Fiducioso di vincere al Tar l’avv. Paolo Mascaro, si è congedato dai lametini tra gli applausi e le ovazioni dei tanti che hanno voluto esternare all’ex sindaco solidarietà ed apprezzamento per quanto aveva cominciato a fare per mettere in carreggiata la città della piana e darle l’onore e la dignità che avrebbe meritato se …non fosse incorsa nel provvedimento preso dagli organi competenti.
E’ fuor di dubbio che lo schiaffone inferto alla città tutta dalle Istituzioni con lo scioglimento del civico consesso, il terzo in ordine temporale, oltre a rappresentare una ferita per la democrazia, getta una luce sinistra sulla città e sui suoi abitanti.
Al di là di tutto, però, il contesto lametino – lo testimonia la fervente attività della Dda – certamente non è dei migliori se il buon Gratteri sferra quasi quotidianamente fendenti e sciabolate, a destra ed a manca, sulle cosche che “operano” sul territorio.
Né tanto meno si deve sottacere la fervente attività relativa al voto di scambio come ampiamente dimostrato da alcuni accadimenti, oggetto di procedimenti giudiziari in corso, che hanno “animato” sia le elezioni regionali che quelle comunali. Anche perché il voto di scambio ubbidisce a quella antica regola del do ut des, per la quale chi prima riscuote (consensi) poi ha da restituire (favori).
Certamente il tanto deprecato Tuel (testo unico degli enti locali) va affinato con una particolare attenzione per l’art. 143 che è quello relativo allo scioglimento dei consigli comunali e provinciali per infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso.
Esso recita. “…i consigli comunali e provinciali sono sciolti quando, anche a seguito di accertamenti effettuati a norma dell’art. 59, comma 7, emergono concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori ovvero su forme di condizionamento degli stessi…”.
E’ evidente, pertanto, che la commissione d’accesso nelle indagini esperite ha rinvenuto elementi tali da formulare al ministero di competenza la richiesta di scioglimento del consesso civico lametino.
Non oso pensare, invece, che essi si siano ispirati alla favola di Esopo “Il lupo e l’agnello” ed alla sua morale per la quale neppure una giusta difesa ha effetto con chi ha il proposito di fare un torto.
Pertanto, più realisti del re, prima di ricorrere alle guerre sante aspetterei di leggere i “capi d’accusa” e metterei da parte i proclami e le frasi ad effetto nel cui uso l’avv. Mascaro è grande maestro: “Lamezia stava rinascendo con il ripristino delle buone regole, Vinceremo al Tar ma resterà un abuso ai vostri danni, Sulla Sacal dovrete essere la mia voce, difendetela, vi imploro”, egli ha detto ad una platea ammutolita, ma non avara di applausi.
Peccato che Mascaro si sia accorto solo adesso che sulla Sacal si gioca la partita più importante per la città lametina, mentre fino a ieri ha fatto solo il violino di spalla.
Ha concluso citando San Paolo… ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho mantenuto la fede…manteniamo tutti la fede per questa terra, difendete Lamezia perché per Lamezia siamo pronti anche a dare la vita.
Scroscianti applausi, abbracci e commozione strisciante. Sono mancate solo le note di Dont’cry for me, Lamezia. Peccato che un musico non l’abbia ancora composta.