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Lettera aperta al sindaco Paolo Mascaro Deludente debutto e preoccupanti rumor

LameziaGentile sindaco,
non trovo nel mio repertorio un aggettivo più confacente alla sua persona, che stimo ed alla quale auguro, nell’interesse di noi lametini, la realizzazione di quanto urbi et orbi ha annunciato durante la sua campagna elettorale, scarsa di contenuti pregnanti, ma ricca di tanti buoni propositi. Propositi forse un po’ osè, vista la composizione delle sue liste elettorali ed il disastroso debutto della sua maggioranza per l’elezione del presidente del consiglio comunale, eletto dopo dodici ore di seduta e sette votazioni. Esito favorevole ottenuto, forse, con l’aiutino del Pasqualino Ruberto, ex etico presidente dell’ex etica Calabria che, a giudicare dagli ultimi accadimenti, etica non è più. Il che farebbe supporre la presenza tra le sue file di un vento di fronda che lungo il percorso potrebbe rivelarsi un ponentino malandrino.
Le solite malelingue parlano di una mediazione intra-centrodestra tra la sua area e quella del nostro Pasqualino rappresentato dal consigliere regionale Nazareno Salerno, adottivo padre e nume tutelare del presidente più etico della penisola italiana.
Controparte della trattativa l’inossidabile Pino Galati, suo dichiarato padre putativo, e l’on. Iole Santelli, sua generosa madre adottiva. Guarda caso, proprio i due che, dopo l’elezione del non tanto ignaro  Francesco De Sarro alla presidenza del consiglio comunale di Lamezia Terme, hanno inneggiato alla gioventù, al merito ed all’entusiasmo. Non so di chi!
Egregio sindaco, io sono “l’inventato direttore” (così mi ha qualificato il sempre etico Ruberto, ex presidente di quella fondazione in house portata ad esempio di modello gestionale in tutta la penisola) di quel foglio digitale – “lameziaterzomillennio” – che si onora di non far parte di certa stampa locale velinaria e codina.
Durante la campagna elettorale non ho ritenuto di esprimere critiche o consensi relativamente alle affermazioni ed agli intenti programmatici dei candidati, ritenendo così di rispettare la libera intenzione degli elettori lametini, pur conscio della “disinvoltura” con la quale questi ultimi si sono espressi nel corso degli ultimi decenni.
Nel rispetto dell’etica e della morale di Socrate, Platone e Aristotele, che ho fatto mia, e non di quella, – ahimè diffusa e generalizzata – del per cuique cazzi,  ho ritenuto di dover tacere aspettando le prime mosse delle sue falangi sullo scacchiere politico.
Oggi, fuori dalla Kermesse elettorale e al di là delle sue enunciazioni di principio “tutti a casa”, ho avuto la percezione che ella vesta i panni di Daniele nella fossa dei leoni e che, dietro le quinte, senza protezioni dall’alto, la sua sia una recita ancillare e subalterna.
Auguro a Lei ed ai lametini di sbagliarmi,  ma avere sulla carta la maggioranza “garantita” e non poterne disporre se non col consenso di inamidati numi protettori e di solerti ancelle dal patetico copione, richiama alla mente lungometraggi già vissuti negli ultimi dieci anni.
Egregio sindaco, dalla espressione terrea del suo volto – sempre più terrea, votazione dopo votazione – si è ben capito che il proconsole non controlla i suoi centurioni e che la sua, mi consenta, non è la falange macedone, piuttosto l’esercito di Franceschiello: una accozzaglia di uomini i cui interessi non sono quelli del buon governo ed il cui dna è identico a quello della classe politica regionale da poco deposta, screditata e bocciata,  che ha lasciato l’intera regione in braccio ad una celebre cortigiana.
Condivido con lei che c’è poco da stare allegri a destra come a sinistra, come al centro, però non giova a nessuno far finta di aver una compagine tesa e coesa e poi, con una maggioranza garantita, eleggere un algido presidente del consiglio, probabile espressione di accordi sottobanco.
Con queste premesse, concorderà che gli aruspici non hanno desunto presagi positivi da quanto accaduto. Credere il contrario, pensare ad un semplice incidente di percorso, non gioverebbe alla sua intenzione di  welfare, né all’interesse dei lametini.
Auguri sinceri, vedrà ne ha tanto bisogno.