Roma, 16 marzo 2017, Palazzo Madama è in fibrillazione: si attende l’esito della votazione sulla decadenza del sen. Minzolini. Non c’è molto da attendere: l’ex direttorissimo del Tg1 viene salvato con 137 voti favorevoli, 94 voti contrari, 20 astenuti.
Egli stesso in una intervista al Messaggero dichiara: “Ero pronto a bere la cicuta… convinto che mi avrebbero fatto decadere. E ora sono il più stupito e il più contento di tutti”. E così egli continua ad esercitare, disinvoltamente, la sua funzione di senatore della Repubblica.
Ciò che stupisce è che i nostri senatori, ottimi ed esperti teatranti, esorbitando dai propri poteri, anziché attenersi a quanto normato dall’art. 1 del D.L. 235/2012 – la legge Severino voluta e votata da tutti loro – pur in presenza di una sentenza definitiva passata in giudicato, siano entrati nel merito della vicenda giudiziaria salvando Minzolini, colpevole del reato di peculato.
Se tanto vuol significare sostituirsi alla Magistratura, tanto varrebbe, allora, che per snellire la mole di processi pendenti nei vari tribunali italiani, una quota parte di questi fossero assegnati alla Camera dei deputati ed ai senatori con conseguente risparmio economico per il Ministero della Giustizia.
Ma c’è di più. Il senatore oltre ad essere stato condannato a due anni e sei mesi per peculato, è stato anche interdetto, per lo stesso periodo, dai pubblici uffici, e come stabilisce la sentenza della Cassazione, la 391/1966, l’interdizione si applica con decorrenza dal giorno in cui la sentenza di condanna diviene irrevocabile.
Ma forse tutto ciò è sfuggito ai nostri attenti e vigili senatori della Repubblica! Purtuttavia, l’egregio giornalista, interdetto, siede tranquillamente in Senato. Lo “scranno” è mio, ”Dio me l’ha dato, guai a chi lo tocca”!
Da questa triste e desolante vicenda, checchè se ne dica, è chiaro ed evidente che il “Patto del Nazareno” è in essere; se così non fosse le vicende Lotti prima e Minzolini dopo, avrebbero certamente avuto esiti diversi.
In questi giorni, relativamente al caso Minzolini, si è detto che “certa magistratura” perseguita alcuni politici, che non opera per come dovrebbe e che spesso intralcia i lavori governativi.
Se ciò dovesse rispondere a verità significherebbe che non esiste una giustizia vera ed assoluta, che le leggi, in buona parte, non sono perfette e che spesso si prestano a dubbie interpretazioni.
Ed allora vien da chiedersi: chi legifera?