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Vola alto la Calabria .. ma la papera è zoppa

Siamo bravi noi calabresi nel gioco delle tre carte – questa vince, questa perde – peccato che se anche eseguito con onestà di intenti, la percentuale di vincita è del 33% circa e quella di perdita del 66%.
Tralascio i decimali e l’operato tecnico; sorvolo sul lavorio dei “compari” che assumono compiti e ruoli ben precisi. Ubbidisce a questa regola, dalle Alpi a Mazzara del Vallo, tanto per restare nei patri confini,  l’intera politica e, naturalmente non fa eccezione quella calabrese.Non molto tempo fa sulla pagina regionale di un noto quotidiano locale ho letto che la Sacal–  gestrice di quanto presuntuosamente vien definito “il sistema aeroportuale calabrese” –si presenta per la prima volta con il bilancio in attivo. E’ una vera svolta. Parole di Mario Oliverio, governatore della regione Calabria, musiche di Arturo De Felice, presidente della Sacal, violini di spalla Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria e Ugo Pugliese, sindaco di Crotone.
Nella stessa pagina mentre due consiglieri di maggioranza promuovono la ricandidatura di Oliverio, la coordinatrice di Forza Italia, Iole Santelli,  lo definisce un “gran teatrante. Con lui la Calabria è tornata al medioevo”.
Non sono nato ieri e capisco che, malgrado manchi un anno alla fine della legislatura, il governatore sta cercando di imporre la sua ricandidatura per tentare la scalata al trono regionale.  Ne è prova l’incontro con i sindaci calabresi al Grande Hotel Lamezia, ripetizione di quanto avvenne nel 2012, quando il vecchio legionario schierò 132 sindaci a sostegno della candidatura di Bersani alle primarie per l’elezione del candidato premier del centrosinistra. Non importa tutto ciò, ma a proposito di Sacal vanno chiariti alcuni concetti  in ossequio a Checoc ed al suo aforisma: “si dice che la verità trionfa sempre, ma questa non è una verità”.
Senza farla lunga cerchiamo di fare un po’ di storia: sulle ali della vittoria da poco conseguita Oliverio, parlando del trasporto aereo calabrese, proclamò urbi et orbi  che l’aerostazione di Lamezia Terme rappresentava  la vera priorità. Pronto un investimento di 50 ml. di euro di cui 17 a carico del bilancio regionale (Piano di Azione Coesione ex fondo aree sottoutilizzate)  e la restante quota a carico di Sacal. Annunciò l’appalto dell’opera per il 2016.
 Sempre con l’entusiasmo dei grandi annunci, in occasione dell’ ammodernamento della tratta ferroviaria CZ – LT, ebbe a dire, a proposito delle infrastrutture aeree,  che gli aeroporti di RC e di KR nulla avevano a che fare con le problematiche della Sacal “poiché i suoi problemi non nascono con la nascita dell’organo unico di gestione, ma sono precedenti”.
Ed è qui che casca l’asino! Anno 2013: la Calabria Vola Alto nei cieli di Scopelliti; volano basso, invece, Reggio e Crotone con una gestione fallimentare. EI pibe de oro,  per salvare le capre e non i cavoli, dei 18 milioni spettanti a Lamezia, ripartisce la somma così: 9 ml a Lamezia (75% di attività); 5,6 ml. a RC (20% di attività); 3,2 ml. a KR  (5% di attività). Assegnazione squilibrata di fondi: Lamezia penalizzata, RC e KR evitano, così,  il fallimento.
Dicembre 2017 amministrazione Oliverio: i millions sono diventati 12:  ulteriore ridimensionamento per Lamezia alla quale vanno 4,9 ml. (88% delle attività); 3,9 ml. a RC (20% delle attività); 3.0 ml. a KR (attività insignificante). Complessivamente lo scalo lametino ha perso, nell’arco delle due gestioni, 20 ml. di contribuzione!
Sentiamo cosa dicono gli addetti ai lavori: Colosimo, presidente Sacal 2015: il bilancio Sacal non può essere in equilibrio perché da tre anni l’ente fa fronte ad un contratto oneroso della regione solo con risorse proprie. Dei 9 ml. di euro promessi dal governo regionale nemmeno un centesimo è arrivato nelle casse della Sacal.
D’Ambrosio,rappresentante del Comune di Lamezia Terme: la perdita di bilancio è determinata da un contratto con  Ryanair che costa 6 ml. di euro l’anno. E’ irresponsabile perché non ha ricadute nel lametino, non migliora i servizi. Il progetto viene affidato a Lamezia per garantire i pagamenti perché sola questa non  avrebbe avuto bisogno di incentivazione. Lo scopo era di far andare Ryanair a RC e KR.
Amministrazione Oliverio anno 2018: ad oggi,  a RC sono già andati 1,8 ml. per ripiano debiti, 327 mila per curatela fallimentare, 1,7 ml. per debito con Alitalia, 250 mila per vacue e fatue promozioni pubblicitarie. E questi sono fatti non … cazzate!
Ora che il presidente Oliverio abbia voglia di passare alla storia come l’autore del sistema aeroportuale calabrese non sorprende nessuno. Farebbe bene, quindi, a riflettere sul fatto che gloria non gli può essere tributata per aver messo su una papera zoppa che non solcherà mai i cieli e per aver guastato un “giocattolino”, unico orgoglio dei lametini, solo per le sue necessità politiche.
A parte il fatto che Lamezia Terme, tra capitale pubblico e privato, pur rappresentando  quasi il 50% del pacchetto azionario di Sacal – grande errore e grande scortesia istituzionale – non è stata nemmeno tenuta in considerazione.
E’ questa una vicenda che percorre le orme del Miles Gloriosus di Plauto, dove Pirgopolinice, vanaglorioso millantatore, alla fin fine viene punito dal servo Palestrione.  Historia docet.