Mancando dieci giorni alle elezioni possiamo azzardare un pronostico dal momento che è troppo facile pontificare nel dopopartita.
Le comunali di Lamezia purtroppo scontano la scommessa sulle regionali, quando le risse locali possono penalizzare il Pd dove la sinistra ha un solo grande obiettivo tafazziano: evitare che Renzi vinca 6 a 1. Anche Lamezia con le primarie è stata vittima di tanti malpancisti che da noi sono riusciti solo a far perdere tempo. Poi sono stati gli avvenimenti giudiziari a far da metronomo ad una campagna elettorale anomala e stranissima, un vero inedito per la storia lametina.
Mafia, ultrà, calcio e piagnoni, questo il menu. In altri termini la vittoria di Sonni, se si accompagnasse ad un risultato 5 a 2 o peggio 4 a 3 per Renzi, sarebbe una luce in uno scenario buio che avvicinerebbe le elezioni nazionali e bloccherebbe le riforme di cui questo paese ha bisogno. Abbiamo bisogno di stabilità, solo di stabilità, per avvicinare la ripresa economica mentre tutti i pazzi e cretini che compaiono in televisione giocano a fare gli apprendisti stregoni, come sempre.
Giocare sul malessere e sulla disperazione della gente è da sempre il ruolo assunto da avventurieri e demagoghi. Questo ruolo a livello nazionale ha i musi del Gatto & la Volpe, Grillo & Salvini, ma siccome l’estrema sinistra storicamente ha sempre voluto giocare col fuoco, la confusione deriva dal fatto che i due demagoghi da quattro soldi non sono stati isolati con un cordone sanitario. I malpancisti che devono, costi quel che costi, far cadere Renzi per vecchie rancori, soffiano sul fuoco e quindi non consentono di far ragionare l’opinione pubblica. La vicenda scuola è emblematica, Fassina avendo sposato le stesse identiche posizioni dei grillini.
Cosa c’entra tutto questo scenario nazionale con Lamezia è presto detto. Chi ha basato tutto sulla disperazione della gente è Ruberto, all’insegna “non un euro vada perduto”, “ogni euro/un voto”. Ruberto è andato casa per casa e non ha lasciato nulla di intentato per fare il clientelismo classico, che una volta si chiamava laurino.
Stranamente il redivivo comandante Lauro non è stato affatto fronteggiato, anzi è diventato il modello “così fan tutti” che riporta la politica a Lamezia agli anni cinquanta, alla fame, al popolo mio che si può comprare con un tozzo di pane. Ruberto danneggerà la macchina di Mascaro, sempre più rombante ma perché in folle, senza marcia innestata.
Cosa intenda fare in pratica Mascaro non lo ha capito nessuno, e i propositi e le idee di Sonni sono apparse una visione, una mission per una città stretta tra mafia e colletti bianchi populisti.
Sonni corre un solo evidente rischio, potrebbe passare alla storia di questa città come un “visionario” che dice verità spiacevoli, perché vedere Lamezia come la città del golfo e la nostra piana non come la cerniera della Calabria ma come un’area al servizio della Regione, non è un semplice programma politico: dovrebbe essere il massimo comune divisore di tutte le forze politiche sane della città.
Invece abbiamo assistito ad una competizione dove ogni candidato tenta di procurarsi un bonus da giocare non si sa bene non si sa come. Si prospetta una riedizione dello Speranza 1 con le liste di centrodestra vincenti e un sindaco visionario che dovrà fare un patto d’acciaio con Renzi e Oliverio.
Orticaria procurano questi Di Battista reclutati ai talent show mentre Renzi gira solo come una trottola tra piazze e televisioni per non farci finire come la Grecia. In questo scenario da anni cinquanta (l’auto più venduta è la cinquecento!) i piagnoni piacenti e le lingue biforcute sono il nostro specchietto per le allodole.
La stessa polverosa macchina comunale ha il data base dei contribuenti ferma agli anni cinquanta e confida che l’uomo che verrà lasci le cose come stanno, come sempre.