Dopo aver letto il contenuto, oltremodo oltraggioso nei confronti degli italiani, del giornale tedesco Die Welt, Luigi di Maio si è messo a recitare la parte dell’indignato e, nelle funzioni di ministro degli esteri, ha “intimato” al governo della Germania di dissociarsene.
Sennonchè sulla scena ha fatto irruzione la Nemesi coprendo di ridicolo l’ex capo dei 5-Stelle perché lo scugnizzo napoletano dimentica che fu proprio il suo mentore e datore di lavoro, Beppe Grillo, a propalare, urbi et orbi, la novellazione secondo cui i soldi erogati dallo Stato al Sud sono andati, volta per volta, ad ingrossare ed ingrassare mafia, ‘ndrangheta e camorra……
Il lato comico della vicenda sta nel fatto che in un momento così drammatico come questo che l’Italia sta attraversando, il nostro Paese debba essere rappresentato a livello internazionale da un ministro degli esteri i cui limiti di cultura e capacità politica risaltano in modo così evidente ogni qualvolta egli decida di aprire bocca e tentare di articolare parola…..
Quello che pensano e scrivono i tedeschi, e cioè che gli italiani siano dei mafiosi ed i soldi dell’UE serviranno per arricchire la mafia, è proprio ciò che da decenni vanno strombazzando Salvini ed i leghisti settentrionali, padani e veneti, nei confronti degli abitanti del Sud. Sostengono infatti i leghisti che i meridionali siano una manica di fannulloni e malavitosi e che i soldi del fondo nazionale perequativo che spettano alle regioni del Sud meno sviluppate finiscano nelle tasche dei mafiosi di quelle regioni.
Adesso che gli italiani sono indicati dalla stampa tedesca – che non fa alcuna distinzione tra abitanti del Nord e del Sud Italia – come mafiosi per cui i soldi dell’UE andrebbero a finire nelle tasche delle loro cosche, non ci si deve stupire se, prendendo a prestito il mantra che fin dalla fondazione del movimento hanno recitato i vari dirigenti della Lega ed i loro sodali secondo cui: “prima il Nord…”, nell’attuale circostanza, mentre stenta a concludersi la dura trattativa sulla destinazione dei finanziamenti dell’UE all’Italia, lo recitino a modo loro i tedeschi: “prima la Germania….”
L’atteggiamento teutonico insieme a quello olandese e di altri Paesi del Nord-Europa contrari al finanziamento dell’Italia tramite la creazione dei corona-bond, non può, perciò, non farmi ricordare l’ammonimento evangelico: “Chi di spada ferisce….. di spada perisce…..”
Giorgia Meloni grida allo scandalo e chiede la messa in stato d’accusa per “alto tradimento” di Giuseppe Conte e del ministro dell’economia, rei di aver raggiunto un accordo, in sede europea, che consentirebbe all’Italia di usufruire di finanziamenti dall’UE utilizzando ill Mes, il discusso meccanismo europeo di stabilità, contro cui la Meloni, insieme al suo sodale sovranista Salvini, vomita, ipocritamente, fuoco e fiamme.
Le cose non stanno come le raccontano la Pasionaria nera e il capo leghista; non solo perché Conte e Gualtieri non hanno finora firmato nulla. Ma soprattutto perché i due esponenti sovranisti fingono di dimenticare che l’introduzione del Mes, così come oggi lo conosciamo, è stato concepito dalle istituzioni europee a cavallo tra il 2010 e il 2011, quando al governo del Paese c’era Silvio Berlusconi, mentre il Ministro del Tesoro Giulio Tremonti rappresentava l’Italia in sede di Ecofin ed Eurogruppo.
“Quel governo – si legge in un editoriale di Mario Monti pubblicato dal Corriere della Sera – si reggeva sull’alleanza Partito della libertà-Lega. Giorgia Meloni ne faceva parte come ministro per il Pdl, Matteo Salvini era europarlamentare della Lega. La decisione di istituire il Mes fu presa a livello Ecofin il 9-10 maggio 2010. L’approvazione del Consiglio Europeo, dove l’Italia era rappresentata da Silvio Berlusconi, avvenne invece il 25 marzo 2011”.
Una pessima figura quella in cui è incappata la “Pasionaria nera” che, d’altro canto, non è nuova a tali invereconde sceneggiate.
In questa circostanza, per esempio, Meloni e Salvini insieme, piagnucolando, hanno invocato l’intervento del Presidente Sergio Mattarella che dovrebbe “sanzionare” il comportamento del Premier Conte il quale, durante la conferenza stampa che ha tenuto la sera dell’11 scorso in televisione, ha accusato, giustamente – ora lo può sostenere a ragion veduta! – la presidente di Fratelli d’Italia e il capo della Lega di dire menzogne a proposito del Mes.
L’inusitata richiesta dei due leader sovranisti è stata ignorata dal Presidente della Repubblica e l’iniziativa meloniana si risolverà, come accadde in una precedente occasione, in una bolla di sapone.
Accadde all’inizio della presente legislatura allorchè la Presidente di FdI chiese l’impeachment di Sergio Mattarella senza nemmeno conoscere il significato letterale della parola inglese né quello semantico. Se infatti se la Meloni ne avesse avuto conoscenza avrebbe capito per quali ragioni ed in seguito a quali comportamenti sia possibile in Italia chiedere la messa in stato d’accusa di un Presidente della Repubblica e si sarebbe astenuta dall’invocarlo, senza alcun appiglio reale, in quelle circostanze. La conclusione fu di un avvilente nulla di fatto dell’indecente iniziativa meloniana presa all’unisono dalla presidente di FdI con l’allora capo dei 5-Stelle, Luigi Di Maio. Dopo alcuni giorni, con la coda tra le gambe, entrambi dovettero rinunciare ad ogni ulteriore rimostranza contro il Capo dello Stato, continuando a fare, con un’autentica faccia di bronzo, buon viso al cattivo gioco che spregiudicatamente avevano tentato di portare avanti.