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INTERVISTA AL SINDACO LAMETINO AVV. PAOLO MASCARO

La verità, sempre scomoda e più dura della menzogna, cammina lentamente ma alla fine viene sempre alla luce. Come ha dimostrato, inequivocabilmente, questo web journal in tutti gli articoli pubblicati nei giorni precedenti, il binomio Santelli – Tallini coadiuvati dai sodali del centrodestra, con la motivazione “manutenzione normativa” ha abrogato la precedente legge nr. 6 del 13 marzo ’19, escludendo così l’ospedale lametino dalla fusione delle aziende ospedaliere Pugliese – Ciaccio e Mater Domini. Qualora ce ne fosse stato bisogno questo ulteriore “strappo” è stata la dimostrazione lampante di un cinquantennio di soverchierie commesse ai danni della città lametina. Intanto rassicuriamo tutti gli attenti osservatori della politica di casa, che hanno esternato preoccupazioni campanilistiche, che avranno risposta nei giorni a venire.   Al momento abbiamo rivolto all’avv. Mascaro, sindaco di Lamezia, sei domande per capire il suo pensiero relativamente agli ultimi accadimenti. L’intervista è andata molto sul lungo pertanto la redazione, ha preferito rinviare a dopo ogni commento proprio per dare il maggior spazio possibile all’ ospite..

La riapprovazione, in consiglio regionale, della legge finalizzata alla creazione di un’unica azienda ospedaliera universitaria senza Lamezia, addirittura annullando quanto approvato durante la gestione Oliverio, è l’ultimo segnale evidente dell’ostracismo catanzarese nei confronti della nostra città. Pensare ad uno sviluppo comune delle due città è fantapolitica.
Qual è il suo parere?
 
 
 

Sono immediatamente intervenuto in ordine alla legge regionale di “manutenzione normativa” che ha abrogato la precedente legge n. 6 del 13/03/19 sostituendola con un nuovo impianto che sostanzialmente differisce dal precedente unicamente per l’esclusione del Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme dall’integrazione; in particolare, ho evidenziato quanto sia stato offensivo sia il non aver coinvolto nella fase antecedente l’approvazione il territorio lametino ed i suoi rappresentanti istituzionali e sia il non aver dedicato nella relazione alla legge neanche un rigo alle motivazioni che hanno indotto ad un così repentino mutamento di rotta.
Ovviamente, detta nuova impostazione dei rapporti tra A.O. Pugliese Ciaccio e Policlinico Mater Domini, passibile comunque di nuova impugnativa governativa non essendo stati rimossi i motivi delle precedenti censure, non  deve assolutamente pregiudicare le prospettive di sviluppo del nostro Presidio ed in genere dell’offerta sanitaria del territorio lametino che dovrà in tempi brevi ottenere la riapertura dei reparti di Microbiologia e Malattie Infettive, la riapertura dell’O.B.I., l’aumento dei posti letto nell’U.O. Complessa di Pneumologia, l’aumento di organico in Cardiologia con realizzazione emodinamica, la piena attuazione del fabbisogno personale 20/22 con assunzione di 55 dirigenti e medici, 125 infermieri e 24 O.S.S., la realizzazione degli interventi urgenti di edilizia sanitaria con adeguamento del blocco operatorio ed adeguamento sismico nonché con la  ristrutturazione dell’ex Ospedale.
Per il resto, nel rapporto con la Città di Catanzaro bisognerà fare in modo che Lamezia abbia garantita la specificità del proprio ruolo; non posso dimenticare che sinergiche battaglie portate avanti durante la mia precedente amministrazione hanno condotto all’inserimento di oltre 400 ettari del territorio lametino nell’area ZES (con benefici enormi in termini di sviluppo), all’inserimento dell’intero territorio di Lamezia e del comprensorio nelle aree industriali di crisi non complesse con facilitazioni innegabili per l’ottenimento di finanziamenti, all’abbandono del deleterio tracciato alternativo della metropolitana leggera di superficie che bypassava le stazioni di Nicastro e Sambiase. Non bisogna, quindi, portare avanti politiche di sterili contrapposizioni ma politiche illuminate di crescita del territorio.

