Nel momento in cui ho pubblicato “Lo scrigno di Lamezia…” avevo già messo in preventivo che l’articolo avrebbe scatenato non solo consensi e condivisioni, ma anche critiche e dissensi. Sostenevo, nello storytelling lametino, che considerati i reiterati fallimenti registrati nella città della piana, più che di celebrazioni per il cinquantenario dell’ unificazione dei tre comuni, forse sarebbe valsa la pena di costruire un muro del pianto sul quale effigiare i protagonisti della più turpe truffa mai perpetrata ai danni di una popolazione e costituire magari un comitato che ricordasse ai nostri figli quanto pressapochisti siano stati i loro padri.Il primo ad intervenire è il dott. Sebastiano Sofi, autorevole membro del Comitato Lamezia 2018, costituito per dare corso ai programmi celebrativi del cinquantesimo anniversario della città della piana. Mi torna utile ricordare che il giornale web – www.lameziaterzomillennio.it – è aperto a chiunque volesse manifestare il suo pensiero, purché contenuto in massimo 25 righe di un foglio A4.
Caro Direttore – esordisce il dott. Sofi – anticipi la notizia dell’inizio attività del Comitato Lamezia 4 gennaio 2018 e ti chiedi: “a cosa serve festeggiare la ricorrenza della fondazione della Città a fronte di insuccessi, cadute, ricadute e mancanze? Non sarebbe meglio piangere rammentando quanti si sono succeduti alla guida della Città, non dimenticando, però anche gli eletti alla Provincia, alla Regione ed i parlamentari, deputati e senatori?
La Lamezia di oggi non è certamente quella che tutti sognarono, ma non è nemmeno quella che era. I tre centri sono ormai conurbati e la città si estende, allargandosi nella pianura, fino al nostro mare, ancora non ben integrato nella realtà urbana, e fino all’aeroporto ormai parte integrante della Lamezia Futura.
La nuova realtà urbana, che sta prendendo forma, avrà il punto centrale nella nuova cattedrale, i cui lavori dovrebbero essere completati nel corso del prossimo anno. Sarà quella un’area, definita polifunzionale integrata, che dovrebbe essere il cuore pulsante della nuova entità.
La città ha già anche una nuova dimensione di cui stentiamo a prender atto e cioè la dimensione di un territorio che comprende i comuni contermini, con i quali il nostro territorio si integra sempre più, quasi costituendo una città allargata.
Lo sviluppo dei prossimi anni vedrà una Lamezia Terme allargata ai comuni contermini, dai quali ormai non ci sono né distanze di territori, né di storia, né di cultura e tradizioni? La risposta è affidata ai nostri giovani !
Per intanto noi riteniamo che Lametini siano non solo i residenti e gli abitanti di Lamezia Terme, ma anche tutti coloro che sono nati o risiedono in uno dei Comuni del Lametino, che è una realtà più grande e che riguarda tutti quei comuni che in quest’area hanno sempre avuto come punto di riferimento Lamezia Terme.
Le condizioni perché si realizzi un percorso diverso ci sono tutte ed immutate, perché sono naturali le condizioni che hanno spinto all’ istituzione della Città.
Certo si dovranno evitare gli errori commessi in passato e porsi obiettivi perseguibili, stimolando la partecipazione degli oltre 70 mila cittadini di Lamezia Terme, degli oltre 100 mila della Lamezia allargata ai comuni contermini e degli oltre 130 mila Cittadini del Lametino.
Lo sforzo dovrà essere quello di far capire l’entità e l’importanza degli eventi che, uno alla volta, e poi nell’insieme, costruiscono o rallentano o demoliscono lo sviluppo della Città.
