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MA E’ QUESTO IL PIANO ANTI COVID- 19?

Comitato Salviamo la sanità del Lametino, Comitato Malati Cronici, Cittadinanzattiva – Tribunale del Malato, Comitato 4 Gennaio, Amolamezia, Italia Nostra
Con l’adesione di:
Antonio Butera già Primario – Vincenzo Cimellaro già Direttore Sanitario – Caterina Firorelli, già Primario – Annamaria Magnavita già Dirigente medico – Rosa Tavella, già Dirigente Medico – Ugo Rosario Vitale già Dirigente medico – Elvira Falvo, già Dirigente Medico – Tommaso Battaglia già Dirigente Medico

Da circa un mese la Regione a parole si stava attrezzando per l’emergenza Coronavirus. Appena l’emergenza è scoppiata nella RSA di Chiaravalle, colpendo gli anziani, la parte più debole della nostra popolazione, tutti i programmi e le organizzazioni illustrati sulla carta si sono rivelati un flop. E in tutto questo la Giunta regionale attraverso la voce dell’ineffabile Belcastro, uomo per tutte le stagioni, per tutte le politiche e per tutti i servizi amministrativi, ha tirato fuori l’idea geniale di ricoverarli nel reparto dismesso di Otorino dell’ospedale di Lamezia Terme.
Quando e’ stato realizzato il progetto regionale del piano COVID si e’ scelto di utilizzare gli ospedali HUB, mettendo ancora una volta da parte l’Ospedale di Lamezia , non attivando quei presidi e quelle strutture necessarie per metterlo in grado di accogliere e curare i pazienti . Ora non si sa per quale strano motivo l’Ospedale di colpo e’ in grado di accoglierli.
Saremmo e siamo ben lieti di farlo, purché messi in condizioni di sicurezza sia per i pazienti che  per gli operatori. La nostra città si è sempre mostrata solidale e vuole e sa esserlo anche in questo grave momento.
In mancanza però di ogni garanzia al riguardo, la scelta è un vero e proprio attentato alla salute ed alla vita di questi nostri genitori, nonni, parenti ed amici che sono stati colpiti dall’epidemia. L’idea di ricoverarli in un ospedale che è stato da tempo colpevolmente privato persino del reparto di Malattie Infettive, senza posti letto sufficienti di Rianimazione, senza le attrezzature, i servizi ed il personale altamente specializzato e qualificato che il trattamento richiede, senza neanche il materiale di protezione, mascherine, tute, guanti, ecc. significa parcheggiarli in attesa che tutto finisca (o che, purtroppo, se ne vadano), solo per dire che si è intervenuti.
Non possiamo assumerci questa grave responsabilità e dobbiamo anche impedire che se la assuma chi governa la sanità provinciale e regionale. E dobbiamo anche impedire che, come ad Arzano, una decisione così scellerata finisca per mettere a rischio la salute (e la vita) del personale sanitario e per diventare un focolaio di diffusione del virus.
La nostra comunità ha già sollevato ripetutamente il problema dell’abbandono del nostro ospedale e della necessità del suo rilancio. Non è certo questo il modo e l’occasione per farlo. Lo abbiamo detto e ripetuto fino alla noia in questi giorni, c’è a Germaneto la disponibilità di 80/90 posti letto in una struttura autonoma ed isolata, con posti di Rianimazione più che sufficienti e con personale specializzato. Si utilizzi quello. Non potremo consentire che si faccia diversamente. Ed il Sindaco nella sua qualità di primo responsabile della salute cittadina lo dovrà impedire.