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EUROPA MATRIGNA E FIGLI DEGENERI Anni bui ci attendono. Passata la tempesta saremo chiamati a pesanti sacrifici. Due o tre anni per l’Italexit e per ritrovare la nostra identità.  Poi il New Deal tutto italiano   

Solo ora comprendo quanto siano duri anche gli arresti domiciliari. Prima pensavo fossero, a fronte di una seria pena restrittiva, una cosetta da nulla. Oggi che su tutta la penisola, fin dalla prima settimana di marzo, vigono i divieti di uscita dalle proprie abitazioni – tranne eccezioni da autocertificare con un modulo da compilare, giunto alla quinta edizione – mi rendo conto di quanto pesante sia stare in casa e ridurre il mio cielo al tetto di una stanza.
Mi trascino, pertanto, da una parte all’altra dell’abitazione orecchiando tutti i telegiornali che certamente non lesinano le notizie relative alla tragedia umana, di proporzioni bibliche, che si sta consumando come si legge nell’espressione preoccupata del viso di Papa Francesco e nei suoi sofferti impenetrabili silenzi, interrotti soltanto dalle richieste dell’aiuto divino per l’urbi et orbi.
Ed il pensiero vaga nell’apprendere della morte di un conoscente, di un amico; nel pensare a quanto sia  doloroso,  per se e per i familiari, chiudere gli occhi solo con se stesso; nel vedere  scene di gente che non sa più a quale santo votarsi perché alla fame, perché senza lavoro e poi… quelle file di camion dell‘ esercito, novelli monatti, che portano i corpi verso i  forni crematori e poi…il contrasto stridente tra il suono delle campane ed il lacerante suono dell’ambulanze.
Pensieri e scene che noi del 21° secolo non avremmo mai immaginato di dover vivere, forse di venirne a conoscenza o di conservarne il ricordo per aver letto le pagine del Manzoni sulla peste del 1630 a Milano che, per i punti di contatto con l’emergenza che stiamo vivendo, sembrano profetiche realtà.
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Non sono, invece, profezie, ma ciniche esternazioni quelle della Lagarde (non stiamo qui a chiudere gli spread) e della Von der Leyen ( i Coronabond  sono uno slogan al quale non stiamo lavorando).
Affermazioni che, col senno del giorno dopo, vengono mitigate, ma che nella realtà evidenziano, se ce ne era il bisogno che questa Unione Europea è un sogno fallito e non da oggi.
Da convinto europeista le mie idee relative alla permanenza nella siffatta istituzione cominciano a vacillare, e non da adesso, perché anche l’Europa è divisa in due, quella del Nord, dei falchi, e quella del Sud, delle prede, allo stato attuale completamente su fronti opposti, relativamente alle misure da prendere per contrastare gli effetti devastanti di Covid-19 sulle economie disastrate dei paesi più toccati dalla pandemia.
Italia, Spagna, Francia, Portogallo, Irlanda, Lussemburgo, Belgio, Slovenia e Grecia, chiedono l’Eurobond, energicamente contrastati da Germania, Paesi bassi, Finlandia e Austria, sostenitori, invece del Mes, il fondo salva stati.
Cos’ è l’uno, cos’ è l’altro, cosa ci divide.
Gli Eurobond sono un ipotetico meccanismo solidale di distribuzione del debito a livello europeo attraverso la creazione di obbligazioni del debito pubblico dei paesi facenti parte dell’eurozona da emettersi a cura di un’apposita agenzia dell’Unione Europea, la cui solvibilità sia garantita congiuntamente dagli stessi paesi dell’eurozona.
Il Mes, meccanismo europeo di stabilità, detto anche fondo salva stati, è un’organizzazione internazionale a carattere regionale finalizzata alla stabilità finanziaria della zona euro.
Per quanto dicono gli economisti questo meccanismo, per come strutturato è una “estorsione legalizzata”. Vi possono accedere solo gli stati il cui debito sia sostenibile; se il debito è troppo alto, come quello dell’Italia, prima bisogna procedere ad una ristrutturazione dello stesso; nel caso in cui cambiasse il parlamento di uno stato, questo non avrebbe la possibilità di sottrarsi agli impegni presi precedentemente. Insomma tanti lacci e lacciuoli che, allo stato attuale solo la Germania potrebbe accedervi. A soffrire del male oscuro la Grecia, messa in croce dal provvedimento di stabilità.
Porte chiuse, ed a doppia mandata, quindi alle richieste del presidente italiano Giuseppe Conte, sostenuto da Francia, Spagna e dagli altri paesi dell’area sud europea, relativamente all’istituzione dell’eurobond che potrebbe non significare spalmare il debito su tutti i paesi dell’eurozona, strutturandolo in maniera diversa.
Ed era questa la richiesta di Palazzo Chigi: una sola emissione di coronabond senza altri debiti in comune, tanto per far fronte solo ai disastri che sta producendo Covid-19 all’economia italiana.
Ma gli European recovery bond, titoli europei una tantum vincolati allo spudorato virus, non sono piaciuti a chi ha, ad oggi, socializzato sempre le perdite, penalizzandoci pesantemente in più occasioni.
La proposta di Conte e compagni non è piaciuta ai falchi del Nord Europa avvezzi sempre a piani di salvataggio fatti di tagli alla spesa sociale, alle pensioni, alla sanità, fino a rientrare da un debito pari al prodotto interno lordo. Severità, rigore, miopia ed egoismo, sono stati (Grecia docet) le armi utilizzate dagli strateghi dell’economia globale che hanno spaccato in due il vecchio continente.
Prova ne è la gestione dei flussi migratori che, malgrado l’accordo sottoscritto dai 28 stati membri, è stato disatteso nella sua interezza – e l’Italia ne ha fatto le spese –  tant’è che solo il 3% dei migranti sono stati ricollocati altrove.
Sono questi i principi di solidarietà della matrigna Europa? Sono solidarietà i kilometri di filo spinato stesi per fermare i flussi migratori da un paese all’altro? E’ solidarietà quanto avvenuto e messo in atto dai galletti francesi a Ventimiglia? Ed i rimpatri aerei operati dalla Germania?
Non c’è proprio da stupirsi se dopo sedici anni i cittadini britannici hanno dato luogo alla Brexit!
O, forse, per solidarietà è da intendere la normativa che vuole la stessa lunghezza dei cetrioli messi in vendita nei supermercati o quella relativa alla grandezza del pescato?
Sono figli degeneri gli italiani? O, invece, Casa Europa sta per crollare?
Basta comunque con la sudditanza del sud al nord Europa. Non ci sono più spazi per dialogare con chi fino ad oggi non ha rispettato la vocazione originaria europea nata in Italia con il manifesto di Ventotene. Pensiamo seriamente a prendere la strada di casa, a ritrovare la nostra identità, preparandoci ad abbandonare la matrigna.
Sentinella quanto resta della notte? Viene il mattino, ma poi anche la notte!
Passata la bufera, saranno necessari due, tre anni almeno. Saranno anni pesanti, come quelli del dopoguerra, ma segneranno un New Deal tutto italiano.