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MILIONI DI EURO BUTTATI ALLE ORTICHE DOPO 11 ANNI DI COMMISSARIAMENTO!
LA SANITÀ IN CALABRIA SGUAZZA NEL PROFONDO ROSSO OGGI PIU’ DI IERI. ACUITI I PROBLEMI PREESISTENTI, NON GARANTITI I LEA, L’ASSENZA DI UN PIANO DI RISANAMENTO, IL DISINTERESSE DEI POLITICI.


Lettera aperta
Al Ministro della Salute
Dott. Roberto Speranza
di Renato Borelli

Onorevole, per il ruolo che ha nella “stanza dei bottoni”, per noi calabresi è come se fosse la Madonna di noantri, quella Madonna fiumarola, protettrice dei trasteverini, che ritengo ben conosca dopo i suoi lunghi soggiorni romani dovuti alle cariche politiche finora ricoperte. Non esagero né tantomeno ho voglia di sperticarmi in lodi o spellar le mani in dovuti applausi, però in questa cloaca massima che è la nostra sanità, Lei rappresenta, qualora ne avesse anche voglia, la nostra ultima ancora di salvezza.
Faccio un atto di presunzione, forse, pensando che da buon lucano conosca vita (?), morte e miracoli di quel che avviene nel comparto sanitario al di sotto del 42° parallelo ed esattamente in Calabria, ultima in Europa per servizi sanitari ed ultima in Italia per l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza.

Certamente è a conoscenza che dopo undici anni di commissariamento il disavanzo di 150 milioni ai tempi di Scopelliti, primo commissario ad acta, sembrerebbe ammontare oggi a quasi un miliardo.
Il condizionale è d’obbligo perché i “numeri” scaturenti dai bilanci delle cinque province, non   ubbidiscono a rigorosa certezza matematica anzi, di più, Domenico Giannetta, presidente della Commissione Vigilanza del consiglio regionale ha il suo bel da fare per ricostruire una veritiera situazione contabile ad oggi torbida ed approssimativa.
Comunque milione più, milione meno siamo al Profondo Rosso, l’angosciante film di Dario Argento,   speranzosi di non dovere assistere anche all’ horror di Suspiria perché equivarrebbe a vivere  anticipatamente l’Inferno.
Non sto a tediarLa parlando dei venti differenti sistemi sanitari regionali o della discriminante spesa sanitaria pro capite tra nord e sud, della migrazione e dei viaggi della speranza, dei pochissimi posti letto perché questa è storia consolidata che Lei conosce meglio di tutti noi.
E d’obbligo, però una constatazione: a fronte della declamata incapacità gestionale dei meridionali, né ammessa né concessa, da parte dei governi che si sono succeduti dal 2010 in poi, sono stati impegnati nel risanamento dell’azienda sanitaria illuminati manager, di altra latitudine e longitudine, che – nel rispetto dei dettami contenuti nel manuale delle marmotte  (il decreto Calabria, opera prima ad alto contenuto diarroico di intenti e di ostinata  stitichezza di contenuti) avrebbero dovuto portare  in salvo l’azienda sanitaria calabrese.
Cosa mai è avvenuto: i manager non erano all’altezza della situazione, i provvedimenti presi erano e sono pannicelli caldi oppure si è voluto solo… tirare a campare?
Nel ruolo di nocchiero si cimentò per primo el pibe de oro Scopelliti sponsorizzato dal sempiterno Cavaliere che lo portava ad esempio, sul palmo della mano, già da sindaco di Reggio Calabria.
Con lui, nella duplice veste di Governatore e Commissario ad acta, gli “storici” indicano l’inizio del declino inarrestabile dell’intero comparto sanitario, invero già “accennato” nella legislatura Loiero.
Il tronfio avanguardista reggino, abituato a volare alto, si avvicinò troppo al sole e le ali di Icaro non lo sorressero. Al suo posto, dopo quasi un quadriennio, venne insediato il dott. Ettore Jorio, con la cui nomina finì il malvezzo del doppio incarico: governatore e commissario ad acta.
Fu poi la volta dell’ing. Massimo Scura, spina nel fianco del neo governatore Oliverio. La “guerra” tra i due negli annali storici, è descritta come “silente e costante”.
Egli, in ossequio al piano di rientro, ha tagliato servizi e strutture indiscriminatamente dando vita ad una gestione caratterizzata da scontri e polemiche non solo con i politici regionali, ma anche con cliniche private e laboratori ambulatoriali. Nessun passo avanti nel contenimento del disavanzo finanziario.
Ancora quattro anni circa e Scura viene avvicendato con il gen. Saverio Cotticelli del quale, fulmine a ciel sereno, a tutt’oggi, non sappiamo se le sue dimissioni sono in stand – by o se è in corso, invece,  un gioco delle parti.
Certo è, on. Speranza che il generale, partito da Catanzaro per Roma con l’intento di illustrarLe “un quadro gravissimo, ma a me non addebitabile”- parole sueè tornato indietro in attesa… di che?
Il deputato pentastellato Francesco Sapia ha scritto, in una lettera indirizzata a Lei ed al vice ministro Sileri, ” La vicenda si sta trasformando in una commedia in più atti: dalle dimissioni annunciate si è passati alle dimissioni ritirate, sino alla pretesa, dei commissari Cotticelli e Crocco, di rispondere in un secondo momento alle contestazioni mosse loro nel recente Tavolo di verifica”.

Capirà che la gente calabra non ha alcun interesse a conoscere la fine della telenovela in corso Cotticelli – Crocco, bensì desidera sapere quando avrà fine il suo calvario, quando potrà contare su un servizio sanitario efficientemente calato sul territorio, quando avrà termine quell’ingiustizia sociale che vuole la salute appannaggio dei soli ricchi.
On. Ministro, tutti pienamente coscienti che la sanità rientra all’interno di quell’area grigia, tra legalità ed illegalità, in cui si incontrano criminalità organizzata, politica ed imprenditoria; ben consapevoli anche, delle grandi virtù del dipartimento sanitario regionale, qualora volesse illuminarci di immenso dovrebbe spiegarci perché:

a)    Undici anni di commissariamento non hanno prodotto alcun miglioramento del disavanzo, anzi questo ha raggiunto il punto morto superiore;
b)    Ben consapevoli che i commissari hanno un emolumento annuo che oscilla tra i 140/160 mila euro più le spese – non so se siano da aggiungere eventuali premi per i brillanti risultati raggiunti – essendo venuti meno al compito assegnato, è prevista la loro rimozione?
c)     Come mai in tutti questi anni, pur conoscendo gli sperperi in atto non si è mai provveduto alla loro eliminazione?
d)    E’ possibile che dopo tanti anni di “cura”, accantonato quello preesistente, non sia stato ancora redatto un piano sanitario regionale concordato con le parti sociali?

Grazie per quanto farà.