La prima mossa di Matteo Renzi, quella del cavallo, consistette nel consentire la nascita del governo Conte-bis dopo le dimissioni-suicidio di Salvini che, nel mese di agosto del 2019, reduce dal Papeete, mise in crisi il governo Conte-one di cui era ministro degli interni. Nessuno si sarebbe aspettato che il leader di Italia Viva, cancellando di botto anni ed anni di vaffa… e quintalate d’insulti, dileggi e dichiarazioni diffamatorie di ogni genere che i grillini gli avevano rovesciato addosso, facilitasse e consentisse la nascita del nuovo governo che prevedeva l’inclusione del Movimento 5-Stelle e costringeva il Partito democratico e Leu a stare insieme con esso. Ricordiamo tutti che Zingaretti, un leader senza volto né carisma, teleguidato da Goffredo Bettini, l’ideologo del Pd, reincarnazione di un Michail Suslov pieddino, non faceva altro che chiedere, insieme alle opposizioni salviniana e meloniana, di andare subito alle urne e rifare le elezioni a poco più di un anno appena di distanza da quelle del 2018.
Con quella mossa, del cavallo appunto, Matteo Renzi consentì a tutti la possibilità di mettersi d’accordo fino a rendere possibile il governo giallo-rosso, accettato sia da Di Maio, novello Ministro degli esteri (che dio ce ne scansi e liberi….si è trattato di un somaro in mezzo ai suoni delle melodie di Giuseppe Verdi…) che da Zingaretti, ed il suo cerchio magico politico, nonchè da Leu.
Ironia della sorte, Zingaretti e soci, che erano stati i più risoluti, insieme a Lega e Fratelli d’Italia, ad invocare insistentemente di andare subito alle urne, con il passare dei mesi si sarebbero tanto affezionati a stare al governo con i 5Stelle da essere accusati, a ragione, di essersi appiattiti sulle politiche dei grillini e di aver perduto ogni rilevanza per correre dietro al miraggio di una alleanza strategica con loro nei prossimi passaggi istituzionali che vanno dalla elezione del nuovo presidente della repubblica nel 2022 alle elezioni politiche generali nel 2023.
Questa prospettiva politico/istituzionale di conio, ripeto, bettinian-zingarettiana, indusse il gruppo politico dirigente del Pd ad ingoiare tutte le richieste politiche di Conte e del M5S. Il solo Renzi, e con lui il suo partitino del 2% si sono opposti alla deriva di una politica che era ormai giunta ad una fase di inconcludenza e paralisi.
A questa prima mossa seguì quella del mulo che consistette, nel fare dimettere i tre rappresentanti di Italia Viva nel governo Conte-bis e provocarne la crisi. Per averla causata, Renzi è stato fatto oggetto di una persecuzione verbale e scritta ininterrotta, con significati di una gravità inimmaginabile ed irriferibili. E ne sono stati autori non solo quell’immensa marmaglia analfabeta che quotidianamente si sfoga attraverso la rete internet con insulti ed offese perché altro non sa fare se non riversare addosso all’avversario di turno la sua bava velenosa fatta di ingiurie e di accuse tra le più degradanti, ma anche tanti politici, leader di partiti, giornalisti che nei confronti di Renzi ne hanno detto e scritto di cotte e di crude. L’accusa più ricorrente, e riferibile, è stata quella che il leader di Italia Viva, aveva aperto una crisi al buio, in un momento drammatico della nostra congiuntura sanitaria, economica e sociale e che quindi era (il Renzi) una persona irresponsabile ed inaffidabile con cui, dicevano gli zingarettiani, gli orlandiani, i grillini dimaiani, i leuisti, non sarebbe stato mai più possibile concepire nessuna collaborazione.
Alla fine, tutti costoro: politici, opinionisti, giornalisti, hanno dovuto ingoiare il rospo e subire gli effetti dell’ultima mossa di Renzi, quella del somaro (il più intelligente dei tre quadrupedi) di questi ultimi giorni. Che consiste nell’aver fatto fuori, in un solo colpo, il governo giallo-rosso e il suo capo Giuseppe Conte ed nell’aver tirato dal cilindro, con il concorso del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la soluzione Mario Draghi. Il quale non solo formerà un governo dentro cui ci sarà, a sostenerlo, in primis, Italia Viva e tutti coloro (Pd, M5S, Leu,) che avevano giurato, spergiurato e congiurato che mai più si sarebbero seduti insieme con l’ “inaffidabile” ed “incoerente” Renzi; ma se vorranno fare parte della corte dell’ex Governatore della BCE, in soccorso del quale stanno tutti sgomitando per arrivare in tempo utile, dovranno convivere nella maggioranza di governo accanto al “reietto” Berlusconi ed alla destra sovranista e populista di Salvini.