Non sfuggano ai lametini due vicende politiche che dovrebbero far riflettere i lametini e non solo.
Il mio è un riferimento preciso ai “balconari”, siano essi i “conterronei”, siano essi i lametini, tutti accomunati in quel 56% che diserta le urne. Avranno, essi, decine di motivi per astenersi dal votare.
Ma certamente non condivisibili da chi desidererebbe che le assemblee regionali e comunali, non escluse quelle nazionali, avessero una ben più larga condivisione popolare. Anche per evitare quel famoso voto di scambio che in questo contesto brilla di sfavillante luce.
Ciò premesso faccio un salto indietro e ripesco due vicende che, a mio parere dimostrano quanto sia utile la partecipazione attiva ai processi che poi finiscono col condizionare il nostro vivere quotidiano, specialmente se delegati a chi ha scarso senso di discernimento o non ha una particolare “predisposizione” per l’interesse della comunità.
Parlo dell’ubicazione dell’aula bunker e della gestione rifiuti: due esempi di avvedutezza e sensibilità che la”raccontano” tutta sul modus operandi della nostra classe politica e del suo screening relativamente agli interessi dei cittadini.
Non sto a girare il mestolo nel mastellone, ma se buonsenso e ragionevolezza di pochi non avessero inchiodato alle responsabilità di molti dei nostri politicanti ed anche degli amministratori locali, (il silenzio è assenso nella fattispecie) sarebbe stata commessa la solita camarilla intesa nel pieno significato che Treccani dà al lemma.
Vale a dire che sarebbe stata scartata la soluzione più economica, la migliore per logistica e sicurezza, per dare sempre più linfa alla sindrome fagocitaria catanzarese: nel silenzio impenetrabile di tutti – politici e dirigenti regionali, sindaci ed amministratori del capoluogo regionale e dei dintorni – e nel clamore dei diversi ordini professionali!
Nessuno sapeva che ben due Fondazioni in house, partecipate regionali – Fondazione Terina e Lamezia Europa – avevano ed hanno spazi da utilizzare essendo venute meno al compito primario, causa della loro ragion d’essere: lo sviluppo socio economico dell’intera area baricentrica della Calabria.
Non fossero “insorte” le trenta e più associazioni lametine in appoggio alla lungimiranza del presidente della Fondazione Terina, avv. Gennaro Masi, l’aula bunker sarebbe stata la supercàzzola dell’anno: un tendone da circo nel lander di Siano, perché così aveva deciso il fagocita della città dei tre colli in sinfonico concerto con il cerimoniere della Cittadella!
Non fosse insorta Rete Civica, che rappresenta il cuore pulsante della Lamezia che sa guardare al di là della siepe, oggi – noi lametini – saremmo a piangere con la terza discarica e con l’apertura delle due già esistenti.
Fuori causa il sindaco Mascaro e gli amministratori lametini che avevano dato il loro consenso all’ ubicazione della stessa nel nostro territorio!
Però grazie al confronto chiesto dall’avv. Nicolino Panedigrano, in rappresentanza di tutte le associazioni lametine, al Capitan Ultimo, assessore regionale all’Ambiente – avvenuto lo scorso giovedì – la governatrice Santelli, usa ad esprimersi per ordinanze e mai per contatto e confronto diretto con le parti sociali, parrebbe abbia cambiato idea: non più urgenza – emergenza con altra discarica a Lamezia bensì esportazione fuori regione dei rifiuti ammassati nelle quattro province calabresi.
Capitan Ultimo ha parlato chiaro ed ha esposto il suo programma per uscire dall’eterna emergenza dei rifiuti, indicando, si soluzioni provvisorie ma anche, finalmente, indicando per ora una programmazione e pianificazione per risolvere il problema rifiuti una volta per tutte.
Ciò è potuto avvenire grazie a Rete Civica che ha rappresentato non a parole, ma secundum alligata et probata gli scempi ed i danni già provocati nel territorio lametino.
Ciò è potuto avvenire grazie all’interesse ed all’impegno di pochi, non al disinteresse di chi ha fatto dell’ autoreferenza il suo cavallo di battaglia, con ciò perdendo il contatto ed il rapporto con la realtà esterna, quella stessa che, malgrado tutto gli ha rinnovato la fiducia.
Potrei continuare elencando sperperi di ingenti risorse nel compartimento sanità, di digitalizzazione mancata, di inamovibili dirigenti regionali, di chi incassa i premi, dei fitti passivi e su quanto di ameno avvenuto ieri, oggi e, spero domani no, se quel 56% di “balconari“ prendesse coscienza delle sue possibilità di interloquire e decidesse di partecipare fattivamente alla gestione della res pubblica chiedendo di conoscere i legittimi motivi e le ragioni delle scelte operate di volta in volta.