All‘ ordine Facite Ammuina, tutti chilli che stanno a prora vann’ a poppa e chilli che stanno a poppa vann’ a prora: chilli che stann’ a dritta vann’a sinistra e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta. Di questo passo, falso, che il folklore napoletano attribuisce al Maresciallo in capo dei legni e dei bastimenti della Real Marina Borbonica, esistono diverse versioni. Nella realtà i regolamenti erano molto severi e dura era la disciplina a bordo del naviglio reale.
Ma se facite ammuina fuje un mito melitare per screditare la serietà della Marina del Regno delle due Sicilie, facite ammuina senza tema di smentite è invece quanto sta realmente accadendo nella città lametina che si appresta a recarsi alle urne il prossimo 10 novembre per eleggere sindaco e consiglio comunale.
Infatti all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato che ha “sacramentato” la legittimità dello scioglimento del consiglio comunale lametino – checchè ancora abbiano a dirne sindaco e soggetti della costellazione politica che l’ha causato – si è aperto il Lamezia Festival.
Vi prendono parte cespugli ed arbusti, movimenti e pseudo liste civiche al di fuori degli schemi classici dei partiti – cosa che dà la possibilità di cambiare disinvoltamente casacca – ed alla page con i tempi imposti dalla democrazia liquida, elettronica o digitale che sia.
Ed è proprio in questo mondo variegato e cangiante che trovano sistemazione vecchie glorie, generali ormai senza truppe e sognatori speranzosi del “domani forse va meglio”.
All’orizzonte politico, pertanto si staglia una situazione incerta che non lascia tranquilli nessuno, nemmeno le istituzioni, se il Consiglio di Stato nel convalidare definitivamente la legittimità della sentenza di scioglimento del consiglio comunale, tra le righe lancia ai lametini tutti un messaggio che più che un monito è un avviso a riprendere la giusta via.
“Ogni futura azione politica ed amministrativa, che risulterà dall’esito delle prossime elezioni dovrà recidere qualsiasi compromesso con il potere mafioso, senza scendere a patti con esso per convenienza o convivenza o mero timore”.
Intelligentibus pauca verba sufficiunt, per cui l’avvertimento ha determinato, tra le file dei lametini, una desertificazione da rendere difficoltosa non solo per movimenti, liste civiche e cespugli, ma anche per quel che resta dei partiti, la compilazione delle liste elettorali, tant’è che per la penuria di gente disponibile a candidarsi qualche leader ha rinunciato alla tenzone elettorale.
Per la cronaca alle elezioni del 2015, quelle incriminate, le liste erano 21, i candidati 504, i votanti 41.102 su 62.201 elettori, pari al primo turno al 66.08%. Non votarono, pertanto, il 44% dei lametini.
Le liste di appoggio alla coalizione fecero la parte del leone con circa 28.000 voti razzolati.
Data l’aria che tira non è azzardato ipotizzare che alla prossima competizione elettorale le liste di appoggio subiranno un notevole ridimensionamento e che il serto del vincitore andrà ad una delle coalizione di centro destra.
Come avevamo già accennato il Pd lametino, a guisa di quello nazionale, naviga in acque agitate ed il nocchiero Antonio Sirianni, non mi sembra molto a suo agio. Infatti eletto segretario cittadino, subito abbandonato al suo destino dal segretario provinciale Giancarlo Cuda e da Giovanni Puccio, responsabile regionale degli enti locali, avrebbe dovuto prima di tutto risolvere il problema della candidatura a sindaco della città, considerato che l’alleanza con Lamezia Bene Comune ( Piccione e Reale) è andata a farsi friggere. Perché e percome non è dato sapere, ma non c’è bisogno della sibilla cumana per intuire che non è stato raggiunto l’accordo sulla candidatura a sindaco.
“Il Pd – egli ha dichiarato – insieme a chi vorrà appoggiare il nostro progetto, farà la sua proposta schierando un alto profilo della società civile, capace di rappresentare e coinvolgere quella più ampia fetta di città sana. Per questo motivo faccio un passo indietro, essendo giunto il momento di assumersi le proprie responsabilità per il bene e lo sviluppo sano di Lamezia”.
