Generalmente un “fatto” è un evento accaduto o la narrazione di un reale accadimento. Diverso è il “fattoide”, metà fatto e metà invenzione, maturato nell’incontro di quattro amici al bar e trasformato in sonante, tangibile verità. Che poi i tempi di realizzazione perché le invenzioni diventino realtà, siano brevi o lunghi, tutto dipende dal trovare il “centro di gravità permanente” così caro a Battiato. Centro che dovrebbe servire a “mai cambiare idea sulle cose e sulla gente”.
I fatti , a seconda della dipendenza si classificano in naturali (ineluttabilità del fato) o umani se generati dall’umano cerebrum. Non la tiro più lunga di così e la premessa mi torna utile per dire che la costituzione della città di Lamezia Terme, probabilmente utile per un riassetto territoriale, per quanto riguarda tutto il “millantato credito” costruito attorno ad essa – Zingonia del Sud o Brasilia della Calabria – è stato un fattoide di gigantesche proporzioni messo su , al centro e nelle periferie politiche e sfruttato, a puri fini elettoralistici, dagli imbonitori i di destra e di sinistra che si sono succeduti in questi ultimi cinquant’anni.
Malgrado la bufala servita e condita, di volta in volta, con spezie ed aromi diversi, oggi ai lametini un fantomatico comitato propone le Celebrazioni del Cinquantenario della costituzione della città di Lamezia Terme, aggiungendo alla ghiotta pietanza parvenze di ruoli che gufi, corvi ed avvoltoi mai consentiranno.
Area vasta, area allargata, città dell’istmo, starter per lo sviluppo della regione… paroloni, altri fattoidi che tornano utili a nascondere incapacità gestionale, mancanza di una visione strategica generale, immobilismo, interessi di campanile e via così. Avanti, quindi, con tricche e ballacche, nacchere e putipì. Attenti, però, stanno per scadere anche i tempi supplementari.
Vi propongo oggi, un’intervista “peripatetica”- nel significato aristotelico – carpita all’on. Costantino Fittante, con il quale ci incontriamo molto spesso all’edicola che fornisce ad entrambi i sussidi informativi. Egli della vicenda lametina conosce ogni risvolto essendo all’epoca dei fatti sindaco di Sant’Eufemia, uno dei tre poli del Triangolo del Golfo.
Costantino, il passato lo conosciamo tutti: è acqua ormai versata nel golfo. Ti chiedo: per Lamezia siamo “all’ite missa est” o c’è ancora speranza che la città abbia una sua dignità ed un ruolo di tutto rispetto?
Si deve avere speranza, smettendo di attribuire ad un presunto “grande vecchio” ( i catanzaresi !!) la responsabilità dei fallimenti collezionati in questi 50 anni. E’ necessario partire da una profonda e veritiera analisi dei nostri errori, superando l’atteggiamento “vittimistico” e il vuoto orgoglio basato dall’essere la terza città della Calabria. Con umiltà, riconoscere i nostri errori, delineare le funzioni che vogliamo siano attribuite a questo territorio, facendo emergere risorse economico-strutturali e umane, delineando un’ impostazione di ciò che realisticamente potremo rappresentare ed essere per l’area centrale della Calabria. Se si continua con il ritenersi “defraudati”, non si va da nessuna parte.
Onorevole questo è un invito a riconoscere i nostri errori e perdonare i sorprusi subiti…
Giammai, prima dell’unificazione, cioè prima che scattasse la “presunzione” di dovere diventare sede dell’Università e del Capoluogo di Regione, la collaborazione istituzionale e le decisioni concordate tra Nicastro, Sambiase, Sant’Eufemia, Catanzaro (Comune e Provincia) e i Comuni del comprensorio, ha consentito di decidere la realizzazione nel territorio della Piana di strutture e servizi territoriali di grande livello (Aeroporto, Area Industriale, tracciato funzionale dell’Autostrada, Diga e collettori irrigui, trasversale Sant’Eufemia – Catanzaro) e di condurre significative lotte per l’occupazione e la difesa delle strutture produttive (contro la chiusura dello Zuccherificio, per la realizzazione delle Cantine e degli Oleifici sociali ).
