Vai al contenuto

Lamezia è morta

Riceviamo e pubblichiamo:

“Lo scrigno di Lamezia ed il vaso di Pandora”, articolo  pubblicato sul quindicinale online Lamezia 3.0, che condivido nella sua interezza, mi ha portato, amaramente, indietro nel tempo.

Sono, ahimè!, trascorsi quarantanove anni e di nuovo e di bello, con la nascita di Lamezia Terme, non c’è nulla e mai nulla potrà esserci.

In quel tempo si parlava di “Brasilia della Calabria”, di “Lamezia città centro di servizi e centro della Regione, di “Lamezia città cerniera della Calabria”.  A distanza di quasi cinque decenni, Lamezia Terme anziché progredire è andata sempre peggiorando. E’ stata continuamente bastonata, depredata e pugnalata alle spalle. Da chi? Dai suoi eccelsi rappresentanti e millantatori di turno. Quindi niente Brasilia, niente centro-servizi, niente città cerniera della Calabria. Anzi, la cerniera si è rotta, la gonna è scesa alle caviglie e la sfortunata e martoriata Lamezia Terme è rimasta in mutande.

Resto basito, poi, nell’apprendere che è nato un Comitato, istituito dal Comune di Lamezia Terme, con l’intento di organizzare eventi per i festeggiamenti del cinquantesimo anniversario dell’istituzione della Città. Semmai avrebbero dovuto costituire, patrocinato questa volta da tutti i lametini, un Comitato per ricordare le tante “disgrazie” di Lamezia. Ma tant’è!

Mi viene in mente una frase che diceva spesso il principe de Curtis: “A chiàgnere ‘nu muarto so’ l’àcreme pèrze”.
Lamezia, caro Direttore, è morta e a farla morire sono stati i suoi cari.