Seconda Puntata
Consigliere comunale, ed oggi anche consigliere provinciale, Aquila Villella è l’unica “espressione” di Città Reattiva, quel movimento composto da cittadini che, individuato il loro candidato sindaco, Tommaso Sonni, dopo aver sbaragliato le primarie del Pd, si tuffarono nell’ultima competizione elettorale comunale. I consensi ricevuti come lista civica superarono di poco i 2.700 voti, mentre tutta la coalizione ne ebbe 10.452. Città reattiva, quindi, insediò nel consiglio comunale lametino Tommaso Sonni, da poco dimessosi per motivi personali, ed Aquila Villella.
Del “reattivo movimento” oggi non c’è più traccia: ha cessato di dar segni di vita con la fine della bagarre elettorale, tanto da far sorgere il dubbio che sia stata una di quelle iniziative elettorali già destinata a morire prematuramente.
Sono svaniti, quindi, i propositi di quei cittadini che intendevano perseguire il bene comune attraverso la buona politica?
La professoressa è la testimonial dei buoni propositi di Città Reattiva, purtroppo relegata ad un ruolo di opposizione che la fa sembrare a Daniele nella fossa dei leoni. Non credo, però, che ella voglia vestire questi panni, perché solitamente le aquile volano alto… ma anche perché si era costituito in città un nucleo di persone non impastoiate nella politica e decise a farla alla luce del sole, fuori dalle solite beghe, condizionamenti, compromessi che, malgrado l’”annuncite” del sindaco Mascaro, stagnano sull’orizzonte politico cittadino, turbato dai vorticosi valzer della componente galatiana che, giù la maschera, sempre per il supremo bene dei lametini, da Cac è divenuta Alleanza civica per Mascaro, messaggio subliminale per il sindaco e che, tradotto, significa “se ti muovi ti fulmino”.
Dott.sa Villella , il movimento città reattiva che fine ha fatto?
Città Reattiva ha rappresentato un movimento importante capace di aggregare una consistente parte della società civile che credeva fortemente in un progetto di rinnovamento. Certo, si è conclusa la fase legata alla immediata scadenza elettorale, ma non può dirsi conclusa la sua missione, che era quella di voler contribuire ad un cambiamento della politica attivando percorsi di effettiva partecipazione democratica.
Allora prenderà Lei le redini del movimento…
È evidente che all’interno delle istituzioni rappresento quel movimento. Credo che in città ci siano tanta voglia di partecipazione ma pochi luoghi di discussione. Forse è giunto il momento di riprendere quel cammino nel tentativo, non semplice, di coinvolgere e riaggregare tutte le forze del centrosinistra lametino.
Il suo impegno in politica era legato a quell’evento o, invece, ha programmi più ambiziosi, come fa pensare la sua elezione a consigliere provinciale?
In verità la mia esperienza era iniziata già nel 2010, essendo stata eletta consigliere comunale nelle liste del Pd, ed è continuata nel 2015 con Città Reattiva. La candidatura al consiglio provinciale è nata dall’esigenza, manifestata a più livelli, che Lamezia non fosse mortificata ed avesse una rappresentanza del centrosinistra in seno al consiglio provinciale. Davanti a scelte di natura diversa che non ho inteso condividere, ho deciso di candidarmi nella precisa consapevolezza che sarebbe stata una competizione difficile. Il consenso di tanti che al di là delle appartenenze hanno voluto sostenere la mia persona, ha permesso anche al centrosinistra di essere presente. Sul resto si vedrà… Di doman non c’è certezza.
Cosa ne pensa del connubio politico-gestionale Galati Mascaro?
Quello che avevamo previsto e detto in campagna elettorale si è verificato. Oggi, più di ieri, Pino Galati da politico navigato condiziona fortemente le scelte amministrative. Basti pensare che occupa tutte postazioni chiave: dall’ Assessorato ai lavori pubblici alla Presidenza della Commissione urbanistica, dalla presidenza del Consiglio alla Sacal, alla Presidenza dell’Ente Fiera. Anche l’ultima mossa di costituire il gruppo Alleanza civica con Mascaro è funzionale agli interessi politici di Galati, ma il sindaco da un lato non sembra accorgersene e regge il gioco e dall’altro continua a predicarne la distanza.
