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Lamezia sconvolta dalla Crisalide Lo scioglimento del consiglio è d’obbligo?

Che mi ricordi la crisalide è lo stato intermedio della metamorfosi della farfalla, cioè quando il bruco si trasforma in insetto adulto.  Aver da parte della Dda di Catanzaro battezzato con questo nome l’imponente operazione di polizia effettuata, mi lascia un po’ di amaro in bocca perché la farfalla e la leggiadria del suo volo sono  stati sempre simbolo dell’anima umana di rinnovarsi e trasformarsi.  Se l’operazione, invece, fosse stata denominata, che dico “girini” vale a dire i piccoli delle rane, non avrei avuto niente da eccepire in quanto le rane non riscuotono la mia simpatia.
Dalla vicenda in questione traspare che il tanto vituperato voto di scambio, ormai divenuto refrain nazionale, ha avuto ed ha  gran vitalità nelle kermesse elettorali  del comune di Lamezia Terme.
Non sto qui a tediarvi più di tanto sul voto di scambio e sul triste connubio politica -mafia. Lascio molto volentieri questo  compito al  presidente emerito della Corte di Cassazione, giudice Romano De Grazia, che sull’argomento ha presentato una sua proposta di legge, diventata tale tanto per salvare la faccia, ma riveduta o meglio “violentata” nei contenuti essenziali rendendola di fatto inapplicabile proprio  secundum desiderata di buona parte degli inquilini del Palazzo.
Così come taccio – non per omertosa condivisione bensì per averne ampiamente discusso – sull’inutilità di quell’ art. 416 ter del c.p., impossibile da applicare per la indimostrabilità della prova di accusa ….incertus an incertus quando…
Meglio di me potrebbe esplicarne  l’applicazione ed i risultati ad oggi raggiunti, il giudice Gratteri presidente della Dda di Catanzaro il quale sull’argomento ha perso ogni memoria. Infatti se in passato egli ha creduto alla legge Lazzati (pag. 36  di uno dei suoi  libri,  La giustizia è una cosa seria),  proprio perché la giustizia è una cosa seria,  dovrebbe spiegare ai cittadini come sia possibile impedire le collusioni mafia – politica se non si introduce il divieto ai malavitosi, sottoposti alla misura della sorveglianza speciale,  di raccogliere voti durante le competizioni elettorali,  in favore di politici di pochi scrupoli.
Come  suggeriva il compianto giurista Vittorio Grevi quando sosteneva che la legge Lazzati, nella sua interezza, andrebbe a  colmare una lacuna del sistema normativo italiano.
Ben consapevole delle mie limitate conoscenze giuridiche, ma pragmaticamente convinto  dalle  realtà politiche vissute, penso che l’operazione Crisalide apra per la città lametina nuovi inquieti  scenari.
Trovo poi patetiche  le difese di ufficio di “improvvisati pennaioli“ finalizzate a far apparire vittime sacrificali di un sistema vessatorio ed inquisitore, chi, invece, per congenito umano afflato, ha speso e spende quotidianamente la sua vita  per il bene del suo prossimo.
Or dunque la nostra città ha già, per infiltrazioni mafiose, subito  lo scioglimento del consiglio comunale  per ben due volte.
L’operazione della Dda, sta mettendo in evidenza come il voto di scambio goda ottima salute nella città della piana e fa chiarezza su primattori e comparse, su campioni e gregari  tanto  da far riflettere su quella gran messe di voti conseguita dal centro destra.
Ben tre avvisi di garanzia conducono dritti alla nostra amministrazione comunale. Lo tsunami  Crisalide si è abbattuto su un elemento di spicco, Il vice presidente del consiglio comunale Giuseppe Paladino  ed il padre dott. Giovanni, rispettivamente nipote e figlio dell’ex sindaco di Lamezia, il socialista Paladino, detto anche cavalier fuggiasco.
Una vicenda questa degna delle migliori fiction mafiose trasmesse dalla nostra tv nazionale. Al posto di Beppe Fiorello, il nostro vice presidente del civico consesso che in piena campagna elettorale – quella del 2015 – viene ripreso in un video mentre sale su un’auto di ‘ndranghetisti per, probabilmente, consolidare il patto perverso con il capo del clan Torcasio.  Per non farsi riconoscere  egli si copre il capo con una maglia.
L’altro destinatario degli avvisi di garanzia è l’ex presidente di Calabria Etica, il dott. Pasquale Ruberto, che  arrestato lo scorso febbraio per presunta cattiva gestione di fondi regionali,  s’ era già dimesso da consigliere comunale. Per tutti il reato ipotizzato è sempre il voto di scambio.
Stando alle dichiarazioni del vice procuratore della Dda, Bombardieri, le indagini sono ancora in corso e potrebbero riservare altri eclatanti sviluppi.
Piove, quindi, sul bagnato e  per il sindaco Mascaro non si paventano giorni lieti in quanto lo scioglimento del consiglio è appena dietro la porta. I pentastellati, infatti,  hanno già  richiesto l’invio della  commissione d’accesso.
In punto di fatto  emergono da questa vicenda e anche dall’altra – l’allegra  gestione dell’aeroporto –   consistenti elementi che dimostrano le collusioni dei politici di casa nostra con il malaffare e ciò al di là delle bandiere di partito o delle appartenenze.
Si vorranno chiudere gli occhi a tutti i costi? Cosa farà adesso il ministro degli Interni Marco Minniti?  Sono queste le domande che si pongono i lametini senza sottacere, peraltro,  la vicenda già da noi narrata del presidente del consiglio De Sarro  il cui papà risulterebbe  aver comprato i voti dagli zingari per il suo diletto figlio, primo degli eletti alle scorse elezioni comunali.
In questo contesto dove un po’ tutti hanno colpe e mani in pasta – Sacal docet –  a cominciare dal sindaco e  da qualche consigliere di maggioranza  per finire al nostro beneamato  conduttore di anime e vescovo della città, il terzo scioglimento, purtroppo per Lamezia ed i lametini, sembra una via obbligata.