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Nemo propheta acceptus est in patria sua …

Riportata dai quattro evangelisti, direttamente o indirettamente, questa frase di Gesù Cristo. A loro che si mortificavano per causa sua, Gesù disse: un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua.  Ciò solo per dire che emergere in ambienti  “familiari”  è , forse ben più difficile che riscuotere successo “fuori dalle mura” proprie. Un malvezzo, quindi, che ha origini antiche.
E vengo al sodo: invitato da Agiscuola, il 14 marzo u.s. il giudice Romano  De Grazia ha partecipato ad un meeting, a S. Severo di Foggia, città un “ po’ turbolenta” dell’Alto Tavoliere, giusto al crocevia tra Lucera e Cerignola dove è in  atto un processo verticale con il quale gruppi autonomi cercano di buttar giù dalla torre i vecchi vertici mafiosi.
Invitati oltre ai rappresentanti delle locali istituzioni, anche dirigenti  della scuola, in quanto da queste parti la promozione della cultura e della legalità non avviene attraverso passerelle e fiaccolate, bensì attraverso un festival del cinema patrocinato dalle regioni Puglia e Basilicata ed organizzato dall’Agis con proiezione di film secondo un catalogo prestabilito con il regista Mimmo Mongelli. Sua la prima opera presentata “Franco, un uomo in piedi e la signora vestita di nebbia”. Teatro pieno zeppo di insegnanti e studenti, ospiti attesissimi, tra gli altri,  il giudice Romano De Grazia e don Aniello Manganiello, ex parroco di Scampia, che hanno avuto la standing ovation della platea.
Il giudice De Grazia, presidente emerito dell’Alta Corte,  estensore della legge Lazzati, quella “pensata” per contrastare l’illegalità ed il voto di scambio nel momento in cui prende corpo l’eventuale patto perverso tra politico e mafioso, non è nuovo a queste sortite, in quanto proprio perché questa legge colma un vuoto giuridico del nostro ordinamento – lo affermano fior di giuristi come Vittorio Grevi, Federico Stella, due compianti professori di diritto e Cesare Ruperto, presidente emerito della Corte Costituzionale – viene invitato da amministrazioni comunali,  organizzazioni sociali e politiche di tutta Italia per illustrare il testo di legge. E così va su e giù per l’Italia a sue spese non mancando di candidarsi anche nei posti dove è più alta la densità mafiosa come Platì, San Luca, Molochio, Scalea, Scicli e via dicendo. I prossimi impegni lo vedono a Canosa ed Altamura, probabilmente a Formia e certamente  in Sicilia, come anche a Milano.

Don Aniello Manganiello

E’ a tutti noto che il suo disegno di  legge, per la cui approvazione ci sono voluti ben diciotto anni, una volta approvato, è stata “storpiato”  dal potere politico, quello stesso che,  per darsi una mano di biacca politicamente corretta, ha tirato fuori dal cilindro il 416 bis ed il 416 ter del c.p., di difficile applicazione per l’impossibilità della prova.
Pertanto non si capisce perché i lametini rimangano indifferenti alla legge  Lazzati e, poi, corrano dietro a quelle manifestazioni di antimafia di facciata, mentre il consiglio comunale lametino viene sciolto per la terza volta  travolto, ironia della sorte, per il voto di scambio documentato da cento quaranta pagine redatte dalla commissione d’accesso. Ma quel che è più grave è l’indifferenza delle istituzioni cittadine, politiche e non.
Sabato scorso, nell’ambito del programma degli eventi socioculturali organizzati dal Rotary, è stato presentato dal presidente del Circolo Antonio Scopelliti e dall’avv. Felice Iannazzo, past president, un libro scritto dall’emerito presidente della Cassazione, quando lo stesso giudice scriveva per Il Tempo di Roma. Il volume intitolato “Lamezia Terme Provincia… per riprendere il cammino” riporta le venti puntate scritte dal De Grazia in appoggio al disegno di legge presentato e fortemente voluto dal sen. Arturo  Perugini – l’unificazione di Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia nell’unico grande comune di Lamezia Terme –  divenuto legge dello Stato il 4 gennaio 1968.
Analoga cerimonia, organizzata dal Lions Club lametino, si terrà mercoledì 28 p.v., alle ore 18.00,  presso il Teatro Grandinetti di Lamezia Terme. Nel corso del meeting il presidente della sezione lametina, giudice Gianni Garofalo consegnerà all’emerito presidente De Grazia una targa, a riconoscimento delle sue continue battaglie, combattute  in trincea e non in comodi salotti,  per la legalità.
E’ un ulteriore momento di riflessione, questo, al di là delle appartenenze ideologiche e politiche, per costruire assieme la “Città dell’uomo a misura d’uomo”. Sarebbe stato questo il tema del film mai realizzato ed ideato dal dott. Romano De Grazia, unitamente al compianto grande regista Giuseppe Ferrara,  “Undicesimo comandamento – Non uccidere la speranza”. E’ il monito  di grande attualità che Papa Bergoglio ha rivolto e rivolge alle nuove generazioni… giovani non zittite.  Monito che già in Puglie Mimmo Mongelli  ha voluto raccogliere.