Al pellegrino o al turista che giungono a Gerusalemme provenendo da Ovest, dopo aver attraversato strade e quartieri che ricordano le grandi città europee, appaiono di fronte all’improvviso le alte mura che proteggevano la città antica là dove si apre la porta di Giaffa.
Gerusalemme, paese dei Gebusei che abitavano la Palestina prima degli ebrei, fu conquistata intorno al 1000 a. C. dal re David, che ne fece la capitale del regno.
Suo figlio Salomone, per volere di Yahvé, costruì il grande Tempio che custodiva l’Arca dell’Alleanza e fece della città il centro del culto religioso del dio unico.
Distrutto al tempo dell’occupazione babilonese e ricostruito dopo la sconfitta di Babilonia ad opera di Ciro il Grande re dei Persiani (539 a.C.), il tempio fu distrutto ancora dai romani guidati da Tito, figlio dell’imperatore Vespasiano, nel 70 d. C. e non fu più ricostruito. Iniziò allora la grande diaspora degli ebrei, e quella religione che aveva il centro a Gerusalemme rimase racchiusa per molti secoli nel cuore dei milioni di ebrei sparsi nel mondo e nelle loro sinagoghe.
A Gerusalemme, al tempo dell’imperatore Tiberio, i cristiani collocano l’evento centrale della propria visione del mondo: la morte in croce e la resurrezione di Gesù, figlio di Dio. Perciò Gerusalemme è città sacra anche per i cristiani che ivi hanno alcuni luoghi importanti della loro fede come la Chiesa del Santo Sepolcro.
Il 622 d.C. Maometto fugge dalla Mecca a Medina: con questa data i musulmani fanno iniziare l’era dell’Islam. Maometto ebbe il merito di aver dato ad un popolo di pastori nomadi e mercanti della penisola araba, organizzati prevalentemente in forma tribale, un potente mezzo di unità culturale, politica e religiosa.
La rapida espansione dell’Islam dopo la morte di Maometto è un evento assolutamente straordinario: furono conquistati territori dell’impero romano di Bisanzio e l’impero persiano, i possedimenti romani e romano-barbarici in Africa del Nord e in Spagna; nel nono secolo fu conquistata la Sicilia e l’Islam si diffuse gradualmente fino all’India e all’Indonesia.
L’Islam è stato tollerante verso le altre religioni che si richiamano al ‘Libro’ e al comune Patriarca Abramo, padre di Isacco ma anche di Ismaele, e perciò ancora oggi possiamo visitare e ammirare la splendida chiesa di Santa Sofia a Istanbul che risale al tempo di Giustiniano come le varie chiese cristiane della Palestina.
Del grande tempio giudaico di Gerusalemme rimane l’enorme parete del ‘Muro del Pianto’, che sosteneva un lato della costruzione abbattuta dai romani, e che oggi è la spianata delle moschee: la moschea di Omar con la sua splendida cupola dorata, e la moschea di al-Aqsā,
La storia della Palestina, anche dopo la riconquista musulmana succeduta al crollo dell’effimero Regno di Gerusalemme, è la storia di una convivenza tollerante e pacifica durata fino al crollo dell’impero ottomano dopo la prima guerra mondiale, quando l’Inghilterra e la Francia hanno cominciato a esercitare la propria influenza sui territori del Medio Oriente che appartenevano all’Impero Turco Ottomano.
Le persecuzioni naziste in Europa indussero molte famiglie di ebrei a ritornare in Palestina dove hanno acquistato con il danaro e con la forza molti terreni che appartenevano agli abitanti storici. Dopo la seconda guerra mondiale, e sotto la forte richiesta dell’opinione pubblica internazionale, quasi per riscattare le persecuzioni secolari subite, l’ONU ha riconosciuto in Palestina l’esistenza di due territori per due stati: uno ebraico e uno palestinese (delibera del 1947).
Ma basta guardare la cartina con la proposta di spartizione per capire che la delibera ONU avrebbe funzionato solo sulla carta; i Paesi arabi non hanno mai voluto riconoscere lo Stato di Israele. Da allora sono seguite tre guerre tra Israele e i Paesi arabi, e tutte si sono concluse con la sconfitta araba e l’occupazione israeliana della Cisgiordania e delle alture del Golan che appartengono ‘de iure’ alla Siria, Il territorio intorno a Gerusalemme, che secondo la proposta ONU doveva essere internazionalizzato, è di fatto governato da Israele, anche se la spianata delle moschee è gestita dai fedeli musulmani.
Israele ritiene di avere sulla Palestina diritti storici che risalgono ai tempi di Re David e religiosi che risalgono addirittura alla promessa fatta da Yahvé ad Abramo di una Terra Promessa (Gen.12,7), quella terra di Canaan dove Mosè ricondusse gli ebrei liberati dalla schiavitù egizia.
La comunità internazionale, rappresentata dall’ONU, non ha finora convalidato la deliberazione israeliana di proclamare Gerusalemme capitale dello Stato, ma la recente decisione del Presidente degli USA Trump di spostare l’ambasciata americana a Gerusalemme ha di fatto scompaginato i precari equilibri raggiunti e costituisce un nuovo fattore di instabilità per la pace in Medio Oriente.
E’ paradossale che Gerusalemme, il cui significato sarebbe città della pace (Ebrei: 7,2), sia da quasi un secolo una città senza pace.