Cari concittadini, pensate ancora che la democrazia consenta all’elettorato con il proprio voto di esprimersi a favore di un programma politico, decide cioè a maggioranza le cose da fare, e poi ha il diritto di vedere che esse siano fatte? No, da molto tempo questo non succede più, la democrazia non produce opere e realizzazioni ma è la vincita al lotto per un migliaio di deputati e senatori.
Non ci sono più in Italia destra e sinistra, tant’è vero che lo stesso, il prof. Giuseppe Conte, prima ha governato con Salvini e poi con Zingaretti. Quest’ultimo, addirittura, una volta lo ha definito «un punto di riferimento fortissimo per tutte le forze progressiste». Nessuno sembra rammentarlo più, adesso che il governo Conte appare tutt’altro che insostituibile. Il merito principale di questo stato di cose va proprio ai Cinquestelle, che hanno riempito le Camere di persone arrivate lì praticamente per caso (come dimostra il formidabile tasso di abbandono del loro gruppo) e consapevoli di avere scarsissime probabilità di tornarci. Insomma, se la prendevano con la casta e hanno riempito le aule di parlamentari disposti a qualunque compromesso, innanzitutto decisi a non pagare le quote a Rousseau. Temono per il loro futuro, così come buona parte degli eletti di Forza Italia, dal momento che la monarchia berlusconiana svanirà come la diarchia Grillo e Casaleggio. Il Partito democratico però è diventato il Partito del Silenzio, magari per convenienza tattica, forse perché non sa bene cosa dire. O forse per il definitivo prevalere dell’antica attitudine dei cattolici alla Franceschini in politica, quel manovrare senza esporsi portando pazienza e rinviando a giorni migliori le decisioni.
Questo governo, per chi legge i giornali e vede la tv, è in evidente difficoltà ma intanto (o perciò) discute su stupidaggini. Si è parlato di riduzionismo a proposito delle persone che tendono a ridimensionare la portata dell’epidemia. In realtà (lo ha spiegato lo scrittore Paolo Giordano) un riduzionismo, dal punto di vista politico e, soprattutto, mediatico, è stato costantemente in atto in una certa forma: scambiare, sempre, a ogni passo, la complessità del fenomeno con un sotto-sotto-problema specifico, visualizzabile e concreto. A cominciare dalle mascherine, a marzo. Poi ci sono stati i banchi a rotelle, poi c’è stato lo sci e adesso il pranzo di Natale. In altri termini, osserviamo la tendenza a ridurre la complessità del fenomeno sempre a un solo aspetto. Quando i posteri guarderanno a questo periodo avranno una visione d’assieme che noi, giorno per giorno, non abbiamo. Ognuno di noi va dietro al suo guru di riferimento, per cui chi segue Marco Travaglio ti dirà che Conte è il meglio che potessimo augurarci in questo terribile 2020. Mentre tutti gli altri aggiungeranno due ovvietà:
- mal comune mezzo gaudio (non è che gli altri paesi se la passino meglio di noi)
- è la democrazia, bellezza (questo governo ha una maggioranza, come può essere sostituito?)
Da parte mia, posso solo richiamare quel che ha scritto un esperto di amministrazione come il prof. Sabino Cassese : «Il popolo italiano ha avuto informazioni lacunose su questa pandemia. Le cause sono chiare: assenza di buon senso di chi scrive i provvedimenti, impreparazione del personale politico, debolezza dell’amministrazione, scarsa visibilità del potere e delle sue decisioni. Solo un esempio: perché tante conferenze stampa del politico di turno, invece di far parlare solo i nostri bravi tecnici dell’Istituto superiore di sanità? Ci saremmo tutti sentiti più sicuri, avremmo capito le difficoltà della situazione, avremmo avuto spiegazioni convincenti invece che fervorini e raccomandazioni». Forse tali considerazioni le condivide anche Mattarella ma è stato silente. Eppure solo Mattarella avrebbe potuto smontare l’alibi del governo “innocente”, che non ha fatto errori e non ha nulla da rimproverarsi. Come?
Dicendo a Conte: senti, bello, tu devi risolvere i problemi, non è che puoi passare il tempo con lo stop and go, a cantare sempre lo stesso ritornello “voi vi assembrate, noi siamo costretti a chiudervi”.
Ai cittadini calabresi vorrei dire che debbono mettersi l’animo in pace. Ho appena letto la notizia che on line si incontrano Pd, M5S e movimenti, fra i quali le Sardine, “ per iniziare a definire un programma in vista delle Regionali e giungere all’individuazione di un candidato”. Questo “rituale” del programma (quelle cose giuste che da anni i governi scrivono nei loro programmi senza poi riuscire ad attuarle) che precede la scelta del candidato è una presa per i fondelli, o una perdita di tempo per essere più educati. Neppure uno sfegatato ammiratore di Travaglio o un fedele amico di De Magistris, per dire due che credono nel potere salvifico della magistratura, possono ormai spiegarci la tragedia della nostra Regione dove da anni è consentito alle aziende sanitarie di operare attraverso contabilità orale. Esiste ancora lo Stato di diritto in Calabria? No, e non c’è da sorprendersi quindi se sul piano politico non si salva nessuno (chi è senza peccato scagli la prima pietra, lo ha certificato la questione Cotticelli) e se il sistema informativo sia stato bendato. Se un Giletti qualsiasi su una rete nazionale si appoggia a Polimeni per informare non posso che ripetermi il motto di Google “Don’t be evil (Non essere cattivo)”.Infine a Lamezia mi ha colpito davvero, dopo la sentenza del Tar di Catanzaro che ha accertato brogli e consentito di capire che ancora si utilizza la cd “scheda ballerina” per controllare il voto, il commento del sindaco. “Si apre dunque – scrive Mascaro – nuova inopinata stagione commissariale e resta il rammarico per una città che dovrà momentaneamente interrompere il percorso che stava portando avanti con i suoi organi elettivi”. Su un sindaco che non riesce neppure ad esprimere una sola parola di disgusto per quello che è successo, come dice quel personaggio di Cechov? «Stiamo zitti che è meglio».
Cari concittadini, la situazione non è buona, come si vede, e c’è da disperare, ma se ancora credete alla democrazia e andate a votare, l’unico modo per difendere voi e i vostri cari è non votare ciarlatani e gente senza nè arte nè parte. E’ l’unico consiglio sensato che mi sento di darvi e se saranno molti a seguirlo so che ce la faremo. Il destino sta sempre e soltanto nelle nostre mani e con la scienza, il buon senso, l’onestà e le persone davvero competenti che abbiamo il futuro può farci meno paura. Un grande augurio a tutti con affetto.