Da parte dell’Associazione Archeologica Lametina riceviamo e pubblichiamo:
Da qualche tempo sui quotidiani locali appaiono articoli di denuncia sullo stato di abbandono e sulla conseguente non fruibilità dei Beni culturali nel comune di Lamezia Terme. L’Associazione Archeologica Lametina, per il ruolo che svolge da oltre 40 anni, ritiene doveroso intervenire, per fornire nuovi spunti di riflessione, partendo da alcune premesse:
I beni culturali costituiti da centri storici minori e dai siti archeologici situati su territori lontani dai flussi turistici, presentano una generale difficoltà di gestione perché restaurarli, conservarli, provvedere alla manutenzione ordinaria e renderli fruibili al pubblico, rappresenta un onere che le amministrazioni locali, ove tali beni sono di loro pertinenza, da sole non riescono o possono sopportare. Di contro, è un grande ingenuità ritenere che spese e costi di gestione possano essere coperti. Conti alla mano, questa si rivelerebbe una come strategia fallimentare con l’unico risultato: quello di far diminuire drasticamente il numero dei visitatori e di impedire, di fatto, la fruizione degli stessi beni.
Tuttavia questi rappresentano la storia di un territorio, sono parte importante e portante per la formazione dell’identità culturale di una comunità. Negli ultimi decenni è in atto in molte realtà Italiane una rivalutazione delle culture locali, delle sane tradizioni e del territorio antropizzato e naturale mentre nella nostra città, al contrario, si assiste , ad una rimozione di tutto ciò che appartiene al passato. E’ una tendenza molto pericolosa perché quando una comunità non riconosce il valore culturale del proprio territorio, del legame tra gli uomini e i luoghi fisici, il suo territorio diventa vulnerabile, facile preda di speculatori e dello “sviluppo” distruttivo poiché la comunità residente non lo difende, non riconoscendone il valore. I beni culturali vanno invece custoditi e con intelligenza valorizzati, perché acquistino anche un valore economico in quanto parte integrante di quelle evidenze che rendono un territorio turisticamente attrattivo .
Negli ultimi 20 anni nella nostra città ,in questo campo, sono stati conseguiti risultati importanti, si sono raccolti i frutti di anni di ricerche di studiosi, appassionati, e del lavoro dell’Associazione Archeologica Lametina. Grazie alla stretta collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Storici e Archeologici della Calabria e delle Amministrazioni Comunali è stato realizzato il Museo Archeologico, individuata la citta magnogreca di Terina, acquisiti al patrimonio e iniziati i relativi scavi di Terina, colonia di Kroton, con l’acquisizione al patrimonio pubblico dei primi spazi oggetto di scavi e L’Abbazia e il Castello di Nicastro. Alla realizzazione di quanto abbiamo elencato hanno contribuito, soprattutto per gli scavi archeologici, centinaia di volontari coordinati e organizzati dall’Associazione Archeologica Lametina. Moltissimi cittadini hanno visitato i siti archeologici e il museo. L’Associazione Archeologica Lametina alla fine degli anni Novanta ha stipulato una convenzione di collaborazione dapprima con la Soprintendenza Archeologica della Calabria e poi con il Comune di Lamezia Terme, che ha permesso per circa venti anni ai volontari di accompagnare tantissime di persone, soprattutto scolaresche, a visitare i siti archeologici e il museo. La convenzione prevedeva anche la realizzazione di eventi sui beni culturali e la gestione del volontariato durante gli scavi, con relativa assicurazione e trasporto. La convenzione prevedeva anche il rimborso delle spese vive ( solo gli acquisti di materiale, l’assicurazione dei volontari) adeguatamente documentate. Puntuale e di alto livello tecnico è stata poi la divulgazione tramite iniziative pubbliche, dei risultati degli scavi archeologici e della ricerca sul territorio in generale.
Questo ha permesso per 20 anni di tenere viva l’attenzione dei cittadini Lametini sui loro Beni culturali con spese irrisorie per il Comune, (meno del costo di una sagra paesana).
Da due anni tutto questo è finito, il Museo è pressoché deserto dei suoi abituali visitatori, quali gli scolari, per l’imposizione di un non lieve ticket e l’ impossibilità dei volontari dell’Associazione Archeologica Lametina di fare da guide, in assenza di formale convenzione; il sito di Terina è sbarrato e ricoperto di erbacce. Stesso triste destino per l’Abbazia di Sant’Eufemia, per il castello normanno-svevo, per il Bastione di Malta. Nei fatti, all’ipotetico visitatore e alla città tutta, è stata sottratta la possibilità di collocare correttamente, nel tempo e nella storia, questo nostro territorio e di creare una concreta progettualità intorno ad esso ed un ancor più concreto ritorno economico. Nell’attuale presente dove l’ignoranza diventa sempre più sormontante, la sirena Ligheia, mito fondante di Terina e quindi di Lamezia, è solo una strana statua su una fontana, che pochi riconoscono come tale, l’abbazia è diventata uno semplice sfondo teatrale per spettacolini estivi, al castello è stato tolta anche la breve gloria dei film all’aperto, quando la gente , tra un tempo e l’altro del film, ammirava stupita la magnificenza del sito. La rapina ai danni di Lamezia continua. E’ bene precisare che il problema che solleviamo non è la mancata Convenzione con l’Associazione Archeologica Lametina, perché ogni Amministrazione ha il sacrosanto diritto di fare le sue scelte, ma è la non fruizione e valorizzazione dei Beni Culturali. Noi riteniamo che per la promozione di tali Beni il ruolo del volontariato è fondamentale cosi come l’impegno delle diverse amministrazioni .
A breve l’Associazione Archeologica Lametina per informare la cittadinanza sullo stato dei beni culturali a Lamezia e su quanto emerso dalle ultime campagne di scavo si farà promotrice di un incontro pubblico per riflettere insieme ai partecipanti su un possibile rilancio dei beni culturali.