“Comme d’habitude”, leggiamo, su quotidiani locali e nazionali, di casi di malapolitica, di finanziamenti illeciti, d’arricchimenti personali a danno dello Stato, di evasione fiscale, di comportamenti censurabili da parte di dirigenti, di collusione con ambienti mafiosi da parte di personaggi politici. Per non parlare delle molte ore dedicate da emittenti locali e nazionali a commentare questi fenomeni tristi e vergognosi. Non ultimo il caso della Dirigente del MIUR che ha tentato di suicidarsi perché accusata di avere ricevuto indebitamente somme di denaro, oppure il ritiro di 2,9 milioni di mascherine anticovid non sicure per tutti gli operatori sanitari.
Quello che più sconforta, è ascoltare le “autodifese” di questi personaggi e quello che colpisce “amaramente”, è la freddezza con cui tentano di discolparsi, assumendo, spesso, l’atteggiamento della vittima. Quasi ti viene la voglia di dire: “poveretti, perché sempre loro?”. E c’è sempre il personaggio di turno che cerca di confondere le idee al telespettatore o al lettore. E’ veramente vergognoso, tanto più che il disfacimento e il degrado morale è sotto gli occhi di tutti.
Questi “oscuri personaggi” continuano ad offendere chi si attiene al rispetto delle regole costituzionali. Forse i “signorotti” della politica cercano di superarsi l’un l’altro per contendersi il primato del malaffare, sfruttando risorse e mezzi appartenenti ad altri. Diceva Enrico Berlinguer in un’intervista rilasciata nel 1981 ad Eugenio Scalfari: “I Partiti hanno degenerato e questa è l’origine dei mali d’Italia”.
Sono trascorsi quarant’anni e oggi, ahime!, siamo arrivati al capolinea. I Partiti continuano ad essere macchine di potere e la stragrande maggioranza dei politici continuano ad ignorare volutamente e scientemente i veri problemi della società gestendo, per proprio conto e in modo vergognoso, interessi di varia natura. E quando la “ t o r t a “ è notevole, ecco comparire, puntualmente, gli “amici degli amici” per attingere alle fonti dell’illegalità.
Il loro è un sistema politico-affaristico così forte e di così basso profilo civile col fine ultimo di elargire favori solo per avere un ritorno elettorale. In realtà, vogliono assicurarsi vita natural durante l’investitura di ”politico”. Non solo, fanno in modo di lasciare il tutto in eredità ai propri figli o ai propri parenti. E non credo che i nostri politici esercitino questa nobile professione per passione. Tutt’altro, è solo voglia di potere di clientela. E noi, come al solito, sopportiamo tale situazione e, spesso, facciamo finta di non accorgerci di nulla. Come se fossimo tutti sotto ricatto. E’ utopia, ma dovremmo invece intervenire, combattere e distruggere questo malaffare, impiegando tutte le nostre forze e coinvolgendo le intelligenze genuine del nostro meraviglioso Paese.
E’ possibile, soprattutto in questo periodo pandemico, considerata la difficile situazione economica, avallare il dilagare della “malagestione”, quando la gente, giorno dopo giorno, deve fare i salti mortali per sbarcare il lunario? Dov’è andata a finire la morale? I Partiti fanno finta di rinnovarsi. E’ soltanto “maquillage” per vecchie signore d’altri tempi, ormai passati.
Abbiamo il coraggio di dare voce a tutte quelle persone oneste che cercano di lottare contro le ingiustizie e i soprusi di certa classe politica? Una volta per tutte finiamola con gli scandali, con gli opportunismi e con i giochi di potere. I nostri Padri costituenti, uomini probi a cui va il nostro riconoscimento, si staranno rivoltando nelle tombe al solo pensare che “tristi” e “mediocri” individui tentino, con leggi ordinarie e soprattutto di circostanza, di cambiare spesso le regole del gioco e stravolgere, così, l’impianto costituzionale.
Le leggi, nel tempo, sì che possono essere rivisitate, ma le necessarie modifiche dovrebbero, in un paese civile e democratico e non di ladroni, migliorare l’esistente: mai stravolgerlo o farlo a pezzi. Di solito, sulle esperienze negative del passato, si cerca sempre di costruire un futuro migliore che incoraggi i meno abbienti e, soprattutto, i nostri giovani, che ormai giovani non sono più.