Pronti a tutto sono i calabresi, stanchi di esser presi per i fondelli. Certo è che la perpetuazione degli errori commessi fino ad ora sarebbe una chiara manifestazione di voler mantenere lo status quo ante, che alla fin fine metterebbe d’accordo politica, mafia, massoneria ed imprenditoria privata orbitanti nella zona grigia della sanità regionale.
Sanità in Calabria: tragedia o melodramma? Se la si guarda dal punto di vista dell’utente non ci sono dubbi: Eschilo, Sofocle ed Euripide sono dei miserabili dilettanti. Le loro opere che pur han fatto storia, non sono nulla a fronte di quella che si sta consumando in questi giorni, a queste latitudini.
Certamente non ricorrono né la moira, l’eterna fatalità, né l’ananke, il destino al quale nessuno può sottrarsi perché il castigo arriva per tutti.
Obbietterete, miei cari lettori, che fatalità e destino appartengono ad un mondo lontano da noi, però se sostituite a fatalità il lemma ineluttabilità, ed a destino, inevitabilità avrete immediatamente la visione del melodramma che, titolo I Calabresi – composto da ignoto autore, ma non tanto – stanno vivendo.
Fotticompagno sarebbe il titolo giusto da dare al melodramma a tema assistenza sanitaria regionale. Sempre di tragedia si tratta, ma i canti melodici ne mitigano le sofferenze e, soprattutto alimentano le speranze di un presto ritorno alla normalità.
Penso, ed ho il diritto di pensare, che la vicenda Cotticelli vi abbia un po’ scossi: l’uomo della provvidenza inviato fin quaggiù dal primo governo Conte, Salvini, Di Maio – che oggi cadono giù dal cielo – per mettere a posto i conti della sanità calabrese ha dichiarato forfait e la sua incompetenza ha assunto dimensione planetaria in special modo quando da fuori campo si sono udite voci, ben identificate, che lo redarguivano e lo richiamavano alla realtà.
Quello che fa specie è il fatto che non è la prima volta che nostri numi tutelari fan la pipì fuori dal vaso ed è sempre accaduto in occasione di interviste dei media nazionali: vi ricordate dei topini della Fondazione Campanella o più recentemente dei ventilatori per la pandemia Covid? O degli spot di Striscia la notizia?
Bene quegli uomini, sempre quelli, sono sempre nella stanza dei bottoni!
Mi corre l’obbligo a questo punto di invitarvi a fare una riflessione sulla funzione della stampa e dei media regionali che tacciono sui problemi reali e salgono in cattedra solo quando altri tolgono le castagne dal fuoco.
Accade così che morto un papa se ne fa un altro con gran disinvoltura: fuori Cotticelli, dentro Zuccatelli.
Don Abbondio, ottavo capitolo dei Promessi Sposi si chiedeva, a proposito del filosofo greco Carneade, chi fosse costui.
Mi pongo la stessa domanda: Zuccatelli, chi è, che ha fatto fino ad oggi, quali sono le sue capacità manageriali, al di là delle sue indiscusse cognizioni professionali, tra l’altro ad oggi pallidamente espresse? Ha mai costui gestito una “azienda” nella quale – colonna infame – massoneria, mafia, politica ed imprenditoria privata giocano sulla pelle dei calabresi?
Senza scendere a livello di fotoromanzo e, quindi, delle amenità profferite dal soggetto – per infettarsi bisogna baciarsi (e con la lingua) per almeno 15 minuti – Giuseppe Zuccatelli è sbarcato in Calabria nel dicembre del 2019 per “guidare” l’azienda ospedaliera Pugliese – Ciaccio e l’azienda ospedaliera universitaria “Mater Domini” di Catanzaro, cuori pulsanti della sanità calabrese.
Prima di questo incarico è stato anche commissario straordinario dell’Asp di Cosenza- subissata da un ragguardevole dissesto finanziario – da dove si è dimesso per ragioni di opportunità (mancata apertura del centro Covid di Castrovillari e la discussa gestione della Rsu Villa Torano dove ci sono stati parecchi morti causati dalla pandemia in corso). Il borsino politico lo dà orbitante in area Speranza essendo anche amico di Bersani, entrambi di Leu, partito per il quale il nostro è stato anche candidato senza però essere eletto.
La scelta operata ha sollevato nel mondo sanitario, ma anche in quello politico, non poche polemiche, considerati i risultati (c’è qualcuno di buona volontà in grado di illustrarceli?) conseguiti nella “organizzazione sanitaria” delle due aziende ospedaliere catanzaresi, anzi ci risulta che il Codacons ha inviato una diffida al ministro Speranza in considerazione delle dichiarazioni negazioniste dello stesso relativamente alla pandemia in atto.
