I giornali dell’altro ieri hanno dato notizia che il presidente della regione Calabria ha costituito la giunta. Il consigliere indicato per assumere la carica di Presidente del consiglio e coloro che sono stati scelti per ricoprire l’incarico di assessori, saranno certo delle persone rispettabili ed esperte nel proprio campo professionale. Questo però non basta per essere certi che avranno la capacità di governare bene e sapranno essere degli amministratori affidabili sotto l’aspetto politico/amministrativo. Capacità ed affidabilità che dovranno essere dimostrate sul campo. Da ognuno di essi presi singolarmente e da tutti insieme come governo della regione.
Una cosa è certa, partiamo male. Facendo un raffronto con l’Emilia Romagna dove le elezioni si sono tenute nel medesimo giorno, il 26 gennaio 2020, emerge che in quella regione, nonostante la grave epidemia del Covid-19 che vi ha imperversato fin dai primi giorni ed è risultata seconda, dietro la Lombardia, per velocità e consistenza della diffusione del morbo, la giunta regionale è stata costituita il 13 febbraio, dopo 18 giorni dalla data delle elezioni. In Calabria, dove il Covid-19 è giunto più tardi ed i numeri della sua consistenza sono a tutt’oggi trascurabili (e speriamo che lo rimangano per sempre fino a sparire definitivamente…) di giorni ne sono trascorsi 53; tre volte di più che in Emilia Romagna dove la giunta regionale è stata da subito operativa a tutti gli effetti! In Calabria, inoltre, il consiglio regionale non ha fatto nemmeno la prima seduta, mentre si è già riunito in Emilia Romagna. Non so dire se una o più volte…..
Perché questa diversità di tempi nella operatività delle due regioni? Perché in Calabria la maggior parte del tempo lo si è dovuto impiegare per tentare di comporre le lotte intestine che si sono scatenate, all’indomani delle elezioni, tra le varie fazioni dei raggruppamenti partitici della coalizione di maggioranza per la spartizione dei posti di potere. Per null’altro, perché in quanto al programma da realizzare, ogni partito della coalizione ha una visione propria, opposta e confliggente con quella degli altri, difficile da comporre in una sintesi sistemica.
Pertanto, l’inizio della legislatura non è dei più promettenti e nulla lascia sperare ch’essa produrrà risultati migliori di quella l’ha preceduta. Non ci sarà perciò nulla di cui ci dovremo stupire se la Calabria, che finora è stata ultima, tra le venti regioni d’Italia, in tutte le graduatorie che misurano la consistenza del pil, o lo sviluppo socio economico o il tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile, o l’elevato numero dei giovani e meno giovani che cercano migliori possibilità di lavoro e di vita emigrando in altre regioni d’Italia o all’estero, o il grado del ben vivere, continuerà a rimanere all’ultimo posto di tutte le classifiche nazionali come è stato nei 5 anni di legislatura appena trascorsi.