Nel momento in cui sembrava che la partita si dovesse giocare, quindi, tra Annita Vitale e Maria Teresa Morano ecco il coup de theatre: viene accreditata la candidatura di Gianni Speranza, già sindaco lametino per un decennio! Non credo che Speranza agogni alla candidatura di primo cittadino, questa è senz’altro una fake news. Comunque se questo è l’alto profilo della società civile, cui allude Sirianni, senza far torto alcuno all’ex sindaco, vuol dire che il Pd è alla canna del gas ed ha deliberatamente scelto di farsi male.
L’altro scoop è costituito dal Polo Civico messo su da Milena Liotta e Francesco Grandinetti. Considerato che – essi dichiarano – il Pd continua nel suo atteggiamento poco chiaro, indirizzato a candidare a sindaco persona da loro individuata nelle segrete stanze, siamo sempre pronti e disponibili a partecipare con altre forze politiche ad un tavolo del centro sinistra per allargare un fronte civico, il più possibile rappresentativo. Chiediamo, pertanto, un voto che deve segnare una svolta netta rispetto al passato.
L’iniziativa Liotta – Grandinetti sembra sia ben accolta da tutti gli scontenti dell’area della sinistra che non riconoscendosi più nel Pd , per senso civico, pur di scongiurare l’incubo di un eventuale ballottaggio tra due coalizioni eredi entrambe del centrodestra, sciolte per infiltrazioni mafiose, parteciperebbero alla coalizione previa adozione di un loro codice etico.
Sbumbe, rotarelle e tri- trac nell’area di centro destra (FI, Lega, Fratelli d’Italia, Udc, Cdu, Movimento per la Sovranità) che accomuna tutte le vecchie glorie e le aspiranti promesse del firmamento politico cittadino. Folgorati da un colpo di genio gli spin doctors dell’area hanno preferito, a Pasquale Scaramuzzino ed ad Antonio Chirillo, un volto nuovo: il promotor Ruggero Pegna, noto impresario teatral – musicale, conosciutissimo nella regione per le tante serate canore organizzate.
Sorpreso dalla proposta, Pegna non smentisce però, assillato da mille pensieri, subordina la candidatura alla conoscenza dei programmi per la città e dei candidati nelle varie liste.
“Correrà” da solo il Movimento 5 stelle dopo aver preso atto dell’impossibilità di costruire uno schieramento civico che comprendesse tutte le sensibilità politiche della città.
Nuova Lamezia, sostenuta dal Comitato Fiera, presenta nuovi programmi ed il suo candidato a sindaco Massimo Cristiano.
L’irriducibile avv. Paolo Mascaro, malgrado la severa sentenza del Consiglio di Stato – nessun dubbio sul condizionamento mafioso del consiglio comunale lametino – si riproporrà fuori da ogni partito, con tre liste, una delle quali Patto Sociale, la cui “anima” è l’avv. Giancarlo Nicotera, già suo consigliere comunale.
Quanto sta avvenendo a Lamezia, è davvero preoccupante. Le forze politiche superstiti – il mio pensiero va all’ inesistente Pd che avrebbe dovuto far fronte unico con quello che resta della sinistra storica – sono sparse in mille rivoli e mai potranno essere di contrasto alla destra che sicuramente raccoglierà la maggior parte dei consensi elettorali. Al ballottaggio, ipotesi di primo grado, andranno Area centro e liste Mascaro.
Svanisce così il sogno di vedere tutte le forze sane della città unite alla ricerca ed alla conquista della “verginità perduta”.
Comunque entro l’11 ottobre p.v. vanno presentate le liste elettorali. Di questi tempi i Santi non fanno più miracoli, ma gli uomini possono fare qualcosa, anche perché non si può mandare tutto a rotoli per il mancato accordo sul nome del primo cittadino.