PIOVE, GOVERNO LADRO
La Calabria zona rossa per scelta politica scatena la rabbia dell’intera regione. Il commissario ad acta gen. Cotticelli si è dimesso per tsunami mediatico. Il premier Conte “I calabresi meritano un commissario capace”. Emersa finalmente l’incapacità gestionale dei commissari governativi.
di Renato Borelli / Politica / 7 Novembre 2020 |
L’espressione, oggi titolo di questa nota, è usata come parodia degli slogan dei cittadini, un po’ a piè sospinto, contro il governo ed in generale contro il potere costituito, ladro per definizione e colpevole di tutti mali possibili e quindi, paradossalmente, della pioggia, della siccità come anche dell’afta epizootica.
Piove, governo ladro gridano gli abitanti della terra di nessuno – i calabresi da sempre cornuti e mazziati all’ennesima potenza – per la propria regione finita in zona rossa con il massimo delle restrizioni per il contenimento della pandemia Covid.
Per il comune sentire mai decisione governativa fu più ingiusta di questa, tanto da scatenare la rabbia dell’intero territorio – già penalizzato per tanti altri aspetti – ben consapevole anche degli accreditati pareri di virologi ed infettivologi che la definiscono una scelta politica, non di tipo scientifico.
Cosa è mai accaduto?
La Calabria è stata dichiarata zona rossa non perché ha un numero di contagi elevati bensì per la politica sanitaria regionale colpevole di non aver realizzato il centro covid regionale, di non aver individuato i covid hotel e di non aver assunto le 500 unità di personale medico e paramedico a tempo determinato ed indeterminato.
Per la prima volta, infatti i criteri che hanno incasellato le regioni italiane in area rossa, arancione o gialla, hanno preso in considerazione la capacità di reazione di ciascun sistema sanitario, il numero degli abitanti di ogni singola regione e l’esperienza maturata nei confronti della pandemia esplosa nel primo semestre dell’anno in corso.
A stilare la classifica secondo i canoni menzionati è stato l’Osservatorio Nazionale per mano del suo direttore Walter Ricciardi e del direttore scientifico Alessandro Solipaca.
Piaccia o non piaccia i parametri su indicati hanno dato vita ad una graduatoria che vede sette regioni in codice rosso (Campania, Lazio, Sardegna, Abbruzzo, Venezia Giulia, Friuli e Calabria). Per curiosità i coefficienti relativi al nostro territorio, rispetto al mese di aprile scorso, sono + 73.6 per i ricoveri, + 62,5 per le terapie intensive. In un’ottica di questo genere ne consegue che preoccupano meno, paradossalmente, i grandi numeri della gran Milano che quelli contenuti della Calabria.
Niente da eccepire, quindi, per le conclusioni alle quali è giunto l’Osservatorio Nazionale dopo aver vagliato i parametri che contano ai fini del contrasto alla pandemia Covid.
Ma, vivaddio, non si può colpevolizzare una regione, commissariata da più di un decennio, per l’incapacità gestionale, per l’inettitudine dei commissari inviati dal governo centrale per sanare, non aggravare, i bilanci della sanità calabrese, che anno dopo anno, sono scivolati nel dissesto finanziario, dal quale non è facile uscire senza poderosi interventi governativi straordinari.
A tal proposito mi piace ricordare a chi difetta la memoria la lettera che il 13 settembre, un mese prima di morire, la governatrice Santelli ha inviato al premier Conte:
“Scrivo da una Regione in cui i diritti dei cittadini sono troppo spesso calpestati. La Calabria – diceva Santelli – è una terra che ha tante potenzialità ma anche troppi, troppi problemi irrisolti. Il più importante dei diritti calpestati è quello alla Salute. Siamo vittime da anni di un commissariamento governativo che, improntato esclusivamente a logiche meramente ragionieristiche, ha distrutto la sanità calabrese. In questo le responsabilità politiche devono essere chiare e nette.
Tutte le scelte sanitarie competono in Calabria al Governo ed ai suoi commissari. Sono stata attenta ad evitare lo scontro istituzionale, non credo faccia bene a nessuno, ma chi decide di commissariare e di effettuare le scelte, poi deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità che ne conseguono. La fase Covid è stata gestita dalla Regione in assoluta sintonia con il Governo nazionale. Il nuovo piano sull’emergenza, invece, su richiesta dei commissari è stato predisposto dagli stessi senza alcun coinvolgimento della Regione, e varato dal Ministero competente.
Il nuovo piano ribalta totalmente l’impostazione precedente e per quanto mi riguarda lo trovo di difficile attuazione. Nella riunione con il commissario Arcuri e i ministri Speranza e Boccia, Arcuri ha specificato che nelle Regioni in cui è presente il commissariamento ad acta, la Regione non è soggetto attuatore. Non m’interessa essere soggetto attuatore di un piano che non condivido, ma è necessario che i calabresi sappiano che il Governo si sta assumendo tutta le responsabilità della gestione sanitaria del Covid in Calabria e che la Regione è stata totalmente esautorata. Mi spiace dopo mesi di leale collaborazione, ne prendo semplicemente atto.
La responsabilità verso i calabresi deve essere però chiara, se viene ridisegnata la rete oncologica sul tumore alla mammella e, nonostante le proteste della Regione si va avanti per una strada che, purtroppo, porterà a una nuova e pesante emigrazione sanitaria.
Non credo che, Presidente Conte, Lei sia al corrente di queste cose ma è mio obbligo morale e politico porle in evidenza. Noi calabresi abbiamo diritto ad una sanità da Paese civile, non m’interessa fare guerra contro il Governo nazionale, ma non farò da parafulmine a scelte pesantemente penalizzanti per i miei concittadini”.
E’ di stamane la notizia che il gen. Saverio Cotticelli, da due anni commissario ad acta per il risanamento della sanità calabrese, si è dimesso mentre il presidente del CdM, Giuseppe Conte, da Roma chiedeva la sua immediata rimozione. Il generale in pensione ha rassegnato le sue dimissioni dopo un’intervista, quanto meno choccante, rilasciata a Rai Tre per la trasmissione Titolo V.
Cliccando sul link sotto indicato, potete ascoltarla e trarre le conclusioni del perché, dopo più di dieci anni di commissariamento il dissesto finanziario abbia raggiunto cifre da capogiro. Per approfondimenti sull’argomento vi invito a rileggere quanto pubblicato da questo giornale il 23 ottobre u.s. dal titolo … Milioni di euro buttati alle ortiche (clicca per leggere).
Ogni commento è pertanto inutile, ma l’epilogo Cotticelli mi lascia veramente l’amaro in bocca, in special modo se penso alle dichiarazioni programmatiche di questo signore che insediatosi agli inizi del 2019, promise di mettere a ferro e fuoco tutta l’(in)sanità calabrese dichiarando “basta col mammellone da succhiare, cerco di far capire a tutti coloro che hanno gestito finora la sanità che il passato non torna più” oppure “non ci sarà un ritorno al passato, abbiamo accertato situazioni di gravissima irregolarità, di infiltrazioni, competenze dell’autorità giudiziaria”.
Era un bel programma, peccato che sia rimasto lettera morta!!!