Il 55 per cento degli italiani in base alle dichiarazioni dei redditi degli ultimi 6 anni non paga imposte o ne paga poche e insufficienti per sostenere almeno la propria spesa sanitaria.
Fateci caso, tutti i politici, di destra e di sinistra, per capirci Salvini e Bersani, quando parlano degli evasori si trovano d’accordo su un unico concetto: certo che bisogna fare la lotta alla evasione fiscale, “ma cominciando” dai più grandi evasori.
Questo concetto spiega la ragione per la quale in Italia l’intera classe politica non intende, in pratica, condurre questa lotta, e si trincera dietro affermazioni generiche e soprattutto false.
Il fatto è che l’evasione italiana è enorme perchè è diffusa, non evadono solo i grandi industriali cioè pochi, ma molti. Si tratta di far parlare i numeri.
Con questi numeri capiremo un concetto chiaro.
Da un lato ci sono quasi 500.000 cittadini che ogni anno di Irpef in media pagano 68.178 euro a testa. Dall’altro lato ben 18.600.000 contribuenti (che sono il 45, 19%) pagano 232 euro a testa.
Oltre la metà dei cittadini italiani (34,48 milioni) sono per la spesa sanitaria a carico di qualcun altro che si deve sobbarcare la spesa di oltre 50 miliardi l’anno.
Eppure il nostro paese è molto ricco. Vediamo. Per le droghe spendiamo 15 miliardi l’anno; per fumo e tabacchi si spendono quasi 20 miliardi; per i maghi e cartomanti sui 9 miliardi; per il gioco d’azzardo (dati 2018 Agenzia delle dogane) oltre 107 miliardi; per il gioco illegale, in mano alla criminalità organizzata, oltre i 20 miliardi; per gli alcolici 9 miliardi con quasi 8 milioni di consumatori; 3 milioni sono alcoldipendenti a rischio e 1 milione sono alcolisti patologici.
La spesa annua per ristoranti e fast food è stimata in 83 miliardi; 566 milioni di euro per il food delivery; per le palestre, centri benessere e spa il volume d’affari supera i 10 miliardi; nel 52% delle abitazioni italiane è presente un animale, siamo al secondo posto con 53,1 animali da compagnia ogni 100 abitanti, ci supera solo l’Ungheria, ma veniamo prima di Francia e Germania. Per la cura e il benessere dei loro animali domestici nel 2017 le famiglie hanno speso 5 miliardi, cioè 371,4 euro all’anno per ognuna. Per i cellulari si spendono oltre 24 miliardi l’anno, al primo posto in Europa (nel 2018 il numero dei cellulari ha superato quello delle tv, in ogni famiglia ci sono in media 4,6 dispositivi mobili, più di uno per componente; 43,6 milioni di smartphone e 42,3 milioni di televisori). Per la pay tv a fronte di 8 milioni di italiani che hanno sottoscritto un abbonamento si spendono oltre 2,7 miliardi.
Gli utenti internet sono il 73% della popolazione (43,3 milioni).
L’80% delle famiglie possiede la casa in proprietà, il patrimonio immobiliare (Banca d’Italia) vale circa 5300 miliardi di euro, più del doppio del debito pubblico. Tra il 20 e il 30% delle famiglie ha una seconda casa o alte proprietà immobiliari. Le auto sono il 62,4 ogni 100 abitanti, davanti a Germania e Spagna, nel 2018 circolavano 39 milioni di automobili private.
Abbiamo un welfare basato sull’assistenza più che sulle pensioni. Ci sono persone che prendono 460 euro di pensione; 120 euro di sussidi dagli enti locali; hanno l’affitto calmierato, quando lo pagano, e magari agevolazioni sui mezzi pubblici; prendono più dei fatidici 780 euro del Rdc (Reddito di cittadinanza) ma noi non lo sappiamo perchè a differenza degli svizzeri, tedeschi e francesi, in Italia non abbiamo un’anagrafe generale dell’assistenza che per codice fiscale (vedasi l’esempio tedesco con i nostri connazionali) ci dica quantoun soggetto riceve dallo Stato e dagli enti locali, oltre che da istituzioni benefiche. Solo con una macchina pubblica che funziona potremo capire perchè su 16 milioni di pensionati 8 sono totalmente o parzialmente assistiti dallo Stato, dato non riscontrabile in nessun paese che hanno un progetto e una amministrazione che funziona.
Infine abbiamo gli OBERATI FISCALI
467.442 soggetti, pari all’1,13 per cento dei contribuenti (su 41.211.336 dichiaranti) dichiarano un reddito annuo che va dai 100.000 ai 120.000 euro.
Essi pagano però 31,9 miliardi (in media 68.178 euro a testa ogni anno), il 19% di tutta l’Irpef, che ammonta a 164.701 miliardi di euro sui redditi 2017 dichiarati nel 2018.
In pratica questi tartassati (quasi 500.000 contribuenti) pagano 294 volte di più del 45,19% (che sono 18.600.000). Invece di ringraziarli vengono trattati da ladri, e il populismo taglia le pensioni alte e le detrazioni. “Basterebbe immaginare cosa succederebbe se questi disprezzabili non comprassero più i titoli di Stato, che peraltro spesso danno rendimenti negativi. Chi pagherebbe gli stipendi dei dipendenti pubblici, la sanità e le pensioni al 60 per cento degli altri cittadini?”
I numeri me li ha forniti quasi tutti Alberto Brambilla che con i suoi libri e articoli spiega da decenni quel che il bipopulismo perfetto non intende vedere.