“La vita è come una commedia, non importa quanto è lunga, ma come è recitata.
Che questo anno sia uno tra gli atti più belli della tua sceneggiatura” (Seneca)
Parlare … dell’anno che vorrei per me è un incubo, per una ragione semplice: non me la sento di ricorrere a frasi stereotipate del tipo … un anno di fortuna, un anno di prosperità, un anno di crescita e via così. Non mi va, d’altra parte, di vestire i panni di Cassandra e, magari, piangere le lacrime amare di Ecuba dall’alto delle mura di Ilio.
Per un motivo semplice: perché dire le cose come stanno – naturalmente circoscrivendo il mio interesse all’erba di casa mia, alla regione Calabria ed alla sua area centrale lametina – mi ha procurato la stessa fama di Pietro Aretino, che di tutti disse mal fuorchè di Cristo.
Ciò, in un individuo particolarmente sensibile potrebbe provocare una sindrome pessimistica che, però, non mi appartiene. Anzi sono orgoglioso del fatto che non ho mai avuto rettifiche a quanto pubblicato in questa web – pagina; nessuno mai ha avuto motivo di replicare o di rettificare i contenuti degli scritti miei e dei miei redattori anzi, noi tutti, siamo ancora in attesa di tante risposte, mai giunte, per l’evidente pochezza dell’ altrui argomentazioni.
Ecco, amici lettori, desidererei che nell’ anno appena iniziato i sordi sentissero ed i ciechi vedessero. Se solo questo “miracolo” avvenisse, l’anno che verrà sarà senz’ altro positivo perché significherebbe che la stragrande maggioranza della gente è uscita dall’ indifferenza, dal mutismo, dalla rassegnazione e dall ’accettazione supina di quanto è accaduto sia nell’ ente regionale che in quello lametino.
L’anno Domini 2019 dovrebbe essere l’anno della svolta perché denso di appuntamenti elettorali: elezioni europee (maggio), elezioni in sei regioni italiane, Calabria compresa, che dovrebbe recarsi alle urne sul finire dell’anno. Condizionale d’obbligo per quanto avvenuto con l’operazione Lande Desolate, che vede coinvolto il governatore Mario Oliverio. A seconda della piega che prenderà l’inchiesta della Dda di Catanzaro, come precedentemente detto, non è da scartare un ricorso anticipato alle urne, per esempio in concomitanza delle elezioni europee.
Anche se accreditati analisti, per via degli eventi politici menzionati, intravedono nell’ anno appena iniziato un nuovo tracciato della geografia politica regionale, non credo che quanto avverrà sarà per i calabresi ed i lametini, l’anno della svolta, intendendo per tale una regione finalmente in cammino ed una città, Lamezia Terme, uscire dalle tenebre che l’avvolgono.
Certo il Pd, ormai relegato a Caporetto, conta i suoi morti, ed il Piave non “mormora al passaggio dei primi fanti” anzi la falange di Oliverio e dei suoi 200 sindaci presenta vistose tracce di sfaldamento e si assottiglia sempre più; quel che è più grave, però, è che anche i suoi consiglieri regionali sono in fuga, alla ricerca di lidi più sicuri ed accoglienti.
E’ storia consolidata, quando la nave affonda i topi scappano, come Neri, Sergio ed il lametino Scalzo, fondatori del gruppo Moderati per la Calabria, personaggi in cerca d’autore, come nel dramma pirandelliano. A proposito di Scalzo: i lametini ne hanno mai avvertito la presenza?
E ’chiaro ed evidente che una siffatta realtà in cui l’ordinarietà diventa demagogica rappresentazione di illuminata fattività, Mario Occhiuto candidato di Forza Italia nonha da fare altro che una passeggiata per sedere sullo scranno di primo cittadino della regione calabrese.
Ma i dissidi con i fratelli Gentile, sempre attivi operatori nei corridoi dai passi felpati,che peso avranno? E gli appetiti degli outsider? Calma e gesso, direbbero i giocatori di biliardo: una quadra verrà trovata.
Ho voluto, cari lettori, qualora ce ne fosse stato il bisogno, rettificare con questa “pennellata” il concetto di bene comune che non è il nostro, ma solo di colui il quale voi delegate, nel segreto delle urne, a rappresentarci.
Avviene ciò da quasi cinquant’ anni, in un incessante altalenare tra destra e sinistra che fanno a gara per vincere il festival del fotti compagno.
E la stessa cosa avviene qualora dovessimo andare a votare per il consiglio comunale lametino sciolto, già tre volte, per infiltrazione mafiosa.
C’è qualcuno che può indicarmi, nell’ orizzonte politico attuale, un qualche personaggio – di destra, di sinistra, di centro – che non abbia avuto a che fare con il nostro triste passato?
C’è qualcuno che ha le idee chiare su chi dovrà guidare la città lametina fuori dal suo passato impastato di corruzione, malaffare, racket e “droghisteria”?
Attorno a me vedo una pletora di ciarlatani, di venditori di fumo che recitano a soggetto a seconda dell’aria che tira e delle proprie convenienze.
“I calabresi vogliono essere parlati” sosteneva Corrado Alvaro di San Luca d’Aspromonte. Essi sono alla ricerca di una parola che comprenda, che dica la verità senza luoghi comuni e pregiudizi. Non cercano un racconto in cui sono descritti da chi è passato come volo di uccello. Cercano una parola che riguarda la vita. Certamente si, ma solo se i sordi sentono ed i ciechi vedono.