Più pronto e lesto del falco pellegrino, il presidente del consiglio comunale di Lamezia Terme, Peppino Zaffina si è affrettato ad invitare il neo eletto presidente della S.A.Cal. (Società Aeroportuale Calabrese) Giulio De Metrio ad essere presente ad una seduta dell’organo istituzionale lametino.
Zaffina si ripromette di affrontare, insieme al presidente S.A.Cal., al sindaco ed ai consiglieri comunali, i temi che riguardano l’aeroporto internazionale e quindi spaziare dal […..] “rilancio dello scalo lametino, alla crisi occupazionale dei dipendenti, agli investimenti economici per lo sviluppo dello scalo medesimo che da anni tardano ad arrivare”, allo scioglimento dell’inghippo rappresentato dalla finora […] “mancata realizzazione della nuova aerostazione” i cui stanziamenti comunitari sono andati perduti.
Visto che, a detta di Zaffina, l’aeroporto di Lamezia “riveste un ruolo strategico nazionale” (sic!) mentre gli altri due (Crotone e Reggio Calabria) in costante deficit finanziario e privi di passeggeri non servono a nulla, spero che il presidente del consiglio comunale gli suggerirà di eliminarli del tutto perché l’aeroscalo lametino basta ed avanza per la Calabria. Oppure, in alternativa, sganciare almeno dalle spalle della S.A.Cal. l’amministrazione degli due aeroporti che le hanno caricato addosso.
Questa operazione fu infatti escogitata nella scorsa legislatura per scopi elettoralistici e clientelari, per ingraziarsi gli elettori del crotonese e del reggino, cioè. Se non si perverrà ad una separazione dell’amministrazione congiunta dei tre scali aerei, l’attuale situazione rischia di perpetuarsi con i medesimi intendimenti ed obiettivi anche per l’attuale, intera legislatura, fino
Il Presidente Zaffina non mancherà, naturalmente, di rivolgere all’importante ospite le più sentite congratulazioni per la sua nomina nonché di complimentarsi con lui per essere riuscito, alla prima riunione del Cda della S.A.Cal. ad ottenere un compenso annuo di 240mila euro. Da quanto ha scritto il consigliere comunale Piccioni, non smentito finora, si tratterebbe di un compenso annuo più elevato di quasi una volta e mezza rispetto a quello del suo più immediato predecessore, De Felice, di otto volte maggiore del penultimo, Colosimo. Il commento della Santelli pare sia stato: “la competenza si paga”. Giusto, ma c’è una misura per tutto. “Me lian”, avevano scritto i Greci sul frontone del tempio di Apollo a Delphi, che significa: “mai troppo, senza eccesso”; soprattutto in una regione come la Calabria, che è al primo posto tra tutte le altre d’Italia per indice di povertà; da cui i giovani scappano per cercare altrove lavoro e dove migliaia di famiglie devono campare con 600 euro o poco più di pensione al mese. “Me lian”, capito sig.ra Santelli?
Spero, infine, che al termine dell’incontro-confronto, il presidente Zaffina avrà la sensibilità politica d’informare, tramite un dettagliato ed ampio comunicato stampa, i lametini su tutto quanto ne sarà emerso e le conclusioni cui si sarà pervenuti, se ce ne saranno state.
Non è un’abitudine di moralità istituzionale e di trasparenza politica a cui siano abituati i nostri amministratori quella di dare esauriente ed immediata informazione riguardo ai problemi della città che si trovano ad affrontare in riunioni, incontri o avvenimenti del medesimo genere. Si comportano, invece, come se le tematiche su cui si è discusso fossero “cosa loro” e quindi si guardano bene di darne compiuta notizia ai cittadini.
Zaffina per esempio, all’indomani della sua elezione a presidente del consiglio comunale, scrisse una lettera per invitare il suo omologo catanzarese, Polimeni, ad un incontro per esaminare insieme i problemi comuni alle loro due città. Ci fu l’assenso del presidente Polimeni, dopo di che non se ne seppe più nulla. È avvenuto quell’incontro o no? Ed in caso affermativo, è approdato a qualche risultato oppure si è concluso con un nulla di fatto? Se, invece, non è stato tenuto quali ne sono state le motivazioni? Responsabilità del Covid o della incapacità politica dei due presidenti e dei loro esperti (staff) di compilare un’agenda politica realistica dei problemi da trattare? In ogni caso, perché non avere il buon senso, l’educazione civica, mi verrebbe da dire, d’informare i cittadini, che hanno il diritto di conoscere come procedono le problematiche della città, che è soprattutto la loro e non esclusivamente degli amministratori pro-tempore? I quali intanto possono percepire una prebenda mensile perché nella nostra Lamezia c’è almeno un 30% (consultare le dichiarazioni del sindaco Mascaro) che paga i tributi e le tariffe.
Lo stesso comportamento è stato tenuto dai due politici leghisti espressione del nostro territorio: il deputato Furgiuele e il consigliere regionale Raso. Tempo fa, il primo presentò una interrogazione affinché la Camera discutesse della baraccopoli sede dei rom di contrada Scordovillo. Diede grande risalto sulla stampa a questa sua iniziativa ed io manifestai pubblico apprezzamento perché finalmente c’era stato un deputato che si era accorto che in Lamezia esisteva un problema molto grave e si era fatto carico d’informarne il Parlamento. Ma su come andò a finire la vicenda ha taciuto e non ha sentito il bisogno d’informare la cittadinanza. Per altre vie ho appreso che la Camera bocciò quella interrogazione, ma il deputato leghista con il suo silenzio, ha tramesso in tanti di noi, semplici cittadini, il dubbio che fosse opportuno, per lui, che la notizia del rigetto e le correlate motivazioni non dovessero trapelare. “Cosa nostra è, perciò “musca e citu”; questo sembra essere stata l’ispirazione ideologica del suo comportamento.
Anche il consigliere Pietro Raso aveva promesso ai lametini che avrebbe risolto lui il problema dei reparti di malattie infettive e virologia da ripristinare nell’ospedale Giovanni Paolo II. Avrebbe preparato un “progetto innovativo” con il concorso di altri attori politici e lo avrebbe presentato al commissario ad acta Saverio Cottarelli che “certamente” lo avrebbe approvato: ”Parlerò io con Cottarelli!”. Con questa solenne promessa, Raso aveva rassicurato la cittadinanza giustamente in ansia ed allarmata per le sorti della sanità lametina. Dopo di che, è calato un silenzio tombale e del suo progetto il buon leghista non ne ha mai più parlato.
Continuando a procedere in questo modo non si dà dimostrazione di corretta amministrazione né di quella trasparenza di cui spesso i nostri politici ed amministratori si riempiono la bocca. E penso, in aggiunta, che la città ed il territorio, di cui essi sono i rappresentanti, non possono sperare di compiere alcun progresso in relazione alla crescita civile, morale, politica, sociale – per non parlare dello sviluppo economico – se si continua ad operare con questa cultura “dell’omertà” e della mancata informazione pubblica e civica dei loro comportamenti politico-amministrativi. Al termine della legislatura/consiliatura, le loro personali condizioni saranno certamente migliorate; quelle del territorio che li ha espressi e per il mantenimento dei quali i cittadini pagano, penso proprio di no.