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Può Lamezia risorgere se manca la classe politica?

Prima puntata

L’avv. Rosario Piccioni, consigliere comunale del gruppo Lamezia Insieme è il nostro primo ospite dell’annunciata inchiesta a tema “Lamezia, una città per cantare o per piangere?”. Egli ha fatto parte dell’ultima consiliatura Speranza, dove ha ricoperto l’incarico di assessore ai lavori pubblici ed allo sport. Nell’attuale consiglio comunale ad etichetta Mascaro, fa parte dei componenti di una opposizione, a mio parere,  abbastanza taciturna e contenuta.
Piccioni, assai scarso di peluria sulla lingua, ma attento e guardingo nel pesare le parole, come del resto richiede la sua professione, ci dà lo spaccato di una politica lametina come sempre inquieta e inconcludente.

Avv. Piccioni, a diciannove mesi dall’insediamento dell’amministrazione Mascaro quali risultati ha raggiunto  la città lametina?
Pochi e per giunta  insoddisfacenti ed insufficienti. Ritengo che i cittadini che hanno  votato questo sindaco lo abbiano fatto confidando su quella voglia di cambiamento e sulla intenzione di rompere con il passato, che  in campagna elettorale  Paolo Mascaro aveva gridato ai quattro venti.  Sembra ormai chiaro a tutti che la situazione, a distanza di diciannove mesi sia veramente stagnante. Non a caso ho parlato di paralisi sia politica che amministrativa ed è triste constatare che degli annunci elettorali si sta vedendo ben poco. Il che provoca un malcontento generale, che finisce con l’alimentare quella accettazione supina e quel distacco sempre più profondo tra la politica e  cittadini.

Si, però dopo tanto dire e disquisire alla fin fine sembrerebbe che numeri e conti abbiano dato ragione ai  “dissestisti”, onorificenza proprio da Lei elargita ai revisori dei conti che hanno incasellato i numeri ai posti giusti,  dipingendo una tela con qualche buco nero…
Non è così!  Nessuno ha mai detto che le condizioni economiche del comune lametino fossero floride, però da qui a dire che ci fossero gli elementi per il dissesto ce ne passa. Ancora oggi  penso che chi ieri agitava il vessillo del dissesto sbagliava, tant’è che è stato smentito dalla Corte dei Conti a sezioni riunite di Roma e poi anche dal fatto che il piano di riequilibrio oggi è ancora in piedi. Piano che sta andando avanti a Lamezia come in altre città della Calabria, per es. Cosenza, che hanno una situazione economica difficile dalla quale ci si sta riprendendo. Non drammatica come si era descritta all’epoca e per fortuna non si è arrivati alla pronuncia di dissesto che avrebbe messo la città in ginocchio. Secondo me  quella presa di posizione è stata fondamentale per  tenere la barra dritta ed uscire dai marosi del dissesto.   

Però i “tifosi dissestisti” non hanno mai cantato le lodi di questo piano di riequilibrio, anzi han paventato l’ipotesi che i pronipoti lametini  pagheranno la nostra eccessiva prodigalità…
Non sono d’accordo, il piano di riequilibrio decennale è quello fatto dalla giunta Speranza. Sono passati già tre o quattro anni e siamo in fase avanzata, tant’è vero che anche il sindaco in un recente consiglio comunale ha dichiarato che addirittura potrebbe finire anzi tempo. C’è chi ha interesse per demagogica speculazione, parlo quindi di esponenti politici, a confondere il riaccertamento straordinario dei residui – quello sì che ha durata trentennale – con il piano di riequilibrio decennale che, in base alle normative emesse di volta in volta, viene rimodulato. Le cose stanno andando talmente bene che il riequilibrio può essere raggiunto per il 2023.

E gli altri buchi neri, alludo al pagamento dell’acqua all’ente regionale, alle passività della Multiservizi …quelli vanno rimodulati nel piano di riequilibrio?
Assolutamente no, qualche mese fa sono  già state adottate le delibere per il loro inserimento nel piano. Dunque sono state già previste.

Quale collocazione politica darebbe alla maggioranza del sindaco Mascaro?
Non c’è dubbio, è sbilanciata a destra.

Ma questa è una destra tesa e coesa, oppure è un brillante esempio di democrazia liquida, nel senso “voto quello che mi conviene cambiando casacca”?
Finora il sindaco Mascaro ha fatto da collante riuscendo a smussare gli angoli ed a tenere unita la sua eterogenea compagine. Certo non sono mancati momenti di fibrillazione, di attrito, di cambi di casacca, di trasformismo politico che hanno dato luogo addirittura ad un nuovo gruppo – Cac – costituito dal presidente del consiglio comunale De Sarro, dall’inossidabile De Biase, da Paradiso e da Muraca 68, tutti fuoriusciti da FI, dove, impavida, resiste la sola Carolina Caruso. Siamo ancora alle prime battute, i problemi veri di Lamezia non sono stati ancora affrontati e non sbaglio nell’ipotizzare che nella attuale maggioranza non esista un pensiero condiviso da tutti. Prova ne è Cac che fa capo a Verdini ed a  Galati: ieri appoggiavano Renzi  mentre oggi sono in attesa di collocarsi là dove conviene politicamente.