Un esempio attuale: c’è una parte politica lametina che chiede si apra il Centro Protesi Inail alle condizioni attuali e cioè senza officina protesica ed attuando in una sede distante dal nostro ospedale una attività di ricovero per riabilitazione. In questa decisione si configura l’interesse della città? Perché, se si vogliono utilizzare i 40 posti di riabilitazione disponibili dal 2013, non si pensa all’utilizzo degli spazi disponibili nel nostro ospedale che, tra l’altro, dispone anche di una struttura per riabilitazione?
Ed ancora: la Sacal lametina, che gestisce il nostro aeroporto, è diventata regionale: dovrà farsi carico anche della gestione degli aeroporti di Crotone e di Reggio Calabria secondo un progetto industriale che la città non ha mai avuto modo di conoscere. L’interesse della città è stato rispettato? Perché, allora, non è stata valutata come un’ opportunità la presenza nel consiglio di amministrazione dell’ imprenditore lametino disponibile ad “assommare”, per dare maggior peso alla città, il suo pacchetto azionario e quello di una sua congiunta alla quota posseduta dal comune di Lamezia?
Periodicamente, in sedi culturali ed anche politiche, si pone la questione di conurbare le Città di Catanzaro e di Lamezia Terme per formare quella che anni addietro fu definita Città dei Due Mari.
Noi oggi dobbiamo cercare di inserire la nostra città in un processo di sviluppo che ci veda a pieno titolo integrati nell’area compresa lungo la direttrice tra Catanzaro e Lamezia, che propriamente chiamiamo area centrale della Calabria.
In quest’area c’è il polo orientale di Catanzaro con la propria area gravitazionale, ci sono i comuni lungo la direttrice di collegamento e … c’è il polo occidentale di Lamezia Terme con la propria area gravitazionale costituita dai ricordati comuni contermini.
I rapporti dentro l’area sono da costruire, cominciando a risanare gli squilibri evidenti – come quello sulla sanità lametina – resi possibili dalla tacita ed interessata condivisione di abusi.
Tutto questo fa parte, secondo me, di quanto si può e si deve parlare in occasione delle manifestazioni per la ricorrenza del 50° anno della istituzione della Città.
Credo che per far ciò ci sia bisogno dell’apporto di tutti; in modo particolare dei giovani lametini che devono far crescere nella mente e nel cuore l’attaccamento e la difesa di Lamezia Terme, Nuova Città allargata, dell’intero hinterland lametino.
Finisce qui la nota di Sebastiano Sofi che non mi sembra si discosti assolutamente dalla realtà da me descritta come un affresco regional – paesano denso di inciuci, tradimenti, raggiri, promesse mai mantenute ad opera di una classe politica (dal consigliere comunale… al deputato anzi che al senatore del collegio) cieca e disattenta, prodiga di idee e stitica di tangibili contenuti.
Tant’è che egli stesso, ancor oggi si preoccupa del Centro Protesi Inail e della Sacal, divenuto ente gestionale dell’ aerotrasporto calabrese, che in un’ottica di benpensanti non di malpoliticanti, avrebbero potuto avere attenzionalità diverse. Sfugge, forse, il fatto che malapolitica c’era ieri, malapolitica (più sfrontata ed arrogante) c’è oggi.
Allora questo improvvisato comitato Lamezia 2018 – che oltre tutto non annovera tra i componenti nemmeno il sindaco Mascaro e solo lui conosce le ragioni di questo splendido isolamento – è stato costituito per celebrare nefasti proponendo i fasti che verranno se… i giovani guarderanno a Lamezia come Area Vasta, Area Critica o Città Allargata del Lametino.
Ho, però, l’impressione che le famiglie allargate non riscuotano molto successo e che la storia passata sia ricca di annunci, proclami, promesse come anche di ciarlatani ed imbonitori.
E poi, ancora, in questa rivoluzione copernicana marcata Sofi ed associati, popolata più da comparse che da protagonisti, chi sfidando la mitraglia nel fragor della battaglia prendendoci per mano alla vittoria ci conduce…? Omissis! Non ho voglia di incorrere in reati apologetici.