Mi stai dicendo, allora, che tutto faceva parte di un puzzle concordato…
Dopo l’unificazione, Lamezia non è stata isolata, piuttosto si è isolata. Nella pur legittima lotta per l’ubicazione dell’Università nel proprio territorio, non ha saputo trovare alleati, anzi quelli che spontaneamente hanno sostenuto per qualche tempo tale richiesta, sono stati ricacciati indietro per la pretesa di ottenere non solo la sede dell’Università, ma anche quella del Capoluogo di Regione ( vedi a tal proposito il sostegno inizialmente espresso da Reggio Calabria e di gran parte dei Comuni di quella Provincia o quello del Movimento giovanile DC di Catanzaro, mortificati dalla delibera del Comune di Lamezia Terme n° 8 / 1970 ).
Costantino, qui stiamo mischiando le carte perché da ciò emerge una bieca difesa del campanile.
Est modus in rebus! E’ con lo stesso spirito e disponibilità che oggi bisogna affrontare le problematiche che abbiamo difronte, chiedendo alla classe dirigente di Catanzaro di liberarsi anch’essa di un difetto: una forma di egoismo, che la porta a volere mantenere e ubicare tutto e il contrario di tutto nel proprio territorio. Si ispiri piuttosto ai comportamenti dei Sindaci degli anni ’60 (l’avv.Pucci) e al Presidente della Provincia degli stessi anni (l’avv. Ferrara), che non hanno esitato a scegliere la Piana per l’Area Industriale e per l’Aeroporto, rinunciando a decisioni del propri Consigli e dello stesso Governo nazionale.
Cambiamo argomento: area vasta, area critica, area allargata, città dell’ istmo: parole al vento dettate dalla convenienza elettorale o sensate ?
Non si deve giocare con le parole. Area Vasta sia per il livello territoriale e sia per il necessario livello di Governo. Tra i compiti che abbiamo c’è quello di delimitare un perimetro territoriale, realizzare un realistico riordino di strutture, ipotizzarne di nuove per dare funzioni regionali a quest’area, individuare lo strumento istituzionale di governo più idoneo. Il tutto da non confondere con le previsioni del decreto Del Rio. Non, quindi, la “conurbazione” tra Catanzaro e Lamezia, un’altra delle tante parole improvvisate tanto per vedere l’effetto che fa, ma collaborazione, programmazione, realizzazioni, fortemente sostenute da riconoscimento e rispetto reciproco.
Si avverte sempre più una differenza political – gestionale tra la Calabria Ulteriore e quella Citeriore. E’ solo una sensazione?
Dissento: è la condizione della Calabria preoccupante. C’è poca e insignificante differenza tra le due Calabrie.: La realtà della Regione, malgrado le ingenti risorse europee disponibili negli ultimi 20 /25 anni e in gran parte spesi – malissimo – non ha segnato passi avanti per la qualità del territorio, delle città, della vita sociale e culturale. Anche questo è un tema da tenere presente e sul quale intervenire con idee, proposte, progetti.
Lamezia è una città satellite o recita solo ruoli da comparsa? A tuo parere la città della piana ha mai avuto una classe politica ?
Non c’è in Calabria una città egemone e guida con satelliti. E’ stata così da sempre: la Calabria non è stata mai un’unica entità. Ancora parliamo delle due Calabrie e l’Istituto regionale su questo versante non ha prodotto risultati, anzi, per molti versi ha peggiorato la situazione. Lamezia, quindi non è satellite, ma può svolgere un ruolo importante lungo il percorso di unificazione. L’istmo può continuare ad essere la linea di separazione tra le due calabrie o diventare la sede della loro unificazione. Dipende dalla volontà e dall’impegno delle sue classi dirigenti – politiche e non – nuove (piuttosto scarse!) e vecchie (piuttosto stanche!).
Costantino è stata una piacevole chiacchierata, ma siamo andati lunghi, però un’ultima domanda te la devo fare: sei per le celebrazioni del cinquantenario o per il muro del pianto?
Sono per un momento di riflessione, autocritico e propositivo, al di là delle celebrazioni che, purtroppo, si rischia di tenere in concomitanza al terzo scioglimento del Consiglio per inquinamento mafioso!
Costantino, ti rubo la chiusa: se dovesse accadere ciò, siamo all “ite missa est!”.