Ecco, l’on. Galati, a suo parere, ha influenza sulle scelte politiche amministrative del sindaco Mascaro?
Certamente, parlano i fatti: cinque consiglieri hanno costituito un nuovo gruppo per seguire Galati nei suoi contorsionismi politici finalizzati alla ricerca di una sua futura collocazione. Per intanto ne ha dato una a ciascuno dei suoi adepti: De Sarro, presidente del Consiglio, Cardamone assessore ai lavori pubblici, De Biase capogruppo, Paradiso consigliere provinciale, Muraca 68 presidente della commissione sul PSC, Ionà nel Cda Sacal. Piaccia o no, Galati, sempre dietro le quinte ieri come oggi, rappresenta un punto di riferimento non trascurabile nell’amministrazione Mascaro.

Mi sembra che l’opposizione in seno alla compagine amministrativa abbia poca grinta e poco spessore. E’ solo una mia impressione?
Probabilmente è quanto si percepisce all’esterno. Personalmente ce la metto tutta nello stare addosso ai problemi, però bisogna tenere nel debito conto che su 24 consiglieri 17 sono con Mascaro e che i media non ci danno molto spazio. Comunque è auspicabile per il  futuro che almeno i partiti del centrosinistra sinistra trovino la quadra per un’opposizione più incisiva. 

Speranza ed il suo cerchio magico sono scomparsi dalle scene politiche, addirittura sembra svanito il ricordo delle sue due consiliature…
Ciò fa parte della politica e della natura umana, nel senso che c’è bisogno di un periodo di decantazione per valutare appieno quanto è stato fatto. Comunque non mi trovo d’accordo con la definizione “cerchio magico”. Sono stato anch’io un amministratore molto vicino a Speranza e vi assicuro che non ho avuto questa impressione. Penso invece che  quel gruppo stia dando una bella lezione di democrazia:  non intervenendo nel dibattito pubblico stanno a dimostrare di avere grande rispetto della volontà popolare.
In ogni caso non mi pare di sentire in giro lodi ed osanna per la neo giunta cittadina.

È opinione corrente che finora il consiglio comunale abbia prodotto zero in tema di sviluppo socio-economico della città…
Ebbene si, il sindaco Mascaro ha impostato la sua campagna elettorale su due problemi essenziali ed importanti per la città: il Piano Strutturale Comunale ed il problema dei rom che, a suo dire, avrebbe risolto entro dicembre dello scorso anno. Chiudiamo subito la questione rom della quale il consiglio comunale nulla sa, tranne che i rom sono sempre a Scordovillo.
Sul Psc – e sull’argomento il sindaco ha tutte le responsabilità – c’è stata una cattiva gestione politica e ci sono voluti 19 mesi per iniziare a discutere del piano strutturale. È evidente che nella maggioranza ci sono due distinte linee di pensiero: quello di Mascaro che intende proseguire sulla via del Psc adottato dalla  amministrazione Speranza  e quello di altri che, invece, desidererebbero azzerare tutto e ripartire daccapo. Il sindaco ha preso l’impegno di consegnare entro la fine di gennaio un’ipotesi ben definita. Ritengo che ciò solleverà nell’ambito della stessa maggioranza una serie di problemi di natura politica e che si possa arrivare ad una implosione.

Mettiamo da parte per un momento la nostra città. Mi esprima il suo giudizio sulle scelte fino ad oggi operate dalla giunta Oliverio, per la Calabria e per Lamezia.
Abbiamo il dovere di essere obiettivi, ho votato Oliverio, ma con la stessa franchezza devo constatare che la sua attività politica è stata ed è deludente e negativa. Promesse ed impegni mai mantenuti: ci si aspettava una inversione di tendenza nell’amministrazione regionale ma, ad oggi, è triste constatarlo, non si è stati nemmeno all’altezza di gestire i fondi europei.
Anche qui, ironia della sorte, per fare un parallelo con l’amministrazione Mascaro, la scelta degli assessori, tardiva ed inefficace, salvo qualche eccezione, ha ricalcato i pasticci degli antichi padri.
Oliverio è più assente che mai, sempre più preso dalla dannata quaestio sanitaria.
In questo contesto i calabresi farebbero bene a preoccuparsi, in quanto questa “leggerezza dell’amministrare” spalanca  le porte alla destra che, allo stato delle cose, è destinata a  salire  in cattedra non per meriti suoi quanto per demeriti altrui.

Avvocato, dopo tanto millantato credito su Lamezia baricentro della regione, su Lamezia Brasilia del sud, su Lamezia terza città della Calabria, favole che datano almeno sessanta genetliaci, lei crede ancora che questa città possa risorgere dalle ceneri?
Di natura sono ottimista, per cui penso che Lamezia con una buona classe politica potrebbe recuperare tante delle opportunità perse. Tutti i politici, me compreso, dovremmo porci come obiettivo l’interesse superiore di agire in nome e per conto della città. Forse riusciremmo non a recuperare il maltolto, ma certamente a dare significative prospettive ad una città piagata e mortificata dagli uomini. Ma c’è bisogno di fatti e non di parole.

Pensa che Lamezia abbia una classe politica di tal levatura?
Forse questo è un problema di tutta la regione Calabria, dove il livello qualitativo dei politici lascia molto a desiderare. Mi ci metto per primo anch’io, ritenendo quello lametino non all’altezza della situazione. In questo momento esprimiamo un consigliere regionale e due parlamentari di cui non c’è traccia in città.  In questi  anni  è opinione diffusa dei cittadini che sia Lo Moro che Galati non abbiano  “prodotto” nulla per la città. I sindaci ci sono stati e continuano ad esserci, ma sulle grandi questioni – e metto in testa quella della sanità e quella occupazionale – è difficile per un sindaco incidere in modo determinante.