Riceviamo e pubblichiamo:
Lo spoglio non è ancora terminato e i risultati non sono quelli ufficiali, ma la tendenza è ormai chiara ed incontrovertibile.
Il primo dato eclatante è che le due sinistre presenti nella competizione, Partito democratico e ‘Lamezia bene comune’ sono fuori dal ballottaggio. Hanno ottenuto solo dei mediocri risultati sicchè, in consiglio comunale, i due soggetti che si richiamano alla sinistra politica, saranno rappresentati da pochi consiglieri comunali e non avranno alcuna incidenza sui destini di Lamezia.
In un articolo, pubblicato su un periodico lametino ho scritto: ..la loro incapacità (di Pd e di Lamezia bene comune) a mettersi d’accordo potrebbe costare cara alle due formazioni di sinistra tanto in termini elettorali che politici.
Mi sono per forza dovuto citare, ma è ciò che puntualmente è accaduto. E non perché io abbia doti divinatorie, ma come conseguenza di un’analisi degli avvenimenti politici – come si sono andati sviluppando in ambito cittadino – che con molta attenzione ho seguito durante i mesi scorsi.
Al ballottaggio, stando ai dati finora conosciuti, andranno l’avv. Paolo Mascaro e Ruggero Pegna. Mascaro ha preparato per tempo la sua campagna elettorale e l’ha interpretata in modo rancoroso e piena di risentimento, adottando metodi propagandistici e facendo ricorso a contenuti programmatici che a me sono parsi di ‘stile salviniano’; ha usato inoltre toni ed atteggiamenti che hanno dato al suo quotidiano impegno elettorale l’impronta dell’attacco più che della difesa.
Lo scioglimento del consiglio comunale, di cui politicamente è certamente responsabile, non lo ha, almeno in apparenza, minimamente turbato, nè il pronunciamento del Consiglio di Stato che ha decretato in modo definitivo l’esistenza delle infiltrazioni malavitose nel consiglio comunale della precedente consiliatura pare abbia avuto delle conseguenze a lui avverse nelle decisioni dei cittadini.
Su questo punto, almeno, stando ai risultati, gli elettori hanno dato credito, più alla propaganda negazionistica mascariana che non all’allarmata decisione del supremo organo amministrativo dello Stato.
Ruggero Pegna ha conseguito un buon risultato, ed era scontato, almeno per me, che lo avesse; pertanto sarà l’avversario di Paolo Mascaro nel ballottaggio del 24 novembre prossimo. Il suo destino elettorale sembrerebbe segnato visto il forte divario che separa i contendenti rimasti sul campo (oltre 12 punti di scarto a vantaggio di Mascaro….) sicchè tra i due potrebbe non esserci partita al ballottaggio. A meno che……a meno che le due formazioni di sinistra, Pd e ‘Lamezia bene comune’, incapaci di mettersi d’accordo e fare un fronte unico al primo turno, rinsaviscano politicamente e decidano non di starsene accoccolati, spettatori inerti, a guardare come andrà a finire il duello tra i due vincitori passando il tempo a leccarsi le ferite e cercare attenuanti ed alibi che non staranno né in cielo né in terra.
Occorrerebbe, invece, secondo il mio sommesso parere, che evitassero di proclamare lo “sciogliete le righe e via liberi tutti” lasciando i propri elettori liberi di votare a proprio piacimento. Dovrebbero, invece, impegnarsi ad orientare in modo attivo e volitivo il proprio elettorato a votare per Ruggero Pegna. Stringendo con lui, s’è il caso, un’intesa o un patto di collaborazione su di un programma, realistico e concreto, non avveniristico e fantasioso, concernente i problemi urgenti da risolvere con immediatezza nella città della piana.
L’atteggiamento che il Partito democratico e ‘Lamezia bene comune’ decideranno di assumere a partire da subito, quello cioè di cercare una intesa con Pegna oppure di starsene alla finestra a guardare come andrà a finire il “duello” tra i due contendenti rimasti in gara , ci farà capire se il destino della città sta loro a cuore concretamente e non solo a parole.
La decisione che assumeranno nelle prossime ore determinerà, di fatto, sia la consegna dell’amministrazione della città all’ex sindaco, che la realizzazione di un secondo capolavoro, dopo il primo, consistente nel decretare il proprio suicidio non solo elettorale, ma politico ed amministrativo.