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Flat Tax Un regalo ai "Paperoni"

Egr. direttore,
desidero richiamare la sua attenzione sui provvedimenti degli ultimi  “governicchi”  che si stanno alternando sulla scena politica del Paese. I nostri governanti si atteggiano  a paladini delle fasce deboli, ma guarda caso, la regola che osservano è sempre quella di dare ai ricchi il pane ed ai poveri le briciole.
Lo testimonia la “Flat Tax”: esso è un sistema fiscale, proporzionale non progressivo, relativo  alle imposte sul reddito familiare e, talvolta, sui profitti delle imprese tassate con un’aliquota fissa.
La “Flat Tax”, dopo essere stata inserita nell’ultima legge di bilancio, è appena entrata in vigore. E’ un atto di “riconoscenza” nei confronti dei “grandi” della finanza, dei “paperoni” e degli “speculatori”.
Attenzione però, il Senato, contemporaneamente, ha varato un provvedimento contro la “povertà”: una miserevole elemosina all’italiana. Questo provvedimento, infatti, prevede un inadeguato reddito di inclusione per “poverissimi”. Ma c’è di più: tra le pieghe e senza clamore il  Governo taglia 300 milioni al fondo non autosufficienza e al fondo per le politiche sociali. Con una mano ti dà (poco!), con l’altra taglia (bene!).
Con la “Flat Tax” chi decide di stabilire la residenza in Italia, potrà avvalersi di una agevolazione straordinaria e pagare, per 15 anni, 100 mila euro di tasse all’anno. E’ un metodo questo, a mio parere, che  aumenta e non diminuisce le “disuguaglianze”.
Un esempio: se un magnate, il cui reddito è 10 milioni di euro all’anno, dovesse decidere di risiedere nel nostro Paese, l’imposizione fiscale sarà dell’uno per cento. In Italia l’aliquota massima per i redditi superiori a 75 mila euro è del 43%. Inoltre alla stragrande maggioranza dei contribuenti italiani viene applicata l’aliquota media del 27%. E questo è un sistema per ridurre le “disuguaglianze”?
Semmai è un metodo per fare incazzare ulteriormente i connazionali, sempre più vessati da un sistema fiscale inadeguato, e quindi costringerli, per la propria sopravvivenza, a cercare di evadere. Ai ricchi tasse “indolore”, ai meno abbienti tasse “ghigliottina”. In Italia, tra l’altro, si tartassano coloro i quali, per mera sopravvivenza, hanno deciso di spostare la propria residenza all’estero. Questo partendo dal presupposto che se una persona si trasferisce all’estero, lo faccia esclusivamente per evadere le tasse. Nel contempo, ahimé!, si propone agli stranieri di venire da noi, offrendo loro, su un piatto d’argento, eccezionali agevolazioni. Bravo Gentiloni! Bravo Poletti! Bravi tutti gli altri!
Non scordiamoci che in Italia, secondo fonti attendibili, il 20% della popolazione detiene il 68% della ricchezza totale del Paese. Dal 2005 il 54% della ricchezza prodotta in Italia, è in mano al 10% della popolazione benestante.
La “Flat Tax” per incassare 50-60 milioni di euro. Un’ inezia di fronte a quanto lo Stato potrebbe incassare se facesse pagare a tutti le tasse. Questo, naturalmente, con un sistema fiscale adeguato e tenendo conto della generale situazione degli italiani.
Mi domando: perché lo Stato s’inchina verso i “potenti” elargendo loro “ottimi regali” e solo “briciole” ai bisognosi?
Di certo l’introduzione della “Flat Tax”, è un altro passo in avanti che mina i basilari principi di “giustizia sociale”.
E noi, comme d’habitude, restiamo a guardare.

Emilio Vescio