Seconda parte …
A chi, quindi, dare lo sfratto? Alla Regione o all’amministrazione provinciale di Catanzaro? Al comune di Lamezia Terme o alla Camera di Commercio del capoluogo di regione? Le ipotesi non sono tante per cui nel parterre degli arraffa – arraffa c’è grande fermento e sotterraneo intenso lavorio per conquistare un posto al sol dell’avvenire.
A sentir in giro umori e rumors c’è, poi, un galoppante scetticismo sulla fattività dell’attuale giunta regionale e tangibili ravvedimenti sulla fiducia riposta nel vecchio legionario Mario Oliverio, specialmente se si considera il nulla di fatto della riforma sanitaria, il “turismo” sanitario alle stelle, l’aumento dei ticket, l’eterna conflittualità con il commissario governativo Scura, i disinnamoramenti e gli improvvisi amorevoli “afflati” con il premier Renzi, nonché le promesse, ormai dimenticate, fatte in campagna elettorale, relativamente al ruolo della città lametina, chiave di volta, a parole, nell’ ottica dello sviluppo regionale.
L’elenco delle giravolte oliveriane potrebbe continuare, ma sarebbe cosa del tutto inutile perché niente è cambiato: anzi parlano, con un assordante silenzio, migrazione e disoccupazione, qualità della vita e dei servizi !
Ma veniamo a noi: il prossimo 30 aprile l’assemblea dei soci Sacal dovrà nominare la nuova governance che dovrà prendere in mano la gestione dell’aeroporto lametino, tenendo nella dovuta considerazione che per l’avvenuto aumento di capitale, sono cambiati gli equilibri interni dell’assetto finanziario, dettaglio non trascurabile tant’è che la mia fantasia , ne chiedo venia… si è perduta in mirabolici pensieri.
Il più bislacco: se fossi sindaco di Lamezia – periodo ipotetico del terzo tipo, ossia dell’impossibilità…non tema quindi Mascaro – farei due conti: Lamezia Sviluppo sas di Antonino Tripodi e company, nel nuovo asset è il maggior azionista con il 23,62%, al quale va aggiunto anche lo 0,18% acquisito da Credem in questi giorni; il Comune di Lamezia segue a ruota con il 20,71%.
Se, per esempio cooppitassi Aeroporti di Roma con il suo 9,95% – loro concedendo il direttore generale in modo da avere la garanzia del management della Sacal, con annessi e connessi i nuovi oneri ed onori derivanti dalla gestione di Reggio C. e Crotone – forse forse si riuscirebbe a togliere di mano il “giocattolo” Sacal ai politici, sostituendoli con gente competente proveniente dal privato e poco adusa alle limousine ed agli alberghi pentastellati.
Sindaco Mascaro, è probabile che la mia fantasia sia andata un po’ oltre, ma pur di far mangiare la polvere ai politici e di dare il ben servito a Colosimo ed alla Michienzi (da intercettazione : la signora ci ha definito lametini di merda che non capiscono niente) non mi va di porgere l’altra guancia, anzi …
Immagini poi Oliverio con tutti i poltronisti e le ugole gregarie per vocazione in processione indossando il cilicio dei penitenti , che scena !
Vede Mascaro, lei non si è mai definito un politico ed ha sempre dichiarato di non avere ascendenti politici. Se così è, questa è l’occasione ghiotta per dare seguito e senso ai suoi annunci elettorali.
E’ l’unica opportunità, dopo anni di soverchierie e di umiliazioni, data alla città di Lamezia per consacrare un lametino come presidente della Sacal, senza se, senza ma, senza compromessi politici, grazie all’intervento di qualche coraggioso imprenditore del luogo.
Diciamoccela tutta, sindaco Mascaro: non c’è brama di voler un lametino al posto di Speziale o Colosimo perché questo non ci riempie la pancia; non ci tocca il luogo di nascita o di residenza del futuro presidente Sacal, bensì il desiderio intenso di avere un manager, con tanto di zebedei , che “governi” la creatura al di fuori delle logiche politiche e clientelari alle quali fino ad oggi abbiamo assistito.
Quanto farà in questa direzione costituirà la cartina di tornasole sul suo operato : va esso verso la conservazione o verso il riformismo ? A lei la palla, da sportivo qual è, la giochi bene !
Per intanto accetti qualche consiglio : riveda la sua compagine, caro sindaco , perché qualora ne avesse voglia non può andare alla guerra con il manipolo di uomini che la circondano.