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SINDACO MASCARO, SE CONDIVIDI BATTI UN COLPO Qui tra nacchere, rotarelle e putipì si stanno fumando a Zazà

Festa grande alla Cittadella degli Uffici dopo la cacciata dell’ospedale lametino dall’azienda sanitaria che nascerà dalla fusione del Pugliese- Ciaccio con il policlinico universitario Mater Domini. Brindisi a go – go del cerimoniere della corte dei miracoli, il forzista Mimmo Tallini –  impresentabile per la commissione parlamentare antimafia, ma apprezzatissimo dai neo consiglieri  che lo hanno eletto presidente del consesso regionale – e la neo governatrice Iole Santelli, prima donna alla guida di questo territorio poco apprezzato dagli uomini che fino ad oggi hanno tentato, conseguendo miserabili risultati, di risollevarlo dalle pietose condizioni nelle quali versa.
Verum dicere l’occasione si è rivelata ghiotta anche per sacramentare lo strapotere politico dei forzisti, tant’è che la Calabria è diventata avamposto per eventuali operazioni sulla sponda africana, secondo antichi progetti del sempiterno Cavaliere. E tra nacchere, rotarelle e putipì si fumarono a Zazà.
Non una voce si è levata in favore di una città – LAMEZIA TERME – che da un cinquantennio subisce scippi e sorprusi, facendo rivivere l’epopea del Klondike, della corsa all’oro, della terra di nessuno, della quale ognuno è autorizzato a prenderne una fetta, a servirsene e, subito dopo, a scappar via col bottino. Sarà quel che sarà – forse la maledizione della 38^ eclisse – certo è che, nel Gotha politico, non abbiamo  mai avuto, ieri come oggi, rappresentanti capaci e responsabili.
Cari concittadini, vi invito tutti a riflettere, prima che sia troppo tardi, sull’attuale momento politico e sociale che sta vivendo la nostra città, dilaniata e depauperata di enti e strutture anche al di fuori del presidio ospedaliero praticamente ridotto ad uno zoppicante pronto soccorso, nell’incuria e nel disinteresse di chi, invece, avrebbe dovuto difendere il territorio.
Vale la pena ricordare che la nostra città è rappresentata nel parlamento nazionale dall’on. avv.  Giuseppe D’Ippolito, blasonato generale senza truppe del M5s, ma anche viaggiatore senza biglietto; a pari merito in questa classifica di presenze virtuali non demerita l’on. Domenico Furgiuele, leghista, divenuto ospite non gradito tra i discendenti di Alberto da Giussano, in probabile attesa di “trasmigrare” verso lidi più ospitali.
Ambedue eletti, certamente non per consensi ad personam, bensì sulla cresta dell’onda di protesta che alle scorse elezioni politiche “premiò” grillini e salviniani.
Da allora, lametina gente, ne avete più sentito parlare?
Nel consesso regionale poi possiamo contare sull’on. Pietro Raso, creatura di Furgiuele, che nella nuova realtà non si è ancora calato nel ruolo, dando l’impressione di contare quanto il due di coppe quando la briscola è a denari. Non dimentichiamo, però, l’on. Franco Talarico, assessore al bilancio per grazia ricevuta, ripescato dalla generosa Santelli per avere, l’Udc fatto parte della sua coalizione. Della sua attività nel ruolo di presidente del parlamentino, marca Scopelliti, parlano gli annali non intonando lodi ed inni di gloria.
Comunque la riapprovazione in consiglio regionale della legge finalizzata alla creazione di un’unica azienda ospedaliera senza Lamezia, addirittura annullando quanto approvato durante la gestione Oliverio, ha dato la stura a proteste, che avranno luogo nel mese di settembre passata la pandemia, ed ha rinfocolato  antichi rancori e dissapori mai sopiti, generati dall’ostracismo catanzarese.

Città della Riviera

Città della Riviera


Città dell’Istmo

Città dell’Istmo

Sono, infatti, riaffiorati gli accadimenti, tra gli anni ’80 e 90, quando per dare maggior peso alla candidatura di Catanzaro capoluogo di regione, le ambizioni della città della piana di divenire provincia furono sacrificate sugli altari della città delle aquile. Analoga sorte hanno avuto le iniziative messe in atto, anni dopo, da parte di alcuni politici lametini.
Acqua passata non macina mulino suggerisce un antico proverbio popolare: oggi pensare ad uno sviluppo  comune delle due città  è quanto mai anacronistico per due ordini di motivi:  primo, son tante e tali  le “sole” – nell’accezione romana del termine propinate alla città della piana, che han reso il progetto fantapolitica; secondo, non c’è più disponibilità, da parte lametina di partecipare a connubi che non siano  o un consorzio tra tutti i comuni contermini della piana di Sant’ Eufemia (città dell’Istmo), o a sodalizi finalizzati alla creazione della Città della Riviera che abbraccerebbe l’entroterra e la fascia costiera da Lamezia a  Vibo Valentia. Antico progetto che presupporrebbe la secessione dalla provincia di Catanzaro e l’ingresso della città della piana nella neo provincia di Vibo Valentia.
Progetti ambiziosi che presuppongono uomini sì vogliosi, ma che sappiano guardar lontano dall’ombra del proprio naso. E’ questo l’anello debole della catena, in quanto il proscenio politico lametino, affetto dal mal comune, dissoluzione dei partiti e sfiducia nella classe politica, aggiunge di suo l’assenza di politici veri, la loro grande volatilità con frequenti cambi di casacca, commissariamenti e lotte intestine a piè sospinto, quando le cronache non devono registrare innaturali collusioni.
Nel caos politico del periodo che stiamo vivendo, popolato ai vertici regionali da personaggi   espressione dell’ancien regime non è impresa da poco trovare adesioni ad un siffatto programma. Ma avvezzi come siamo alla lotta per la sopravvivenza ciò non deve scoraggiarci, anzi motivarci ancor di più a far valere le nostre ragioni.
Fortunatamente abbiamo alla guida della città un uomo battagliero e volitivo che ha saputo far valere le sue ragioni fino a ripresentarsi alla candidatura a sindaco di Lamezia Terme fuori da ogni schema politico e senza alcun patrocinio se non quello della sovranità popolare che gli ha tributato onore e fiducia.
Proprio perché espressione civica della volontà popolare lametina, non legato ad alcun inner circle, a mio parere potrebbe essere l’uomo capace di cambiare i destini della città.  
Sindaco Mascaro, se ci sei, se condividi, batti un colpo.