Credo non sfugga ad alcuno che la nostra città stia attraversando un momento difficile. Mah, forse il termine non è appropriato, perché indica una frazione di tempo associata all’idea della brevità e della episodicità, mentre “fotografando” Lamezia si avverte la sensazione di vivere una città che “campa alla giornata”. Non ricordo chi la definì una città sofferente, però camminando, oggi, per le sue vie ti prende il magone nel vedere strade e negozi deserti, indifferenza e imperscrutabili silenzi e, spesso e sovente, i segni di uno scarso senso civico.
Certamente la città è “piagata” da tante vicissitudini: politiche (tre scioglimenti del consiglio comunale); giudiziarie (Eumenidi, Crisalide e chi più ne ha le metta perché ci stanno tutte); di corruttela e di corruzione politica e non, di disastrate condizioni economiche.
Duole il cuore, ma questa è la quarta città della Calabria, se la nuova entità sibaritide (Corigliano – Rossano) lo consente ancora. Ed allora “è più nobile nella mente soffrire… o prendere le armi contro un mare di affanni”?
Penso che l’errore più grosso che si possa commettere sia chiamarsi fuori dalla Kermesse, affacciarsi alla finestra e non andare nemmeno a votare, come spesso accade da un po’ di tempo a questa parte.
Pertanto necesse est rifondare Lamezia gettando alle ortiche i vecchi sogni, mettendo al bando risentimenti e favole metropolitane; contribuendo a gettare le basi per la formazione di una politica territoriale che interessi la città della piana e l’intero comprensorio dei comuni che orbitano attorno ad essa; costituendo una nuova area urbana, fermo restando l’identità di ciascuno, in grado di porsi come interlocutore forte davanti agli organi regionali.
Parrebbe, a tal fine, che il tempo dei capponi di Renzo, di manzoniana memoria, sia trascorso e che i sindaci dei vari comuni che si affacciano sulla piana abbiano capito che al din – don del proprio campanile può seguire anche un’altra nota, il dan. Parrebbe che si stia diffondendo la consapevolezza tra associazioni e cittadini che l’aggregazione è la carta vincente per iniziare insieme un nuovo cammino. Per far ciò basterebbe mettere da parte la ginnastica teoretica farraginosa.
Ci provano il sindaco Paolo Mascaro che ha convocato i sindaci del circondario per il 19 p.v., il comitato 4 gennaio con il suo progetto relativo alla centralità del Lametino e le associazioni del territorio interessate al progetto Grande Lamezia. Questo web – journal seguirà l’evoluzione del progetto e si ripropone di intervistare tutte le parti interessate.
Primo ospite di Lamezia terzomillennio.it è l’avv. Basilio Perugini, presidente del Comitato 4 gennaio. A lui abbiamo rivolto le seguenti domande:
Il Comitato 4 gennaio ha proposto un Comitato Permanente Consultivo dei Sindaci del Lametino. Qual è il significato di questa proposta tenuto anche conto delle reazioni da parte dell’opinione pubblica e dei destinatari di tale proposta e cioè i Sindaci? Il nostro progetto, del quale sono certamente propedeutiche le iniziative pubbliche che abbiamo attuato nei mesi passati, è quello di riscattare la nostra Città e tutto il suo Circondario, finora mortificati da una politica predatoria esterna e nichilista interna. La Grande Lamezia, che noi immaginiamo, deve essere la realizzazione politica ed amministrativa della nostra Città e dell’intero territorio che la circonda. E’, infatti, evidente che l’attuale realtà territoriale è costituita da un’area urbana nuova che comprende Lamezia ed i Comuni contermini di oltre 100 mila persone che condividono lo stesso territorio in maniera sempre più indistinguibile da un comune all’altro. E’, quindi necessario che questa nuova realtà si dia una costruzione comune di integrazione. I tempi sono maturi e la partecipazione comune lo dimostra al di là di ogni interessata obiezione.
Si dia inizio a questo percorso, certamente non facile, ma altrettanto certamente possibile costituendo un organismo Consultivo permanente che renda visibile ed apprezzabile la nuova realtà e che abbia come finalità il trovare comuni convergenze negli interessi dell’intero territorio.
Questo Comitato Permanente dovrebbe aprire la strada ad una Unione dei Comuni?
Nella fase attuale è importante aprire un rapporto non occasionale con i Comuni del Lametino.
Anche con una prima fase di “rapporti di consultazione” purché sia codificata e non limitata a singoli eventi che, sempre, hanno avuto la partecipazione compatta dei Sindaci del Lametino.
Bisogna aprire i contatti e mantenerli cercando la condivisione su tutte le decisioni che riguardano questo territorio e che incidano sulle popolazioni che vi risiedono.
Presentando il progetto Grande Lamezia non abbiamo indicato le modalità attuative, che spettano certamente alle amministrazioni ed alle popolazioni. Non è certamente una realizzazione immediata e comporta nella fase attuale un serio, adeguato ed insostituibile impegno che ne indichi la direzione e ne tracci il percorso.