 

Tra gli anni 80 e 90 i lametini han preso atto che la politica regionale pro Catanzaro ha impedito la istituzione della provincia di Lamezia. Stesso risultato hanno fatto registrare le iniziative di politici lametini anni dopo. Oggi sta prendendo consistenza la necessità di guardare verso il Tirreno aprendo ad una grande realtà storica e commerciale. Il suo programma politico del 2015 prevedeva lo sviluppo di un polo del Tirreno da Amantea a Tropea. Era uno di quei sogni che muoiono all’alba o ha ancora una valenza

Io credo che Lamezia abbia la necessità di sviluppare, con progetti concreti, le proprie capacità e le proprie vocazioni. Immagino, anche grazie all’inserimento di oltre 400 ettari nell’area ZES (seconda Città della Calabria come estensione dopo Gioia Tauro), un grande sviluppo dell’area commerciale distributiva e di logistica. Immagino, anche grazie agli importanti investimenti che si stanno portando avanti con le nostre continue interlocuzioni e che riguarderanno a breve tutta l’area della Stazione Centrale di Lamezia, lo sviluppo di un grande hub regionale dei trasporti e delle infrastrutture.  Immagino il grande Porto Turistico della Calabria per la realizzazione del quale finalmente, anche su mio impulso, si sono fatti concreti passi in avanti in termini progettuali ed altri se ne faranno a breve già prima della stagione estiva. Immagino un grande sviluppo costiero anche tramite l’unificazione dei 2 lungomari esistenti e la creazione di un incantevole percorso di quasi 3 Km posto tra il mare e la pineta. Immagino lo sviluppo di una grande attrattività storico-culturale con prossima agibilità ed utilizzo del Castello Normanno-Svevo, del Bastione di Malta, degli scavi archeologici di Terina e di tante ulteriori strutture. Immagino, finalmente, lo sviluppo termale che venga incastonato in una Città che, anche tramite l’approvando Piano Strutturale Comunale, sappia finalmente identificare le polarità (commerciali, sportive, infrastrutturali e di logistica, turistiche e termali ) di cui astrattamente dispone. Nessun sogno muore se si ha il coraggio di inseguirlo

 

Ritengo un grande errore delle amministrazioni, che si sono avvicendate alla guida della città nel nuovo millennio, non aver saputo coordinare gli interessi per uno sviluppo congiunto con i comuni contermini  del territorio lametino.
Mi pare una enorme “svista” non aver valutato che nella piana lametina fossero stati creati due unioni di comuni.
Non crede che sia necessario ripartire dal Lametino per dar vita alla città dell’Istmo o alla città della Riviera ?

Con i Comuni del Comprensorio ho sempre privilegiato il rapporto in un clima di reciproco e paritario rispetto; al riguardo, tra gli altri, ho il ricordo bellissimo delle 21 fasce tricolori in piazza il 19 marzo 2016 unitamente a migliaia e migliaia di cittadini per difendere la sanità del nostro comprensorio. Oggi si è da subito ripartiti nel coinvolgimento pieno del territorio sia sullo spinoso tema della sanità e sia su ogni ulteriore prospettiva di sviluppo quale il costituendo “Distretto del Cibo” o lo sviluppo della “Riviera dei Tramonti”.

Condivido, quindi, in pieno l’esortazione all’unione, vera e non di facciata, dei Comuni dell’intero comprensorio. 

 

La Grande Lamezia, di cui si parla a piè sospinto, dovrebbe inserire alla base dei suoi programmi un progetto di sviluppo con i Comuni contermini cominciando ad affrontare insieme le questioni amministrative a carattere sovracomunale. Se questa è la via giusta, Lei ritiene che si possa o si debba far un passo avanti istituendo un coordinamento dei Comuni sia pur con esclusivo compito consultivo? Ritiene giusto che i nuovi strumenti urbanistici guardino e si coordinino con quelli dei Comuni contermini piuttosto che guardare al versante ionico?

In realtà, già nella mia precedente amministrazione ci si è più volte seduti allo stesso tavolo per affrontare i problemi dei rifiuti, costituendo l’ARO di Lamezia Terme quale sotto ambito dell’ATO della Provincia di Catanzaro; stessa cosa è accaduta per il Piano Locale del Lavoro del Lametino e del Reventino; stessa cosa è avvenuta per la tematica sanitaria, per l’adesione al Contratto di Fiume e per ogni altro aspetto sovracomunale.

