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L’anno che vorrei La magia può dar vita ad una piccola rivoluzione?

 

Vorrei che noi
smettessimo di vestire
solo i panni di
mogli e madri

 

Nuovo anno: lista dei buoni propositi, lista delle cose da fare tassativamente, lista dei desideri, lista dei “vorrei”…
Come se allo scoccare della mezzanotte, fra il 31 dicembre e il 1* gennaio, una qualche sorta di magia potesse veramente dar vita ad una piccola rivoluzione. Allora chiudendo gli occhi si può davvero immaginare l’impossibile, vedere una realtà “altra” da quella che – ahimè – costituisce il mio mondo.
Giovane donna di belle speranze quale sono, a mezzanotte ho volto il mio sguardo benevolo a questa città (la mia? Mi domando con un po’ di amarezza…) e con esso ho stretto tutti in un simbolico abbraccio, ma più che tutti forse sarebbe meglio parlare di TUTTE… Voi amiche mie, colleghe, vicine, conoscenti; la panettiera all’angolo, la giornalaia dell’edicola, la barista della stazione, la commessa del negozio sul Corso: ho abbracciato tutte noi donne perché per quest’anno che verrà vorrei acquisissimo maggiore consapevolezza del nostro peso nella società, che ci rendessimo conto del nostro potenziale e lo mettessimo a frutto; vorrei che avessimo davvero pari opportunità e che non fossero più necessarie “quote rosa” per garantire la nostra presenza nei C.d.A., ma fossimo ritenute necessarie per il valore aggiunto che possiamo dare.
Vorrei che noi,giovani donne del Sud, smettessimo di vestire solo i panni di mogli e madri, ruoli nobilissimi, ma che dessimo altrettanta importanza al contributo fattivo che possiamo dare alla nostra città che langue.
Questo l’anno che vorrei: un anno in cui la nostra presenza sul territorio fosse sentita forte e vitale e non solo percepita come evanescente; un anno in cui la donna lametina, cosciente delle sue qualità, dei suoi diritti e dei suoi doveri come cittadina, non rimanesse con le mani in mano a guardare la sua città che cade a pezzi, ma si rimboccasse le maniche per offrire ai propri figli un luogo migliore in cui vivere.
Questo l’anno che vorrei: un anno in cui il riscatto di questi luoghi possa passare attraverso le maglie di un nuovo e alto senso di rinascita che deve pervaderci tutte, indistintamente!
Forse sono solo utopiche fantasie, ma almeno per una notte all’anno permettetemi di lasciarmi cullare dai sogni: lo devo a me stessa e a voi tutte, in quanto DONNE!