A quindici mesi dall’insediamento della giunta Mascaro per Lamezia ed i lametini è cambiato qualcosa?
Si. In peius. Sono diminuiti i servizi a fronte dell’aumento delle tasse. Non era mai successo che il servizio idrico subisse tante interruzioni. Così come interruzioni subisce quotidianamente il servizio trasporti con notevoli disagi per i cittadini e per i tanti ragazzi che devono raggiungere gli istituti scolastici. Il piano strutturale è fermo. Il campo rom che, secondo le dichiarazioni del sindaco, avrebbero dovuto essere smantellato nel giro di 12 mesi è sempre lì. I lavori pubblici sono quelli programmati dalla precedente amministrazione. Manca una programmazione e ci si occupa dell’ordinaria amministrazione. Anzi, si ha la sensazione che si subiscano scelte consumate altrove. Basta pensare alla Sacal. La città è sempre più povera sia dal punto di vista economico che culturale
A suo parere, considerando i risultati raggiunti dalla regione Calabria, la giunta Oliverio sta operando meglio dell’enfant prodige di Scopelliti?
Stando alle analisi condotte dagli istituti nazionali statistici e di ricerca, la Calabria è al palo rispetto alle altre regioni. L’economia reale è in affanno e le scelte fatte negli ultimi anni non sembrano invertire la tendenza. Certo, governare la Calabria è davvero difficile. Oliverio era animato da buoni propositi e ci saremmo aspettati una svolta, ma ancora i risultati stentano ad arrivare. Ad influire credo che siano anche i continui conflitti politici ed istituzionali. Basti pensare a quello sulla sanità. Tutto ciò rallenta i percorsi di crescita. Siamo considerate tra le regioni più belle del mondo e non riusciamo a risolvere una volta per tutte la questione della depurazione, del mare pulito, della gestione dei rifiuti, fattori importanti per favorire il turismo. Però voglio essere fiduciosa e voglio sperare che un impulso forte possa venire anche dal partito democratico, che ne sarebbe capace, se soltanto smettesse di concentrare le energie nella risoluzione dei continui problemi interni e spostasse l’attenzione sullo sviluppo della regione
Dall’istituzione dell’ente regionale calabrese qual è stata, secondo lei la giunta amministrativa più fattiva e positiva in tema di sviluppo socio economico?
.. io la sto aspettando….
Considerando l’operato dei sindaci lametini dell’ultimo trentennio, li butterebbe tutti dalla torre o ne salverebbe qualcuno?
Lamezia ha vissuto momenti altalenanti. Ai momenti di grande illusione e voglia di riscatto si sono susseguiti momenti difficili che hanno fatto ripiombare la città in un’atmosfera cupa. Ricordiamo che Lamezia ha subìto due volte lo scioglimento del consiglio. Una valutazione onesta non può però non tener conto dei diversi fattori che hanno accompagnato l’operato delle diverse amministrazioni. Fattori capaci di determinare successi e fallimenti. Se pensiamo all’esperienza della Lo Moro dei primi cinque anni non possiamo che esprimere un giudizio positivo. Ricordiamo però che era il tempo in cui, per la prima volta, la legge riconosceva l’elezione diretta dei sindaci ed attribuiva loro una serie di poteri che hanno consentito a tanti sindaci di ben operare. Ricordiamo Bassolino, Orlando e tanti altri. Occorre poi considerare che la crisi economica e i continui tagli nei trasferimenti ai comuni non hanno aiutato le amministrazioni successive. L’amministrazione Speranza però, nonostante tutto, è riuscita, seppur con grande difficoltà, a portare a compimento una serie di progetti importanti in diversi settori.