Sorvolo, poi, sulle polemiche e sugli strascichi conseguenti alla sua “prestazione d’opera” a Cosenza così come a Catanzaro, per fare solo due considerazioni sulla sanità calabrese per il cui risanamento il governo gli ha messo a disposizione una nuova struttura composta da 20 dirigenti e 5 amministrativi, mi auguro gravanti sul suo bilancio, dal momento che da dieci anni e più, noi altri calabresi abbiamo sopportato spese ingenti per mantenere in vacanza commissari a go – go per risultati che, ahimè, fanno piangere lacrime amare.
Tal disinvoltura e celerità nella designazione della primula rossa che ci dovrà tirare fuori dal baratro mi fa nascere più di una perplessità. Con tutto il rispetto per il generale dei carabinieri, Cotticelli, condottiero fiero delle forze armate italiane in Bosnia- Erzergovina, insignito dell’onorificenza di Commendatore della Repubblica, mi chiedo quali valutazioni siano state fatte per schierarlo nella trincea sanitaria calabrese, animata da ruberie e clientelismi della politica regionale, da falsi in bilancio, da corruttele, da disamministrazione e da quanto volete aggiungere voi altri, perché ci sta tutto.
Ho scritto non molto tempo fa che la sanità calabrese è un’area grigia, punto di incontro di politica, massoneria, mafia ed imprenditoria privata.
Ebbene mettetici dentro Cotticelli o Zuccatelli, frullate il tutto: ne vien fuori il niente vestito di nulla.
Sorprende, pertanto, la celerità con la quale Conte e Speranza hanno risolto il problema. Morto il papa se ne fa un altro; se poi gli eredi continuano a piangere, cazzi loro.
Su questa linea si è mosso Il presidente della Commissione Antimafia sen. Nicola Morra che, in diretta da Cosenza, ha informato “di avere un dialogo in corso, in coordinamento con il Governo, con Gino Strada, medico e fondatore di Emergency, allo scopo di coinvolgerlo nella squadra della Sanità calabrese in fase di rinnovamento dopo l’uscita del Commissario Saverio Cotticelli e l’arrivo di Giuseppe Zuccatelli”.
Senza mai fare nomi il sen. Morra in una diretta dalla sua pagina Facebook ha scritto: “È stato approvato in Cdm un decreto Calabria che ha rafforzato i poteri della struttura commissariale per non farla mettere in ginocchio dalla volontà di un Dipartimento regionale Tutela della Salute che fino ad oggi ha molto spesso bloccato le iniziative commissariali, ma soprattutto affinché si possa far intervenire in campo una personalità la cui capacità di visione e la cui filosofia complessiva della Sanità pubblica abbia un potere simbolico e politico enorme, perché qui non possiamo limitarci a convocare bravi manager della Sanità pubblica.
Qui in Calabria c’è necessità di qualcosa di più coraggioso, di più rivoluzionario perché la Calabria vive dal 2010 in una situazione emergenziale, con un commissariamento che dopo 10 anni ancora non è stato sospeso. Bisogna fare un salto di qualità facendo scendere in campo una personalità che è, a livello forse mondiale, considerata capace di mettere mano nella sanità portando immediatamente servizi, prestazioni e soprattutto diritti per i più deboli”, continua Morra in riferimento a Strada.
“E allora, lavorando in silenzio, senza far polemiche inutili si possono ottenere dei risultati, ci stiamo forse riuscendo. Io spero che nel giro di 24 ore al massimo si possa dare ufficialità di una notizia che sarebbe enorme non soltanto per la Calabria ma per l’Italia tutta. Si sta lavorando con il Governo affinché in Calabria si abbia una squadra che includa qualcuno che ha chiarissimo il quadro, qualcuno che sappia frenare appetiti criminali.
Vi ricordo che in Calabria abbiamo due Aziende sanitarie territoriali, quella di Reggio Calabria e quella di Catanzaro, sciolte per infiltrazioni mafiose.
Vi ricordo che il buco nella Sanità è enorme ed ogni anno viene ulteriormente alimentato anche in presenza di gestione commissariale. In Calabria bisogna fare una rivoluzione”.
Pronti a tutto sono i calabresi, stanchi di esser presi per i fondelli. Certo è che la perpetuazione degli errori commessi fino ad ora sarebbe una chiara manifestazione di voler perseverare nel mantenimento dello status quo ante, che alla fin fine metterebbe d’accordo politica, mafia, massoneria ed imprenditoria privata orbitanti nella zona grigia della sanità regionale. Come è avvenuto fino ad oggi!