Negli stati appartenenti alla Unione Europea ci si prepara alleelezioni del Parlamento europeo che si terranno fra il 23 e il 26 maggio 2019.
Molti elettori sono insoddisfatti sia per il modo in cui sono gestiti i flussi migratori che penalizzano i Paesi che s’affacciano sul Mediterraneo e sulla frontiera mediorientale, sia per il fatto che i bilanci degli Stati che fanno parte dell’area euro sono soggetti a rigide norme ritenute penalizzanti per alcuni Paesi.
Le posizioni si possono ridurre a due opzioni: meno regole e ritorno al potere decisionale degli Stati membri (partiti sovranisti); più Europa, assegnando agli organismi elettivi e decisionali europei maggior potere nell’ambito della difesa dei confini comunitari, della politica estera, della gestione comune del debito pubblico e della tassazione, rafforzando il ruolo della Banca Centrale Europea.
Io però credo che per una valutazione più attenta del problema sia opportuna una breve analisi su come è nata e si è affermata l’idea di Europa.
L’idea di una appartenenza dei popoli europei a una comunità coesa dal punto di vista sociale e religioso nacque in un momento chiave della storia: la battaglia di Poitiers del 732, quando il franco Carlo Martello fermò l’avanzata dei Mori di Spagna verso Occidente, decidendo il corso successivo della storia europea. Accadde da allora che i Re dei Franchi diventassero per la Chiesa i difensori della vera fede, assumendo il ruolo politico che prima era stato proprio degli imperatori romani.
Fu per questo che nella notte di Natale dell’800 un barbaro, il Re dei Franchi Carlo Magno, fu incoronato Imperatore da Papa Leone III.
Il Sacro Romano Impero è durato per mille anni e i vari Imperatori di origine franca o germanica hanno ritenuto loro dovere difendere e allargare i confini della cristianità e combattere per la riconquista del Santo Sepolcro in Terra Santa.
Ma c’è anche un aspetto più propriamente politico che ci riguarda da vicino: alla morte di Ludovico il Pio che aveva ereditato l’Impero dal padre Carlo Magno, l’impero fu diviso tra i suoi tre figli: Ludovico il Germanico che ebbe la parte di lingua germanica, Carlo il Calvo che ebbe la parte di lingua francese e il primogenito Lotario che ebbe la corona imperiale e una lunga striscia di territorio che comprendeva i Paesi che oggi corrispondono al Belgio, all’Olanda, al Lussemburgo, alla Lorena, alla Svizzera e all’Italia del centro-nord; una specie di grande corridoio che divideva i domini franchi di lingua germanica da quelli di lingua francese.
Francia e Germania da allora hanno fatto molte guerre tra loro per affermare il proprio potere nell’Europa centrale. Per quasi mezzo secolo sembrò che Carlo V d’Asburgo, erede del trono di Spagna, delle Fiandre e dei territori dell’Impero di lingua germanica potesse ricostituire l’unità dell’Impero, ma il fallimento del suo tentativo fu sancito dalla divisione tra i territori della Spagna assegnati al figlio Filippo II e i territori dell’Impero absurgico assegnati a Ferdinando I, fratello di Carlo V.
Tra Settecento e Ottocento le idee illuministiche che portarono al trionfo degli ideali borghesi di uguglianza, libertà e tolleranza ideologica si diffusero in tutta Europa con le vittorie di Napoleone e, anche dopo la sconfitta di Napoleone e il Congresso di Vienna, diedero vita a quegli ideali di indipendenza nazionale e di ritorno alla tradizione che caratterizzarono gli anni del Risorgimento italiano.
L’ultimo duello tra Francia e Germania si è consumato nel Novecento con le due guerre mondiali.
Le terrribili conseguenze di questa rivalità secolare tra Francia e Germania hanno indotto vincitori e vinti della seconda guerra mondiale a lottare per un’Europa in cui i fattori di unità storica e culturale prevalessero sulle divisioni nazionali: l’identità religiosa cristiana, il richiamo ai valori laici dell’Illuminismo, un’eredità culturale comune che deriva dal pensiero filosofico e scientifico greco-latino.
Questi ideali indussero il tedesco Adenauer, l’italiano De Gasperi e il francese Schuman a sostenere la necessità di una comunità dei Paesi europei.
Ricordare una storia lunga dodici secoli ci aiuta a capire l’importanza e, direi, la necessità di una unificazione politica oltre che economica dell’Europa; soprattutto in considerazione dei processi storici in atto, in cui la globalizzazione dei mercati e delle comunicazioni ha evidenziato la supremazia dei grandi stati continentali: la Russia, la Cina, l’India, gli Stati Uniti d’America.
Pensare che i piccoli stati europei possano separatamente competere con colossi di tale dimensione è illusorio e presuntuoso.
Oggi Bruxelles è la sede del Parlamento e della Commissione europei: il centro politico e culturale dell’Europa si è spostato dalle sponde del Mediterraneo greco-latino al Nord dell’Europa centrale.
E’ significativo che la regione che oggi è sede del potere centrale della Comunità Europea sia stata quella che, al tempo di Carlo Magno, vide Acquisgrana come sede privilegiata del primo Imperatore del Sacro Romano Impero.