Credo, quindi, che il problema non sia tanto la costituzione di nuove entità ma la concreta collaborazione tra le realtà esistenti così come sta avvenendo proprio in questi giorni per il Distretto del Cibo.

 

Lei, come sindaco della precedente legislatura, è stato un elemento di spicco nelle grandi manifestazioni popolari e nella raccolta di firme per un nuovo impegno sanitario ed un riequilibrio delle risorse e delle funzioni straordinariamente presenti nell’area centrale della Calabria ma concentrate su Catanzaro. Si chiedeva, allora, la finalizzazione del nostro Ospedale come punto centrale della rete tempo dipendente ospedaliera Politrauma. Oggi quella Rete Ospedaliera è rimasta in mente dei e la Calabria è l’unica Regione italiana senza questa realtà. E tal rimarrà, dicono i ben pensanti, pur di castigare Lamezia. Intanto Il piano operativo 2019-2031 del commissario Cotticelli evidenzia che l’ospedale lametino ha numeri di ricoveri e di accessi al pronto soccorso da collocarsi subito dopo  i tre grandi ospedali regionali. Ciò vuol dire che nonostante i tagli dei reparti, dei primari e dei posti letto la struttura, per le funzioni residue, viene ritenuta affidabile malgrado la vicinanza al capoluogo di regione. Catanzaro ha rinunciato ad avere dipendente l’ospedale di Crotone al quale è stata assegnata microbiologia e virologia, ma anche l’emodinamica. Tutto ciò conferma che i vassalli catanzaresi ci considerano valvassori portatori di risorse e di richieste, ma non partecipi di interessi. È accettabile tutto ciò?

Non amo le polemiche e le contrapposizioni: non aiutano e non fanno crescere. Io amo la politica del dialogo e della collaborazione che deve, però, essere unita alla ferma difesa della dignità dei territori. Ho già ricordato che nel mio precedente mandato le battaglie comuni Lamezia-Catanzaro, che si possono rinvenire ancora ricercando su internet, hanno portato risultati positivi per Lamezia (la ZES ha portato ad inglobare oltre 400 ettari del nostro territorio e nessun ettaro di Catanzaro; il tracciato ferroviario prescelto è quello che prevede le Stazioni, e quindi gli abitati, di Nicastro e Sambiase e non quello pur più veloce Aeroporto-Germaneto). Ciò si è verificato perché Lamezia era guidata da chi non piegherebbe mai la testa di fronte ad ingiustizia e da chi mai svenderebbe la propria terra per raggiungere obiettivi personali. Sulla Sanità ho già in parte risposto sugli obiettivi immediati da raggiungere con la necessità di progressiva specializzazione di eccellenze e sul punto non deve trascurarsi il rilancio non solo del Centro Protesi INAIL quale punto di riferimento, anche di costruzioni protesiche e di lunghe degenze riabilitative, dell’Italia Centro Meridionale ma anche di una traumatologia di avanguardia.

 

Per quelli che sono gli umori cittadini, passato Covid 19, i lametini scenderanno in piazza a settembre per protestare contro questa politica morbosa e soffocante.
Lei, sindaco Mascaro, espressione civica e non politica, si schiererà a fianco dei suoi cittadini? So già qual è la sua risposta, ma la domanda è d’obbligo.

Io sarò sempre al fianco dei cittadini quando si tratterà di manifestare a tutela dei diritti di questa terra; starò invece attento ad evitare che vi siano manifestazioni che, partendo dalla non piena comprensione degli argomenti e dei problemi, possano rischiare ancora di condurre la Città verso scelte e decisioni sbagliate portando avanti immotivate “guerre di religione” (vedi ICOM) che portano ad errori le cui conseguenze i territori le pagano anche a distanza di decenni.
Mi auguro, comunque, che non vi sia bisogno di scendere in piazza e sono certo che ciò non avverrà in quanto l’amministrazione eletta dal popolo saprà pienamente difendere gli interessi del territorio.