Il 28 luglio prossimo il Museo Archeologico Lametino festeggerà il suo 20° compleanno. È stato infatti inaugurato il 28 luglio 1997.
La sua prima sede è stata, come molti ricorderanno, un palazzo di via Garibaldi, un edificio storico, noto a tutti come ex Avviamento, ma che fu nell’Ottocento Tribunale della città per molto tempo.
Oggi, ubicato al primo piano del Complesso del San Domenico ed ex Ginnasio Statale, che ai non più giovani ricorda tante ore di studio e di ansia trascorse tra quelle vetuste mura, il Museo ha trovato la sua collocazione più favorevole e più consona alla sua funzione.
Tra giugno e luglio di quello stesso anno, contemporaneamente ai lavori di allestimento del Museo, erano stati condotti anche i primi scavi archeologici in località Iardini di Renda, presso S. Eufemia Vetere: un altro grande obiettivo era stato finalmente conseguito.
Il Museo Archeologico Lametino è l’esempio chiaro di quello che si può realizzare quando buona politica locale, associazionismo (mi riferisco all’apporto fondamentale dato dall’Associazione Archeologica Lametina) e, come nel nostro caso, anche Stato si trovano in perfetta sintonia e cooperano insieme per il raggiungimento di un unico obiettivo: il bene collettivo.
È il risultato positivo di un progetto brillante, raggiunto grazie alla determinazione, all’intelligenza, alla lungimiranza di enti e persone, che non hanno secondi fini e interessi personali.
Meta di studiosi, di giovani e di appassionati, esso documenta la storia e l’evoluzione culturale, dalla Preistoria al Medioevo, del nostro territorio di appartenenza, il territorio lametino, che nell’arco dei millenni ha ricoperto un ruolo centrale ed importante nella geografia della regione calabra.
Insieme con poche altre realtà culturali è, senza ombra di dubbio, uno dei pochi fiori all’occhiello che la nostra città possa vantare. E, se consideriamo, le tristissime condizioni in cui versano oggi il castello di Nicastro, l’area archeologica di S. Eufemia Vetere (Terina) e dell’Abbazia Benedettina di S. Eufemia, di cui non si ha nessuna cura, non è difficile comprendere come questo nostro Museo Archeologico rappresenti una risorsa fondamentale, fruibile e preziosa, che mai si dovrà trascurare nemmeno per un momento.
Rispetto a quel lontano 1997, il Museo è cresciuto ed è complessivamente migliorato. È sede di eventi culturali (mostre, convegni, conferenze) di grande spessore scientifico e culturale.
Il suo patrimonio si è recentemente arricchito grazie all’esposizione di una monumentale tomba magnogreca (IV-III secolo a.C.), unica nel suo genere, proveniente dalla loc. San Sidero di Lamezia. Ricostruita dall’Associazione Archeologica Lametina in due lunghi anni di lavoro, insieme con un gruppo di allievi di un Istituto Professionale di Lamezia, dovrebbe essere inaugurata e presentata ufficialmente alla collettività nel prossimo mese di ottobre (o novembre).
La Biblioteca di Studi Storici, che l’Associazione Archeologica Lametina, per sua brillante iniziativa, ha affiancato al Museo fin dal 1997, rende il nostro Museo un posto ancora più speciale, in quanto così esso è divenuto non solo luogo di conservazione e di esposizione, ma anche di ricerca e di studio bibliografico.
Con il suo recente inserimento nel Polo Museale della Calabria il Museo Archeologico Lametino ha compiuto un altro passo avanti e ha acquistato un ruolo di maggiore importanza nell’ambito museale regionale.
Auguri, quindi, e ad maiora.