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LANGUE LAMEZIA TERME TRA UNA SENTENZA E L’ALTRA
In attesa della sentenza del Consiglio di Stato la città resta impantanata nei suoi problemi antichi e recenti

Alcuni giorni addietro, la Corte di Cassazione ha reso nota la sentenza tanto attesa non solo dal sindaco e dai suoi supporters, che ne temevano l’esito negativo, ma anche dai loro avversari politici che speravano che la Suprema Corte togliesse loro le castagne dal fuoco e rendesse possibile la rimozione definitiva del primo cittadino.
Mascaro è candidabile per cui bisogna prendere serenamente atto del deliberato che è stato emesso. Non sono mai stato tra coloro che hanno tifato perché la Cassazione facesse ciò che il centro sinistra non ha saputo fare in sede di consultazione elettorale nel novembre del 2019, ossia battere alle elezioni il sindaco. Mascaro va sconfitto, se gli avversari ne sono capaci, politicamente e programmaticamente anche perché quest’amministrazione lametina, come la precedente – 2015/2017 – dal punto di vista delle realizzazioni progettuali, è un vero disastro. Penso di essere stato tra i pochi ed i primi ad aver messo in evidenza l’inconsistenza programmatica del lavoro (si far per dire….) della giunta comunale.
Su questa materia, bisogna intendersi una volta per tutte; un conto è l’esito giudiziario come quello a cui recentemente si è approdati con una sentenza su cui nulla c’è da dire e un altro è la valutazione politica dell’azione di governo dell’attuale amministrazione.
In relazione a questo secondo aspetto, si può affermare, senza timore d’essere smentiti, che la giunta sia allo sbando, priva di una programmazione di progetti da realizzare a lungo termine e di attività cui dare risposta nel breve periodo.
Si procede, insomma, alla giornata scandita dalle grida quotidiane di giubilo del primo cittadino per traguardi inesistenti che sono raggiunti solo nella sua immaginazione. Manca soprattutto una visione di città, che si può realizzare solo mediante la previsione e la messa in cantiere di progetti strutturali facendo riferimento ai quali i diversi ceti sociali del territorio lametino siano messi in grado di farne decollare lo sviluppo con la creazione di lavoro.
Nella città è carente il funzionamento di una efficiente rete di servizi che rendano economicamente appetibile e funzionalmente vivibile Lamezia che, così com’è,  si presenta come un agglomerato civico caotico, il cui traffico, quasi impazzito, è fuori controllo in tutti i suoi angoli.
La prima spada, dunque, come ho scritto alcuni giorni prima che si conoscesse l’esito della sentenza della Cassazione, che pendeva sulla testa del consiglio comunale e della giunta non ha prodotto alcun effetto negativo per l’inquilino di Contrada Maddamme. Bene così!
Con la medesima tranquillità con cui si è conosciuta la citata sentenza, si deve attendere l’esito della seconda spada damoclea, ossia il pronunciamento del Consiglio di Stato a cui si è rivolto Silvio Zizza in merito alla decisione del Tar della Calabria, che ha annullato i risultati delle consultazione del novembre del 2019 in quattro sezioni. L’esponente pentastellato ha infatti chiesto, mediante i suoi avvocati, che si voti di nuovo per la rielezione dell’intero Consiglio comunale.
Per il bene della città, c’è solo da augurarsi che la pronuncia venga emessa al più presto possibile in modo che, a seconda della decisione del massimo organo della giustizia amministrativa, si cominci a lavorare perché Lamezia possa uscire dalle sabbie mobili in cui, da tanto tempo oramai,  vive impantanata. Questo augurio deve valere sia che venga deciso di rivotare nelle sole quattro sezioni sotto inchiesta per brogli di varia natura e il sospetto d’infiltrazioni malavitose per l’esistenza della cosiddetta “scheda ballerina” (non dimentichiamo che il Tar ha trasmesso alla Procura della repubblica di Lamezia i verbali dei suoi lavori), ed il sindaco ritorni, dopo questa forzata vacanza in servizio permanente effettivo, sia che il consiglio comunale venga nuovamente sciolto  con la conseguente decisione di rivotare per il suo rinnovo e la relativa formazione di una amministrazione comunale nuova di zecca.