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LAMEZIA TRA SOGNI E REALTA’ Il valore di ogni sindaco si misura sulla capacità “organizzativa” della macchina amministrativa. Come politico può indicare sogni e propositi, come amministratore deve riuscire a migliorare la produttività dei dipendenti.

Il sindaco avv. Mascaro nella sua intervista ha sottolineato l’importanza di un dato concreto, l’inserimento di oltre 400 ettari nell’area ZES (seconda città della Calabria come estensione dopo Gioia Tauro), dal quale fa derivare la speranza di un grande sviluppo dell’area commerciale distributiva e di logistica. Inoltre ha immaginato 5 direttrici, che vanno dallo sviluppo di un grande hub regionale dei trasporti e delle infrastrutture al grande Porto Turistico della Calabria; dallo sviluppo costiero allo sviluppo di una grande attrattività storico-culturale; infine lo sviluppo termale incastonato in una Città che approvi il Piano Strutturale Comunale.
In generale ritengo che il valore di ogni sindaco, con difficoltà proporzionali alla grandezza dei territori, si misuri sulla capacità “organizzativa” della macchina amministrativa. Per capirci, ogni sindaco italiano può scegliere di giocarsi il suo ruolo sul versante prettamente politico oppure sul versante amministrativo. Come politico può indicare sogni e propositi accontentando la maggioranza consiliare che lo tiene in sella; come amministratore deve riuscire a migliorare la produttività dei suoi dipendenti, pochi o molti che siano. A Lamezia abbiamo da sempre una macchina inefficiente che produce servizi scadenti e soprattutto non è in grado di procurare entrate all’Ente, a partire dal nostro peccato originale, un’anagrafe non aggiornata. Per essere chiari, se un amministratore non conosce esattamente i nomi e cognomi dei suoi cittadini viventi (con le attuali residenze), l’ubicazione delle ditte individuali e collettive e delle imprese operanti sul territorio, a chi chiede di pagare i tributi? A perfetti sconosciuti, magari pure deceduti. Insomma, per farla breve, oggi per un Ente locale i “dati” sono essenziali.
“L’emergenza pandemia è stata per l’Italia improvvisa come una Pearl Harbor d’Occidente che ci costringe a reagire in modo organizzato e che non lascerà nulla come prima”. Ecco cosa ha dichiarato Paolo Pandozy, l’ingegnere informatico che da circa 20 anni guida Engineering, società italiana leader nei servizi informatici e nella trasformazione digitale.
Engineering è noto come sia il più grande gruppo tecnologico italiano che si sta proponendo di essere al centro della trasformazione digitale di aziende e organizzazioni pubbliche. Qualsiasi “sviluppo” infatti non può prescindere dalla sfida di grande portata che si gioca nell’area della Pubblica amministrazione e della semplificazione burocratica. Il controllo e l’interpretazione dei dati è cruciale in questo cambiamento. Personalmente al nostro sindaco raccomanderei “JEnte”, la suite completa, modulare, integrata e web-based che razionalizza la gestione dell’Amministrazione locale e delle sue aziende, permettendo il superamento della gestione settoriale che spesso contraddistingue il processo di digitalizzazione degli Enti locali.
È progettata per affiancare gli Enti locali nell’adozione di un’organizzazione moderna e funzionale incentrata sulla gestione “per obiettivi”; automatizzare i procedimenti tramite il diffuso utilizzo di workflow e la totale dematerializzazione dei documenti; integrarsi con tutto il mondo della PA e i suoi diversi sistemi informativi attraverso una logica di cooperazione applicativa; garantire l’interazione on-line con cittadini, imprese e professionisti. Prima dei sogni oggi prediligerei i Big data. I dati gestiti ed elaborati dalla PA sono “big” per definizione e le amministrazioni sono tra i principali generatori e collettori di informazioni, spesso non sempre strutturate.
Un altro capitolo riguarda la gestione dei rifiuti, cruciale in Calabria. L’economia circolare è una bella e suggestiva idea, ma non fa evaporare i rifiuti: servono impianti ed una politica industriale. Opporsi alla discarica è miope, una discarica controllata dal pubblico non crea problemi (si veda Pianopoli), è un investimento dal quale il comune ottiene le royalty e quindi puo’ far pagare di meno la Tari ai cittadini. Circa la Multiservizi, dal momento che il pubblico ha portato la societa’ al fallimento, scongiurato da Bevivino con il concordato, occorre trovare un privato che sappia gestirla pur restando la maggioranza pubblica. Per il settore idrico si dovrebbe fare un richiesta alla Regione di non prendere l’acqua da Sorical  perché Lamezia può essere autosufficiente con i propri pozzi e sorgenti e può creare una gestione autonoma risparmiando parecchi soldi.