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LA GIUNTA COMUNALE LAMETINA È QUELLA DI UNA CITTÀ EVOLUTA?
Legittima suspicione: si ha l’impressione che Lamezia “sia bella ed invidiabile” solo nella narrazione del primo cittadino e che l’opposizione sia in affanno nel presentare proposte alternative al suo governo.

Si è tenuto alcuni giorni fa, esattamente il 13 novembre scorso, una seduta del Consiglio comunale lametino: qualche giorno prima, avevo avuto tra le mani l’ordine del giorno pubblicato sull’albo pretorio e mi ero accorto che i punti iscritti erano ben 52. Ho pensato che chissà quanti, e di quale importanza, sarebbero stati i progetti che l’amministrazione comunale avrebbe portato all’attenzione del civico consesso per essere dibattuti e deliberati. Ho invece scoperto che solo due di essi riguardavano argomenti di un certo rilievo per la comunità: il secondo punto che proponeva “l’approvazione del un nuovo regolamento per la biblioteca comunale”, ed il terzo che portava come oggetto “l’adesione alla centrale unica di committenza della città metropolitana di Reggio Calabria etc, etc…”.
Escludendo il primo punto relativo all’avvenuto deposito del verbale della seduta precedente e i due che ho citato, i rimanenti 49 punti concernevano i seguenti argomenti: 33 “deliberazioni di riconoscimento della legittimità di debiti fuori bilancio”; 11 mozioni, 4 interrogazioni ed un ordine del giorno (o.d.g.) presentati da consiglieri comunali di varia estrazione politica. Tutto qua: totale 53 questioni su cui impegnare il consiglio comunale fino al termine tassativo delle ore 14:00.
Intendiamoci, non è che approvare un nuovo regolamento (che mi auguro sia almeno più funzionale alle necessità dei cittadini) oppure pagare i debiti verso i fornitori che hanno dato beni o prestato servizi al comune non siano aspetti importanti della gestione amministrativa; così come penso siano importanti i problemi sollevati con le mozioni, le interrogazioni e l’ordine del giorno. Mi sarei però aspettato che l’amministrazione comunale avvertisse anche l’esigenza di far dibattere i consiglieri su altri problemi della città, che sono tanti ed importanti. Evidentemente, la giunta non ha nulla di meglio di cui occuparsi che di un mare di debiti, dentro cui nuota, da saldare e di un elevato numero di mozioni ed interrogazioni a cui dare risposta.
Mi sarei aspettato, per esempio, che fosse inserito nell’ordine del giorno la discussione sulla “Nota di aggiornamento” al Documento Unico di Programmazione (Dup) ed una rivisitazione del bilancio preventivo 2020-2022 che vi è strettamente collegato sotto l’aspetto dei flussi finanziari di entrata e di spesa. Mi si può obiettare, a ragion veduta, che il Testo Unico degli Enti Locali (TUEL) stabilisce, sì, che il Dup debba essere aggiornato entro il 15 novembre di ogni anno, ma si tratta di una facoltà e non di una prescrizione. A mio modesto parere, per un comune che voglia far procedere in modo efficiente e virtuoso il proprio cammino gestionale, è più che opportuno che si preveda un tagliando annuale di verifica (l’aggiornamento del Dup, appunto) su come stia evolvendo l’attività gestionale sotto l’aspetto della risoluzione dei progetti presenti nella Sezione Strutturale (SeS) del Dup e quali siano i nodi problematici che ne aggrovigliano i problemi inseriti nella Sezione Operativa (SeO); e questo, a prescindere se la verifica sia obbligatoria o meno. L’aggiornamento si presenta ancora più opportuno in un tempo di pandemia come il nostro in cui le criticità sanitarie e sociali, che richiedono soluzioni e risorse finanziarie, sono all’ordine del giorno e possono presentarsi in modo imprevedibile.
