democrazia rappresentativa. Sulle dolci note del “valzer delle candele” si sta consumando in Calabria, in tema di candidature alle elezioni regionali, a destra come a sinistra, il sempiterno tatticismo per designare il candidato presidente della giunta non in funzione di un progetto riformista bensì sulla scorta di un algoritmo demenziale, che fa presagire una resa senza condizioni alle forze retrive del centrodestra ed il logorante tatticismo finalizzato solo alla raccolta di consensi elettorali e di appannaggi per i sodali.

Correva l’anno 431 avanti Cristo. In tempi non sospetti Pericle, il primo a parlare di democrazia di fatto, in un suo discorso agli ateniesi così si esprime:
Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, ma come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.

LA DANNAZIONE STORICA DELLA SINISTRA E DEI PROGRESSISTI CALABRESI
Nel mondo avviene di tutto. In Calabria non si riesce a formare e tenere unita la sinistra calabrese. Ma anche nel centrodestra per il quale si profila la vittoria è in atto una lotta senza quartiere. In un caso e nell’altro ha avuto inizio il valzer delle poltrone. Sarà ancora una volta il trionfo delle clientele e dei legami oscuri?

Si avvicinano le elezioni regionali ma sono sempre lontane le decisioni all’interno degli schieramenti della destra e della sinistra, complicate dai fuochi fatui di neo formazioni. La vittoria, data per certa della destra, è al momento in discussione: sembrava che Roberto Occhiuto fosse destinato ad una marcia trionfale, però Coraggio Italia di Giovanni Toti, che sottrae al Berlusca 12 parlamentari, indubbiamente indebolisce il cavaliere e porta al tavolo delle spartizioni, altri appetiti da soddisfare. Senza contare che il “volemose bene” tra Giorgia e Matteo, nasconde turbative sulla spartizione della torta.
Fratelli d’Italia vorrebbe infatti dare sistemazione al vertice calabro di Wanda Ferro mentre l’intrepido capitan Salvini, pur di soddisfare altri appetiti altrove non avrebbe alcuno scrupolo a riproporre l’evanescente Spirlì alla  guida del territorio bruzio.

LA CALABRIA NON È TERRA DI CONSOLI E PROCONSOLI
Langue il centrosinistra mentre il centrodestra già pregusta la gioia della vittoria alle prossime elezioni regionali. Irto rinuncia alla candidatura: in questo medioevo politico non mi candido

Lettera aperta
all’on. Enrico Letta
Segretario Nazionale del Pd
Leggo ed ascolto con molto interesse il nuovo “vangelo” che va predicando per la salvezza della nostra repubblica la cui democrazia, a 75 anni dalla sua nascita, scricchiola sinistramente. Non sto ad elencare tutti i mali di cui essa soffre perché a tutti noti e comunque quanto avvenuto nel consiglio superiore della Magistratura la dice lunga su tutte quelle che sono le “disfunzioni” che gli italiani stanno subendo nel completo disinteresse di una classe politica sempre più lontana dai suoi danti causa.
E’ una grande verità: la nostra democrazia è malata, ha bisogno necessariamente di cure; sta vivendo un lungo inverno nella inconsapevolezza dell’arrivo della primavera, se ci sarà.

SE IL PD DIVENTASSE IL PARTITO DELLE RIFORME DI DRAGHI
Anche con il passaggio da Zingaretti a Letta lo schema strategico del Pd non è cambiato, al netto di qualche gioco di parole o di prestigio.

Per battere la destra occorre la sinistra e quindi quello che il solipsista Bersani chiama da decenni “il campo”, “la tenda” o come volete, altro non è che l’Ulivo, nel migliore dei casi perché significa che sia stato individuato il nuovo Prodi, oppure il BisConte, come prosaicamente si chiama l’esperienza più trasformista della recente storia repubblicana, la maschera di progressista che Conte si è messa togliendosi quella reazionaria che portava prima, schiavo di Salvini e della sua politica di chiusura.
Il presunto realismo di Goffredo Bettini, convinto che o ti mangi stà minestra (l’alleanza con il M5s) oppure vince facile Salvini alle prossime elezioni, è riproposto tale e quale anche adesso che non un complotto internazionale (povero Mattarella cosa gli tocca sopportare) ma il venir meno della maggioranza per l’uscita di Iv, ha portato al governo Mario Draghi, l’unico italiano capace non solo, come si dice, di dialogare con i partner europei, ma anche di guidarli e spronarli come sta dimostrando in varie occasioni.

