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LO SVUOTAMENTO DELL’OSPEDALE LAMETINO Hub e Spoke hanno provocato lo stato confusionale della sanità

Sanità lametina: la situazione è preoccupante. Non può essere diversamente se quella regionale fa acqua da tutte le parti, come apertamente dichiarato e sottolineato in sede ministeriale e come denunciato dal commissario ad acta, gen. Cotticelli  (mammellone da succhiare).
Non è certo questo il momento di polemizzare per due ordini di motivi: il primo è che la governatrice Santelli si è appena insediata; il secondo è che stiamo vivendo giorni pieni di ansia e di angoscia per via di Covid – 19, dal quale ci può salvare solo l’occhio benevolo di Dio, se il virus si propaga con la stessa intensità manifestata in Lombardia e nel Veneto.
Certo è che la sanità calabrese non brilla, ma quella lametina, per via di tutti gli accorgimenti tecnici  (contenimento dei costi) e della spocchiosa politica degli Hub e degli Spoke, ha mandato alle ortiche l’assistenza di 150 mila persone: a tanto ammonta la popolazione  dei paesi che gravitano nell’orbita della piana di Sant’ Eufemia,  compresi i comuni montani privati dell’ospedale di Soveria Mannelli.
E’ questo un vulcano che un giorno o l’altro vomiterà ceneri e lapilli.
Intanto Comitato salviamo la sanità del lametino, Cittadinanzattiva, Tribunale del malato, Comitato malati cronici, Coordinamento 19 marzo, Associazione Senza Nodi scrivono:
Chi gestisce la sanità regionale è, dai tempi di Loiero, Scopelliti, Scura e Cotticelli, un grumo di funzionari regionali che hanno in testa e portano avanti certi programmi accentratori e selettivi, che non riescono a mettere da parte neanche in un’ora come questa, in cui l’emergenza Coronavirus sta mostrando i guasti che una tale concezione del governo della sanità regionale ha prodotto.
Mancano nel vasto territorio calabrese posti letti di Malattie Infettive e di Terapia Intensiva, si sta cercando di correre tardivamente al riparo, ma quel grumo di comando non perde la “lucidità” (se così si può dire) di portare avanti il progetto non dichiarato di progressivo svuotamento del nostro ospedale.
Eppure tutti sanno bene, anche “lor signori” che li hanno smantellati, che nell’ospedale lametino c’erano fino a poco tempo fa un ottimo reparto di Malattie Infettive in combine con un ottimo servizio di Microbiologia e Virologia. Sanno anche che basta pochissimo per rimetterli in sesto. Ma dopo alcuni sussurri e bisbigli circa la loro imminente riapertura, che evidentemente servivano come arma di distrazione di massa, ora si scopre che Lamezia resterà al palo. Come si vede, gente che pur di portare avanti gli interessi dei loro sponsor e dei loro territori di riferimento non si fa scrupolo di giocare con la salute e con la vita dei cittadini calabresi.
Scopriamo infatti che per attrezzare una risposta all’emergenza coronavirus in atto in Calabria è stato disposto di aprire e/o ampliare sostanziosamente reparti di Terapia Intensiva e di Malattie Infettive negli ospedali SOKE di Crotone e Vibo. In quest’atto del Dipartimento Regionale di Tutela della Salute non c’è alcun riferimento invece alla riapertura di quel nostro reparto di Malattie Infettive, che basterebbe un attimo per riattivare e che era anche previsto nel DCA 64 a firma di Scura. Eppure il bacino di utenza del nostro ospedale, anch’esso SPOKE, è più ampio di quello di Vibo e di Crotone ed ha come Hub lo stesso Pugliese-Ciaccio di Catanzaro che quell’atto vuole proteggere dal rischio di sovraffollamento e di propagazione involontaria del contagio.
Certo, coloro che si permettono questi lussi di marginalizzazione del nostro ospedale sanno bene che in questo momento non è possibile organizzare, come altre volte è stato fatto, risposte di massa ad una azione scellerata come questa e sanno, purtroppo, altrettanto bene che le classi dirigenti del lametino, tutte, non hanno chiaro questo loro caparbio disegno strisciante. Così come sanno bene che le nostre più alte rappresentanze istituzionali e politiche (che pure questo territorio esprime) sono in tutt’altre faccende affaccendate e che, a differenza di quelle della vicina Catanzaro e degli altri capoluoghi di provincia, si distraggono facilmente dall’obiettivo di dare risposte al loro territorio di riferimento.
Non ci resta quindi che appellarci e contestualmente lanciare un monito alla neo governatrice Santelli. Lamezia e tutto il lametino, che si è sempre trovato unito di fronte a questi problemi, non possono tollerare di essere trattati come una Cenerentola. Il nostro ospedale, per mille ragioni che è persino noioso elencare, ha tutti i requisiti per avere e deve avere una funzione di servizio verso tutta la regione. Insistere in quest’opera di suo svuotamento ha contribuito a peggiorare le risposte del servizio sanitario calabrese e non ha portato bene a nessuno dei precedenti governatori. Noi queste cose le denunciamo da tempo e certo non smetteremo di farlo proprio adesso.
Al Sindaco e all’Assessore alla Sanità del Comune di Lamezia, che sono attualmente le massime autorità istituzionali specifiche in campo regionale, chiediamo in questa grave ora di limitazione della libertà di movimento dei cittadini di farsi con forza e determinazione interpreti di queste richieste, che siamo certi, interpretano la volontà di tutti i lametini.