La storia si ripete, ogni anno! Ma non si tratta questa volta dei corsi e ricorsi di vichiana memoria, bensì dell’incapacità gestionale di chi, preposto all’organizzazione di un settore, anzi che semplificare norme e procedure, ci mette tanto del suo per complicarle, tirando fuori dal cilindro, e sempre all’ultimo momento nuovi, inapplicabili disposti. Si perché importante è averle scritte le cose; poi se siano realizzabili o meno è un altro paio di maniche.
In altra parte di questo web journal ho scritto di questa giunta regionale che campa alla giornata e che le condizioni generali della Regione Calabria oggi sono al di sotto di quelle in cui l’ha lasciata l’enfant prodige Scopelliti.
Temi ed argomenti certamente hanno pesi diversi, ma quanto puntualmente accade fa pensare ad un modus operandi alla Franceschiello, con la differenza che il facite ammuina del regale borbonico aveva un significato ed applicazioni ben precise, mentre quello in uso in Regione Calabria sa di improvvisazione, di lassismo e di presa per i fondelli per i cacciatori calabresi.
Mentre le altre regioni già da tempo hanno disciplinato la tutela del territorio in accordo con tutte le parti interessate, nella nostra amata terra tutto tace e si arriva alla vigilia dell’apertura della caccia al suide sempre col fiato in gola. E’ probabile che sia una malignità, ma il comportamento delle istituzioni qualche perplessità la desta; infatti tutto tace fino a quando il merlo – cacciatore non paga l’obolo, pesante, per poter esercitare la caccia. Il che avviene solitamente nei mesi di luglio e agosto: concessione governativa, pesanti balzelli regionali, provinciali, comunali ed assicurativi ammontano a circa 350 euro per porto d’armi. Un bell’andare per la famelica regione.
Quest’ anno, però – mi si consenta, direbbe un nostro esponente politico – si è proprio caduti nel grottesco.
In data 26/9/17, i capi squadra cinghialai, operanti negli ambiti di caccia CZ1 eCZ2, già abbondantemente stressati per accreditare squadre e loro componenti, hanno ricevuto dalla segreteria dell’ambito territoriale della caccia una e-mail con la quale “si invitano i capi squadra presso la sala verde della Cittadella Regionale alle ore 17,30 per la discussione del disciplinare della caccia al cinghiale. E’ gradita la presenza di tutti”. Badate bene, a solo quattro giorni, dall’apertura prevista per l’1/10/17 domenica.
Al tavolo dei relatori il neo commissario Antonio Talarico, Cosimo Caridi dirigente del dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari, Vincenzo Ciconte, il presidente dell’Ordine dei Veterinari ed il Presidente della Regione Mario Oliverio. Dall’altra parte i capi squadra, convinti di dovere discutere, data la imminenza dell’apertura della caccia, con il neo commissario relativamente ai programmi futuri. Insomma un incontro di circostanza.
Niente di tutto ciò: il neo commissario, dopo le presentazioni di rito ha esordito dicendo che l’incontro non era interlocutorio e monologando, finiva col parlare dei casi di tubercolosi riscontrati su animali abbattuti a Vallefiorita, Palermiti e San Vito.
Al che alcuni capi caccia hanno chiesto cosa si era fatto per i casi verificatisi – non ora, bensì qualche anno fa e già menzionati nel Dpgr – ca del 6 febbraio ’14 – e quali i provvedimenti presi per l’esercizio venatorio 2017.
Non ricevendo alcuna risposta hanno abbandonato la riunione che, più che incontro voleva, probabilmente, essere una pilatesca lavata di mani. Del resto che altro significato potrebbe avere un incontro preparatorio alla stagione di caccia al cinghiale, che ripeto apre il primo di ottobre, quando il Disciplinare 2017, allegato alla disposizione nr. 369 del 10 agosto ’17 non è stato inviato nemmeno ai capi caccia ?
Che significato, poi, si può dare ad un Disciplinare, evidentemente stilato da incompetenti, quando impone di consegnare la carcassa del suide entro due ore al punto di igiene se già il solo recupero e il sezionamento richiedono tanto, ma tanto tempo in più.
Che significato può avere, quando il responsabile della task force veterinaria parla di corsi di formazione svolti su come si esamina una carcassa e, chiesto chi vi avesse partecipato, nessuno dei presenti ha alzato la mano.
E’ chiaro ed evidente che le cose si scrivono solo perché in caso di … chiamiamola malasorte, a norma del tal comma il cetriolo deve andare in… all’ortolano.
E così è per tutti gli altri lacci ed i lacciuoli del disciplinare!
Ad accusatio manifesta, excusatio non petita: pomeriggio di ieri 28 sett. i capi squadra hanno ricevuto una e – mail che li convoca, insieme a due componenti , per partecipare il 30 mattina ad un incontro presso la sala verde della Cittadella regionale. Presenzierà il rappresentante il settore veterinario del dipartimento salute ed il responsabile dell’istituto zooprofilattico di Cz. Oggetto: informazioni sul trattamento dei capi abbattuti , sulle ispezioni da parte dei veterinari dell’Asp, sui punti di ispezione e sui recapiti dei veterinari.
Beh, questa è proprio una favola senza morale.