Impegno che, secondo noi, non può che essere quello di partire dalla condivisione delle decisioni di carattere sovracomunale, tenendo conto dell’esperienza accumulata con la presenza nel nostro territorio dell’Unione di Comuni Monte Contessa e dall’Unione di Comuni Ma.Re ,da Temesa a Terina. Queste unioni di Comuni stanno già operando da anni in condivisione.
Si tratta ora di far ”muovere” Lamezia Terme che finora è stata solo spettatrice indolente.
Come Comitato, che, è bene ricordarlo, è costituito da persone con differenti sensibilità che hanno messo da parte le singole ideologie per perseguire come risultato solo la tutela degli interessi della Città e del suo territorio, vorremmo cercare di far un passo avanti.
Ci proponiamo, infatti, di incontrare i Sindaci delle due Unioni di Comuni e di individuare insieme concretamente tutte le possibili convergenze.
Al Sindaco di Lamezia Terme abbiamo proposto di istituire un Comitato Permanente Consultivo con tutti i Sindaci dei Comuni che fanno parte a pieno titolo del territorio Lametino.
Abbiamo potuto, in questi mesi, registrare attenzione ed interesse da parte del Sindaco di Maida ed adesione da parte del Comune di Curinga.
Crediamo che oggi ci siano tutte le condizioni perché veramente si possa sperare in una Grande Lamezia.
È stato proposto un consiglio comunale congiunto con il consiglio comunale di Catanzaro, cosa ne pensa?
E’ una esperienza che abbiamo già fatto per iniziativa dell’allora presidente del consiglio comunale nel 2014 che avrebbe dovuto individuare un percorso comune tra la nostra Città e quella di Catanzaro. Io credo che a Lamezia dobbiamo pensare ed agire per rafforzare questa comunità e per pretendere il rispetto per la nostra popolazione.
Mi pare che la richiesta attuale è stata inserita in un contesto in cui si vuol discutere su una linea ferrata veloce e sul percorso di questa linea nel nostro territorio.
Ma veramente qualcuno può pensare che si possa decidere una linea diretta che porti a Sant’Eufemia Lamezia saltando a pie’ pari Nicastro e Sambiase?
Dobbiamo avere chiaro che dei tanti impegni sottoscritti in quel consiglio comunale congiunto, che si è tenuto in Catanzaro, non si è avuto alcun seguito e che un nuovo consiglio comunale congiunto al massimo darebbe gli stessi scontati risultati.
Cosa pensa della proposta di un consiglio comunale di Lamezia sul tema della sanità?
Dal 2010 in poi i consigli comunali sul tema della sanità sono stati numerosi e si sono tutti conclusi allo stesso modo. Un documento finale, approvato all’unanimità, di richieste e proposte che mai hanno avuto seguito e nel frattempo la nostra sanità ed il nostro ospedale sono state spinte violentemente verso un inaccettabile peggioramento.
Dobbiamo far valere la nostra presenza e la nostra richiesta di servizi sanitari direttamente nelle sedi decisionali perché va corretta una grande ingiustizia che ci sta privando di un irrinunciabile, necessario e basilare diritto a tutela della salute di tutte le popolazioni lametine.
Bene ha fatto la nuova amministrazione comunale di Lamezia Terme con il conferimento di una delega specifica affidata a persona competente e di grande esperienza.
Ai tavoli decisionali il nostro assessore non mancherà di rivendicare quanto ci sarebbe dovuto semplicemente applicando le norme vigenti per esempio a proposito dei posti letto con riferimento a 134. 000 persone.
Dobbiamo porre innanzitutto un preciso obbligo di rideterminazione e ridistribuzione degli eccessi di offerta Sanitaria oggi concentrata su Catanzaro e delle risorse che ogni anni vengono assegnate a questo territorio, che sono in percentuale pro capite maggiore rispetto agli altri territori, ma vengono concentrate in Catanzaro.
Si tratta di far notare che nello stesso territorio di area centrale Catanzaro-Lamezia non possono coesistere tre aziende sanitarie con compiti eguali.
Tutto questo ci sta penalizzando e tutto questo è arcinoto per i precedenti consigli comunali e per gli interventi continui delle associazioni civiche che si sono spese a difesa della nostra sanità.
Prendiamo atto che avremo accoglienza solo se e quando saremo in condizione di far pesare di più la nostra comunità. Perciò rafforziamoci coinvolgendo i Comuni del Lametino.
E smettiamola di parlare di fallimenti della nostra Città.
E’ stato giusto festeggiare i 50 anni e continueremo a celebrare tutti gli anni il 4 gennaio anche per ricordare alle giovani generazioni che il mancato sviluppo di Lamezia Terme è conseguenza di chi ha privilegiato il proprio territorio approfittando della nostra debolezza nelle sedi politiche di decisione ed anche dalle incredibili teorizzazioni di chi ancora oggi definisce le mancate realizzazioni per strapotere politico come fallimenti della vocazione della Città di Lamezia Terme.
( 1^ Puntata )