Trovo curiosa e singolare la nota di qualche giorno fa, del direttore del Corriere della Calabria, Paolo Pollichieni, che con malmostoso atteggiamento, liquida la vicenda Sacal come se tutti fossero degli sprovveduti e lui la mente illuminata dalla saggezza della greca Atena.
I facili entusiasmi e l’ovvio, ad onor del vero, non hanno riscosso mai la mia simpatia, anzi han sempre costituito motivo di profonda riflessione. Forse perché da studentello ero ossessionato dalla prova del nove e da grande, per la mia professione, sempre alla ricerca di equilibrio tra costi e ricavi , tra perdite ed utili di bilancio, non mi sono fatto mai trascinare dall’apparenze.
Cosa che, invece, con gran disinvoltura e con ispirata certezza fa il Pollichieni nel momento in cui annuncia urbi et orbi che la stagione dei bluff è finita e che sia pure con un decennio di imperdonabile ritardo, la Calabria si è dotata di un sistema unico aeroportuale.
Proprio lui che con il suo sbertucciare con pause d’antan ed omissis a piè sospinto sciorina fatti, misfatti e miracoli, condannando o assolvendo il mondo che lo circonda.
Questa volta però, forse miracolo della Madonna di Polsi o del collegio dei santi a camere riunite, quale sorpresa! la scelta di Oliverio – nel nominare il prefetto De Felice al vertice della costituenda unica società di gestione aeroportuale – si sta dimostrando azzeccata.
Pollichieni quindi, in preda ad un raptus di esaltante intensità, inneggia al nuovo sistema aeroportuale calabrese che gestirà Lamezia, Reggio Calabria e Crotone, plaude a facoltosi investitori pronti a far piovere su Lamezia una pioggia di milioni ed un debutto da hub nazionale, mortificando e tenendo in scarsa considerazione che il socio privato Caruso ed il Comune di Lamezia Terme detengono la maggioranza del pacchetto azionario e che, come si usa nelle aziende ben amministrate le scelte operative vanno vagliate, discusse, condivise e non calate dall’alto.
Questa levata di scudi da parte del direttore, lui che ha sempre spaccato il capello in quattro, mi fa pensare che i tre moschettieri reggini, Minniti, De Felice e Pollichieni nella veste di gregario – ragazzi cresciuti nella Reggio Calabria degli anni ’70 – abbiano ordito questa rivoluzione gestionale del traffico aereo calabrese solo per salvare Reggio Calabria e Crotone.
Che poi non sarebbe una proposta indecente, ma non far trapelare nulla sulle intenzioni progettuali o meglio sui mutamenti che andrebbero a ricadere sul territorio lametino, mi induce a pensare ai soliti piglinculi (i lametini) ed ai sempiterni mittinculi ( non tanto ignoti).
Certo è che Pollichieni spiattella piani, piogge di milioni, investimenti cosa che fa pensare sia, egli, molto introdotto nella stanza dei bottoni.
Sulla vicenda cade a fagiolo la nota dell’on. Costantino Fittante, inviata ai consiglieri comunali ed ai membri della giunta lametina, che in prima battuta chiede di far luce su obiettivi e manovre che si vanno attuando, giorno dopo giorno, nel silenzio assordante degli azionisti istituzionali.
Mi permetto di suggerire – egli aggiunge – con il massimo rispetto per i vostri ruoli che prima di tutto è necessario uno screening sulle condizioni di bilancio dei tre aeroporti, su crediti e debiti in essere, sulle situazioni patrimoniali, sul numero di dipendenti e loro qualifiche, su gli atti relativi alle prime decisioni del Presidente e del cda della Sacal e sul quadro progettuale della costruenda nuova aerostazione nonché sullo spostamento del nodo ferroviario e del collegamento rapido Catanzaro – aeroporto.
Poi l’on. Fittante aggiunge che almeno fino a quando non si costituirà la nuova società unica i bilanci economici dei tre scali devono rimanere separati e distinti.
Perché il “calderone” unico nel quale far confluire entrate e costi di gestione dei tre scali penalizzerebbe Lamezia Terme e favorirebbe, invece, gli altri due aeroporti nonché resterebbero al riparo gli enti locali e gli altri soggetti della città metropolitana di Reggio Calabria e della provincia di Crotone, che non facendo parte degli azionisti Sacal, nulla rischierebbero sul piano finanziario.
Concludendo, esimio direttore, la materia Sacal va vagliata, analizzata in ogni suo risvolto non fosse altro per fugare la sfiducia di chi ha sempre avuto bruciato i peli del …omissis , intercalare a lei caro.
Anche perché potrebbe accadere che i dimentichini di professione, al momento giusto perdano la memoria e non ricordino quanto sia già costata all’aeroporto lametino la scellerata operazione di Scopelliti “ Calabria vola” e che le perdite della Sacal , guarda caso, sono conseguenza diretta dell’oculata gestione dell’enfant prodige reggino.
Terapia consigliata: mettere da parte l’enfasi e la superficialità; prodigarsi perché le scelte siano discusse, partecipate e condivise; spogliarsi della saccenteria e vestire i panni dell’umiltà, anche perché i piani orditi non sono poi coperti da segreti… di stato.