Pare, da fonti più che attendibili, che infine anche i pezzi da 1 e 2 centesimi entreranno a buon diritto nel tintinnante valhalla numismatico, e ciò dopo appena tre lustri di pellegrinaggio terreno.
Le loro nuvolette custodi non saranno più le esalazioni gassose di un’economia detta virtuale, ma le tasco-bustine in pvc dei raccoglitori.
Questo il fatto. Si dirà che è poca cosa. Qualche lirico (da lira-moneta, non certo dal tormento strumento) maledirà il tetrazampato omino di Vitruvio e concluderà: ben fatto. Qualchedun altro, più sensato e terraiolo, andrà ad inficiarsi nelle colature fra lo sputo e la cera d’api degli arrotondamenti all’italiana: ago perpetuamente oscillante sull’eccesso.
Ma a tutela dei consumatori, assicurano le autorità, i vari Adoc – acronimo che sta per associazione per la difesa e l’orientamento del consumatore – detteranno categoricamente le soglie e i margini di arrotondamento, scongiurando così la stessa l’ecatombe inflazionistica determinata dall’arbitrarietà degli aggiustamenti che accompagnò l’introduzione dell’euro e, già rassicurati, ce lo figuriamo quest’ adoc vigilare più e meglio di un Argo o di un Panopticum sulle transazioni commerciali dei mercati rionali, dei vari street food, e dei paninari che alle fiere, e non solo, allestiscono piastra e ombrellone ovunque si raduni umano consesso. (Ma in questo sottobosco, per nostra fortuna, la puntata minima, il chip, è già l’euro: non vi è quindi pericolo di variabili sottounità come nelle ordinarie vendite al dettaglio da supermercato dove vigono tuttavia i famigerati 2,99 euro)
Quanto al resto, noi italiani, già elevati a grado di puro spirito (anche senza intervento di alcolici), noi per cui è già in atto la profezia rimbaudiana – Noi andiamo verso lo spirito – è certo, come sopporteremo il cupreo fardello monetario di queste tre repellenti some (1, 2 e anche 5 centesimi, via) quando siamo riusciti a beare i Gambrinus, e non solo, col dono celeste dei caffè sospesi, da decenni cura e delizia degli infingardi ma onesti caffeioli?
Eppure negli UK, dove i pence sono in termini di potere di acquisto niente più che bottoni o lupini – laddove il valore intrinseco del rame monetato ha la meglio sul suo valore nominale (trasmettetelo please a Scordovillo) – quei lords contano ed apprezzano sulle unghiette sordide e pignole dei palanconi, tanto da metterli a giacere in tasca senza timore di avvelenamento da rame.
Può darsi che abbia preso solo un granchio, può darsi che le autorità abbiano con lungimiranza preceduto le mie preoccupazioni e, reputando ingombranti tali spiccioli di rame, siano addivenuti alla decisione di un loro graduale ritiro dalla circolazione.
Quanto a me, comunque sia, impugno la mia cittadinanza attiva, che in mancanza di meglio e quando i tempi sono sfavorevoli all’azione, consiste anche in una sana e robusta diffidenza verso chi ha fino ad oggi mostrato di possedere molti artigli sotto il guanto di velluto.