Tutto ciò che colpisce i bambini lascia un’impronta profonda…
La misura è colma. Adesso basta, veramente basta!
Non c’è giorno in cui quotidiani regionali e nazionali non raccontino di violenze che si scatenano su bimbi e anziani indifesi. E i servizi dei vari Tg sono ancora più crudi perché alle notizie si aggiungono immagini che non vorremmo mai vedere.
Ciò che mi turba e mi inquieta è che i “mostri” degli asili e delle case di riposo vengono scoperti dopo che qualche genitore o congiunto avverte un turbamento del minore o dell’anziano e denuncia, quindi, alle Autorità competenti che avviano un’indagine. Chi invece dovrebbe vigilare (Regioni e Comuni) sembra essere del tutto indifferente.
Come si può isolare, schiaffeggiare, strattonare e umiliare un bimbo o picchiare un anziano? E come può un’insegnante, dopo aver malmenato i bimbi, minacciarli a non riferire niente ai propri genitori?
Ciò che preoccupa e inquieta è che in queste particolari e delicate strutture albergano figure professionali squallide, incapaci e per niente propensi a trasferire amore con la “A” maiuscola. E non mi si venga a parlare di “stress” lavorativo! Siamo solo in presenza di “mostri” che agiscono indisturbati, provocando scientemente traumi difficili da cancellare dalla mente dei bimbi, angeli innocenti. Come si può restare indifferenti alla notizia che vi sono bimbi che a seguito dei maltrattamenti subiti sono ancora, dopo svariati anni, impauriti, agitati e non riescono più a riposare di notte? Cosa raccontare ai loro genitori?
Ben venga la videosorveglianza negli asili, nelle aule delle scuole primarie, nelle case di cura, negli ospedali. E taccia per sempre l’intellettuale o l’edotto psicologo di turno che sostiene che la “telecamera” non può assolutamente essere mezzo e condizione per prevenire episodi di violenza e maltrattamenti.
Gli educatori, autori di violenze sui minori dovrebbero, per me, marcire in galera e non mettere più piede nelle istituzioni scolastiche. Purtroppo, però, se la cavano sempre con poco e vengono reinseriti nell’ambito lavorativo dopo qualche anno di pseudo sofferenza. E questo perché la normativa vigente non è, secondo me, adeguata ai reati commessi.
Non so come agirei se simili tristi soggetti dovessero, volontariamente o involontariamente, arrecare danni irreparabili alla mia dolce nipotina. E lo dico convintamente.
Concludo con quanto sostenuto dal teologo luterano tedesco Dietrich Bonhoeffer: “Il senso morale di una società si misura su ciò che fa per i suoi bambini”.