Nella fattispecie del comune lametino, l’aggiornamento al Dup sarebbe stato ancor più opportuno perché le deliberazioni con cui sono stati approvati i bilanci presentati dalla giunta nella riunione del 18 settembre scorso, (bilancio consolidato del 2019 e bilancio preventivo del 2020-2022), nonché il Dup stesso e il Piano del fabbisogno del personale, sono gravati dal vulnus di essere stati deliberati contro il parere del collegio dei revisori dei conti nel corso di una lunga, rissosa e, per molti aspetti, indecente, seduta consiliare, durante la quale si è verificata un’indecorosa aggressione verbale ai revisori dei conti rei solo di avere espresso una valutazione dei documenti presentati dalla giunta opposta a quella degli amministratori. Ma di questo modo di aggredire gli interlocutori non c’è di che meravigliarsi perché è un copione che si ripete allorquando l’amministrazione incroci la valutazione, di chiunque altro, difforme da quello del sindaco; ieri è successo con il Consiglio di Stato ed i sindacati, nell’ultimo consiglio con i revisori dei conti. Si accettano scommesse su a chi toccherà la prossima.
C’è, infine, un altro aspetto, non irrilevante, che avrebbe consigliato un aggiornamento del Dup e consiste nel fatto che sull’operato dell’amministrazione, per quanto riguarda alcuni aspetti dei bilanci che, non dimentichiamolo, fotografano lo stato della correttezza e regolarità finanziaria di un’amministrazione pubblica, pare si siano appuntati i rilievi sia della Ragioneria Generale dello Stato per conto del Ministero dell’Economia e Finanze (Mef) che della Corte dei Conti, almeno secondo quanto ha scritto Giorgio Curcio in data 18 settembre u.s. sul Corriere della Calabria.
Mentre stavo scrivendo queste riflessioni, mi sono ricordato che, in effetti, un Documento unico di programmazione l’amministrazione di Lamezia non ce l’ha per la semplice ragione che non lo ha formulato, mentre ha fatto approvare dal consiglio comunale le dichiarazioni elettorali del sindaco spacciandole per il Dup. Cosicché, a ragion veduta, la giunta ha ritenuto di non avere alcuna necessità di dover aggiornare un documento che non è aggiornabile per il semplice motivo che non esiste. Ciò che però desta meraviglia è che nemmeno l’opposizione ha avuto ed ha nulla da eccepire su questi aspetti fondamentali e sistemici dell’attività amministrativa; essa si comporta emettendo, di tanto in tanto, dei flebili ed impalpabili comunicati pubblicati dai giornali che riguardano delle situazioni del tutto estemporanee e spesso marginali della vita sociale e pubblica, che hanno di sicuro una certa importanza, ma secondaria e relativa. Insomma, per ciò che riguarda i partiti di opposizione, e le loro proiezioni consiliari, si va facendo strada il convincimento nella pubblica opinione ch’essi non siano presenti né nell’ambito della società, né tra la gente, né in contrapposizione all’amministrazione comunale nella sede istituzionale. È come se una opposizione al governo della città non esistesse per nulla, ma che il consiglio fosse formato da ventiquattro consiglieri tutti aderenti, in modo palese o tacito, alla medesima maggioranza consiliare.
Valutando questa serie integrata di circostanze, viene da domandarsi se la giunta comunale di Lamezia non rassomigli di più ad una amministrazione da “repubblica delle banane” che a quella di una città evoluta, quale pretende di essere Lamezia Terme. Una città che finora è stata governata in modo arruffone e pressappochista, che è “bella ed invidiabile “ e “sta rinascendo” solo nella narrazione noiosamente ripetitiva del primo cittadino, che esulta anche quando si fanno lavori di ordinaria manutenzione; una città, ripeto, dove i partiti di opposizione, incapaci di criticare in modo fondato ed approfondito la maggioranza, che dà l’impressione di essere già in affanno, e di avanzare proposte alternative al suo governo, sembra del tutto omologata ad essa.