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Anche i muri di gomma crollano Tra silenzi ufficiali e politici inabbordabili

Terza parte

Dalle focose dichiarazioni di guerra al mutismo più rassegnato. Dagli annunci più roboanti al più ermetico dei silenzi. Dalla tracotanza, dalla spavalderia allo sparire dietro le quinte. Finisce così  quella che doveva essere la primavera lametina, morta sul nascere per avverse congiunture.
Non c’è più traccia in citta dei consiglieri comunali responsabili di questo terzo scioglimento. Da parte loro non c’è stato nemmeno il tentativo di una pur risibile giustificazione. E’ pur vero, però che quelle duecentoquaranta pagine scritte dai componenti la commissione d’accesso, puntuali e circostanziate, li inchiodano a precise responsabilità e non danno, loro,  la possibilità di una benchè minima difesa.
Quanto è avvenuto questa volta è di eccezionale gravità perché evidenzia prima di tutto che i “lupi perdono il pelo ma non il vizio”, che il voto di scambio è l’argomento principe di ogni competizione elettorale, che addirittura gli  ‘ndranghetisti sono apprezzati e stimati personaggi (…toghi, nello sgangherato vocabolario mafioso).
Sorprende, però, anche il silenzio dei lametini che, incassato il Knoch-out, forse perché disgustati da questo quasi trentennale andazzo, si sono ritirati ancor più numerosi sull’Aventino. Speriamo che leccate le ferite, essi ritrovino la voglia di partecipare e soprattutto di dare nuovo corso alla vita politica cittadina. Speriamo – e qui c’è bisogno di una grossa iniezione di fiducia – che i responsabili dei partiti prendano senno. Speriamo che ciarlatani, pifferai, biscazzieri e maneggioni si autoescludano dalle olimpiadi elettorali. Speriamo che gli elettori prendano coscienza e non si lascino…condizionare. Diversamente…  è meglio chiudere bottega!

Sul  terzo scioglimento del consiglio comunale lametino è calato un silenzio assordante. Da parte di tutti i partiti politici non se ne fa minimamente cenno,  come se nulla fosse accaduto.
Preferiscono non parlare,  preferiscono che il silenzio assordante avvolga nelle sue spire  quella realtà  che noi del centro studi abbiamo sempre denunciato e che è quella di introdurre il divieto al sorvegliato speciale di raccogliere voti durante la campagna elettorale. Se non si introduce il divieto, il ieri sarà come l’oggi,  come il domani, dopo che  avrà fine  la gestione straordinaria dei commissari prefettizi.
Ma poiché già altre volte si è verificato che  gente corresse  da queste famiglie benemerite e rispettabili per  avere il consenso  con pagamento o  senza pagamento o  con pagamento ai rom, è un vezzo al quale non rinunceranno mai.
Spero che ci sia concesso di non  assistere  a  questo fenomeno,  perché leccate le ferite,  c’è sempre gente che non ha voti, ma vuole entrare a tutti i costi  nella stanza dei bottoni.
D’altra parte ciò non rientra nell’articolo 21 della Costituzione, libertà di propaganda, ma con chi  si presenta in giacca e cravatta con un nome diverso dal mio e dal tuo, la cui sola pronuncia o la presentazione della sua effigie incute intimidazione.
Non è la richiesta che va a fare Romano De Grazia, giusto articolo 21,   è  uno del clan che non occorre che punti la pistola perché è la sua stessa  immagine che chiede il voto.
È uno del clan che non punta la pistola, ma il cittadino si rende conto di ciò che  rappresenta e possa rappresentare per lui. Ed  allora tutti contro la mafia. Si è mai trovato qualcuno che non abbia gridato contro la mafia?
Certo no, perché l’antimafia è diventata la carta vincente, quella di facciata, però, quella salottiera che procura locupletazione, contributi milionari di euro pubblici e privati, abbracci di solidarietà,  dichiarazioni solenni.
Ma lo vogliamo risolvere questo problema una volta per tutte? Cominciamo dalle persone ritenute giudizialmente pericolose; ecco perché fa paura la Lazzati,  giudizialmente pericolose e ci evita anche, come tu dici spesso,  la dimostrazione del do ut des.

Giudice ha avuto modo di leggere la relazione della commissione di accesso relativamente ai fatti di casa nostra?
Ho letto di  fatti gravissimi che già si conoscevano, già  riportati. Ho letto poi le tue argomentazioni che sono ben specifiche, aldilà dei buoni intenti, perché si dice che di buone intenzioni sono lastricate le strade che portano all’inferno.
Per cominciare c’è una culpa in eligendo nella scelta delle liste dei collaboratori, una verifica costante su  chi appoggia, per esempio Romano De Grazia; c’è poi una culpa in vigilando aldilà delle appartenenze ai percorsi ideologici,  se si  vuole fare riferimento ai valori della carta costituzionale.
Ovviamente, io mi auguro che il responsabile di tutto ciò sia innocente,  come pure tu ti  auguri  che sia innocente, però  questi scioglimenti non sono campati in aria. Insomma da una parte si vuole   bonificare, a parole,  la raccolta del consenso e poi si ignora la tanto osteggiata legge Lazzati della quale nessuno parla.

E io continuo la mia battaglia soprattutto per le nuove generazioni perché, caro Renato, la nostra vita l’abbiamo fatta e chi ha avuto ha avuto  e chi ha dato ha dato. Quello che ho fatto io l’ho dimostrato,  l’ho dimostrato in carriera 12 anni, non un solo giorno.
Dodici anni giudice di legittimità. Altri ci sono arrivati solo  per  anzianità. Io ho 12 anni di giudice di legittimità, ho frequentato  più l’ufficio del Massimario della Cassazione che non la redazione di giornali compiacenti. Altri che accampano lo stesso titolo lo hanno conseguito solo per anzianità. Non ci meravigliamo, quindi, se poi si confonde la funzione di merito con  la funzione di legittimità. Purtroppo è riscontrabile in chi fa sermoni e  scrive libri a iosa. Io, poverello, ho scritto oltre cento sentenze che fanno diritto e sono del parere che non è la funzione che qualifica l’individuo bensì è l’individuo che qualifica la funzione..

Facciamo il punto sulla legge Lazzati oggi.
Tengo fermo questo riferimento perché quella legge  abbia la fortuna che allo stato non ha. Parrebbe stia tornando a galla un’ Italia cd. Moderata. Forse la persona meno idonea a parlarcene è Piero Grasso che leader di Liberi e Uguali dovrebbe avere la  compiacenza di dirci se nella sua folta schiera di adepti  ha  con sé De Gaetano che da risultanze giudiziarie è “portato” dalla cosca dei Tegano, e se ha con sé anche la Musella, già attenzionata dal potere giudiziario.
Certo le premesse non ci confortano: abbiamo una classe politica inetta ed incapace, che fa a gara a chi fa più promesse.
Come dire, quindi, che il futuro non è roseo…anzi del tutto incerto.
Mi auguro che il nuovo Parlamento sia costituito da persone capaci e competenti che abbiano voglia e volontà di cambiare rotta.