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NEGATIVO L’INDICE DI VITALITÀ DEL PAESE Il cielo azzurro europeo si tinge di marrone in Calabria

Ci avviamo alle elezioni del Sindaco e del Consiglio comunale a Lamezia Terme. Il numero di liste in appoggio ai candidati sindaco si è notevolmente ridotto, e questo è un dato positivo dopo le sentenze che hanno decretato lo scioglimento dell’ultimo Consiglio comunale per infiltrazioni della ‘ndrangheta. Il terzo scioglimento in meno di trent’anni. Fra pochi mesi si dovrà rinnovare il Consiglio della Regione Calabria e nominare il nuovo governatore della Regione.
Se consideriamo la crisi di identità dei partiti tradizionali a livello nazionale, non c’è motivo di ottimismo: una sinistra, ormai omologata agli altri partiti, sempre più divisa, obbligata ad alleanze innaturali con i pentastellati; una destra che di liberale ha ben poco, costretta ad una alleanza con una Lega sovranista che la sta fagocitando; un movimento postideologico, come si definiscono i Cinquestelle, costretto a fare i conti con una realtà di governo in cui gli slogan del recente passato non sono sufficienti per chi ha la responsabilità di guidare un Paese.
Se consideriamo poi la politica a livello regionale, ci pare che anche la Calabria soffra degli stessi mali di Lamezia Terme:

  • la presenza devastante del clientelismo politico che si traduce in corruzione e sprechi di danaro pubblico, perché poi per governare si devono accettare compromessi di ogni genere;
  • la difficoltà conseguente di far emergere i migliori nell’attività imprenditoriale o nell’amministrazione pubblica;
  • la mancanza di progetti per ottenere le infrastrutture necessarie per qualsiasi crescita economica della regione;
  • la sensazione che ciò che conta veramente per la classe politica locale è il mantenimento di privilegi e vantaggi economici, leciti e illeciti, a qualsiasi costo.

“Per i venti indagati nell’inchiesta “Passpartout”, il procuratore Nicola Gratteri e il sostituto Vito Valerio hanno chiesto il rinvio a giudizio. Nell’elenco ci sono i due aspiranti candidati alla presidenza della Regione Calabria, l’uscente Mario Oliverio (Pd) e il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto (Forza Italia). Il processo è stato chiesto pure per l’ex deputato del Pd Nicola Adamo e per il consigliere regionale Luigi Incarnato.  (Il fatto quotidiano, 26 Ottobre 2019)
E’ vero che per la legge c’è la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio, ma io penso che un politico inquisito farebbe meglio a farsi da parte fino al chiarimento giudiziario, se non altro per rispetto nei confronti degli elettori e del partito.
Ma queste mie osservazioni, nella società attuale dell’individualismo narcisistico, lasciano il tempo che trovano. I gruppi clientelari di riferimento, mi riesce difficile definirli partiti, fanno il tifo per i propri rappresentanti, come se fossimo allo stadio. I fatti contano poco o niente.
L’istituto europeo Eurostat ha preso in considerazione i fattori negativi precedentemente indicati per elaborare la componente relativa alle istituzioni che rientra nello European Regional Competitiveness Index, aggiornato al 2019, cioè l’indice di competitività e in definitiva di mobilità sociale di un Paese: la sua vitalità.
Su una scala da 1 a 100, la media europea è risultata pari a 49,5. Ma la situazione italiana è molto più grave, se consideriamo che i valori più alti delle regioni “virtuose” del Nord si riferiscono alle  province autonome di Trento e Bolzano, entrambe con un punteggio di 27,56. Molto basso rispetto alla media europea. Il dato peggiore riguarda invece la Calabria, che ottiene un punteggio pari ad appena 5,08 su 100. Punteggio che ci pone a fianco dei Paesi dell’Europa sud-orientale come Romania, Bulgaria e Grecia.
La cartina in basso segnala con diverse tonalità di colore “vitalità” e virtuosità dei vari Paesi: dall’azzurro intenso, che indica la vicinanza al 100% del valore Eurostat, al marrone più o meno scuro che indica valori sotto o molto al di sotto della media europea.
Il cielo azzurro del Nord Europa diventa per la Calabria il marrone scuro di una terra bruciata e improduttiva, in cui la parte migliore della popolazione più giovane è destinata all’emigrazione per sopravvivere dignitosamente.