TRA UN VENTENNIO LA CRISI IDRICA SARÀ UN PROBLEMA CHE CI AFFLIGGERÀ
Mettiamoci in riga è il programma adottato dal Ministero dell’Ambiente per implementare la governance multilivello degli enti periferici. I comuni calabresi chiamati a razionalizzare capacità tecniche ed amministrative nell’ottica di indirizzare le scelte e facilitare i processi decisionali attraverso l’applicazione di pratiche e nuove soluzioni sotto l’attenta supervisione della Sogesid. Il mancato adeguamento comporterà l’esclusione dal Recovery plan. La Lamezia Multiservizi dovrà scindere il servizio idrico da tutte le altre attività gestite.

Sostiene il World Resources Institute, che monitora domanda e disponibilità di acqua in 167 Paesi che il prezioso liquido, tra un ventennio, circa sarà un problema sistemico che ci affliggerà. Se ne parla ancora poco… Leggi tutto » TRA UN VENTENNIO LA CRISI IDRICA SARÀ UN PROBLEMA CHE CI AFFLIGGERÀ
Mettiamoci in riga è il programma adottato dal Ministero dell’Ambiente per implementare la governance multilivello degli enti periferici. I comuni calabresi chiamati a razionalizzare capacità tecniche ed amministrative nell’ottica di indirizzare le scelte e facilitare i processi decisionali attraverso l’applicazione di pratiche e nuove soluzioni sotto l’attenta supervisione della Sogesid. Il mancato adeguamento comporterà l’esclusione dal Recovery plan. La Lamezia Multiservizi dovrà scindere il servizio idrico da tutte le altre attività gestite.

IL GOVERNO DRAGHI, OSSIA IL REDDE RATIONEM DELLA POLITICA ITALIANA
Riflessioni sulle riposte speranze ed i solenni fastigi irradiati dalla grande impresa draghiana

   Con scatto decisamente tardivo e cionondimeno puntuale rispetto alla stagnante oblivione medioitalica, strappo dal mio taccuino di dannato queste esigue notazioni sulle riposte speranze e i solenni fastigi irradiati dalla grande impresa draghiana.    Pare ieri… Leggi tutto » IL GOVERNO DRAGHI, OSSIA IL REDDE RATIONEM DELLA POLITICA ITALIANA
Riflessioni sulle riposte speranze ed i solenni fastigi irradiati dalla grande impresa draghiana

IN CALABRIA ANCHE I VACCINI SONO CAUSA DI DISEGUAGLIANZA E DISPARITA’
Innescata la solita lotta tra soggetti deboli ed enti che non fanno il loro dovere. I media di stamane pubblicano titoloni per niente rassicuranti sulla gestione dei vaccini nella nostra regione. Parrebbe - a dire dell’Asp - che Cosenza li abbia finiti dopo aver appena iniziato la vaccinazione degli over 80enni. Se, però, si va sul portale del Governo dedicato alla vaccinazione si apprende che in Calabria sono state inoculate 119.224 mila dosi a fronte delle 193.580 mila a disposizione. Pur dando esistenti il 30% delle dosi conservate per il richiamo, mancano all’appello 38.000 preziosi flacconcini sui quali, allo stato, nessuno sa dare indicazioni. Non si sta qui a soffiare sul fuoco ed a formulare ipotesi assurde, però una considerazione è d’obbligo farla: è possibile che in tema di sanità, ieri come oggi, i preposti alla bisogna siano così sprovveduti da non sapere che, aritmeticamente, due più due fanno quattro, tranne che non ci siano incognite inespresse. Intanto ecco quanto scrive la commissaria del Psi lametino.

I vaccini avrebbero dovuto rappresentare la luce in fondo al tunnel, invece, in una Regione come la nostra, rischiano  di diventare l’ennesima causa di diseguaglianza e disparità di trattamento, innescando la solita lotta impari tra… Leggi tutto » IN CALABRIA ANCHE I VACCINI SONO CAUSA DI DISEGUAGLIANZA E DISPARITA’
Innescata la solita lotta tra soggetti deboli ed enti che non fanno il loro dovere. I media di stamane pubblicano titoloni per niente rassicuranti sulla gestione dei vaccini nella nostra regione. Parrebbe – a dire dell’Asp – che Cosenza li abbia finiti dopo aver appena iniziato la vaccinazione degli over 80enni. Se, però, si va sul portale del Governo dedicato alla vaccinazione si apprende che in Calabria sono state inoculate 119.224 mila dosi a fronte delle 193.580 mila a disposizione. Pur dando esistenti il 30% delle dosi conservate per il richiamo, mancano all’appello 38.000 preziosi flacconcini sui quali, allo stato, nessuno sa dare indicazioni. Non si sta qui a soffiare sul fuoco ed a formulare ipotesi assurde, però una considerazione è d’obbligo farla: è possibile che in tema di sanità, ieri come oggi, i preposti alla bisogna siano così sprovveduti da non sapere che, aritmeticamente, due più due fanno quattro, tranne che non ci siano incognite inespresse. Intanto ecco quanto scrive la commissaria del Psi lametino.